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Torino. Tre precari in sciopero della fame

Lettera inviata a Fassino, organi di stampa, televisioni

Torino, 16 gennaio 2015

Al termine del secondo giorno di sciopero della fame, dopo controllo medico, abbiamo felicemente constatato d’aver conservata intatta la lucidità. Peraltro, la teniamo in costante allenamento cercando le ragioni dello stravagante procedere, in alternanza che non appare “logica”, di dichiarazioni – impegni – azioni e reazioni che non hanno trovato l’approdo sicuro di un risultato concreto.
La mattina di venerdì nove gennaio in conferenza stampa, di fronte ad attento auditorio, l’autorevole informazione rilasciata dal Sindaco Fassino chiariva, con la sicurezza ricavata da accordi a suo dire già definiti, che si sarebbe trattato di un’attesa limitata a poche ore trascorse le quali avrebbe visto la luce l’annunciatissimo provvedimento atto a risolvere il problema “rinnovo dei contratti cd precari”. A digiuno da due giorni stiamo scrivendo queste righe alle ore 23 di giovedì 15 gennaio!! D’accordo che il concetto espresso di “poche ore” ha insita una certa relatività…ma non ci riteniamo in errore se siamo propensi a credere che il tempo sia ampiamente scaduto. Siamo, così, nel limbo di una perpetua indeterminatezza che ci nega la possibilità d’intraprendere un qualunque altro percorso di sopravvivenza se dire “di lavoro” può apparirvi esagerato. Dateci, allora, la possibilità di rientrare nelle nostre case e di riprendere a nutrirci, fornendoci una risposta. Fate una scelta e rispondeteci perché noi non cesseremo il digiuno finché non lo farete! Capite bene che attendere la metà del prossimo mese di febbraio per la definitiva applicabilità del cd “1000 proroghe”…sarebbe un’attesa fisicamente insostenibile. Dunque, rispondeteci e fatelo in fretta perché la salute è un bene che ci è caro e scegliere di metterla in campo non è stato uno scherzo né, tanto meno, un gioco.
Dal nostro punto di vista appare incombente l’aggravante di un’insopportabile indifferenza alla situazione paradossale e drammatica di una quotidianità – degna, onesta – negata a 22 lavoratori e alle loro famiglie. Indifferenza che si completa coniugandosi nell’assenza di dosi minime d’umano rispetto verso tre lavoratori – chi vi scrive – che per stimolarvi ad una scelta, o a percepire l’ineludibile responsabilità di una risposta, si sono trovati costretti a porre in atto un’azione estrema qual’è lo sciopero della fame che stiamo attuando con controllo medico giornaliero.
Vorremmo indicarvi la strada del Sindaco di Milano Pisapia che quella scelta ha voluto e saputo fare considerandola – così come noi da lavoratori e da cittadini la consideriamo – giusta, necessaria e coerente tanto al suo ruolo istituzionale quanto al bene pubblico che si esprime anche attraverso l’erogazione di quel Pubblico Servizio che da oltre un decennio cerchiamo di garantire con onesta professionalità e al meglio delle nostre potenzialità.
Con il massimo rispetto, la scelta che stiamo ponendo in essere crediamo possa porci su un accettabile piano orizzontale di pari dignità da cui vi rivolgiamo questa pressante richiesta e da cui ci permettiamo d’inviarvi copia del contratto firmato da 55 precari rinnovati per un anno nella Città Metropolitana di Milano in analogo contesto.
La nostra, ovvia e densa di senso, proposta è che la vogliate fare vostra fatte, pure, salve le eventuali iniziative che vorrete assumere in sede d’autotutela.

Michele Siani
Michele Peradotto
Gian Luca Lano

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