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Roma. Nidi e scuole materne. Il Tar boccia diktat del Comune

Con l’ordinanza n. 02149 del 20/5/2015, il TAR del Lazio, Seconda Sezione, ha disposto la sospensione dell’atto unilaterale nella parte in cui dispone nuove regole per nidi e scuole dell’infanzia poiché altera il rapporto educatore/bambini previsto dalle leggi e dai contratti.

“Dobbiamo ringraziare i genitori delle scuole e dei nidi di Roma Capitale se la vera e propria trasformazione copernicana di questi servizi subisce una battuta d’arresto”, dichiara Caterina Fida, del Coordinamento Nazionale USB Pubblico Impiego. “L’intervento dei genitori fornisce un incredibile e inaspettato sostegno alla vertenza messa in opera da oltre un anno dalla USB contro questo stravolgimento dei servizi pubblici, in particolare quelli per l’infanzia – evidenzia Fida – ma più complessivamente contro tutta la filosofia che ispira l’atto unilaterale quale regolatore del salario accessorio dei dipendenti capitolini. Di questo siamo estremamente grati ai genitori dei piccoli utenti”.

Secondo la dirigente della USB: “La vertenza intrapresa non potrà che continuare, sia contro la Giunta Marino che contro la Giunta Zingaretti, per riportare nei nidi della capitale e di tutto il Lazio condizioni di qualità del servizio, tanto nella gestione degli spazi che del numero di bambini per educatore,  rapporto che riteniamo debba continuare ad essere di 6 a 1 e non 7, come impose la Polverini ”.

Continua Caterina Fida: “Questa battuta d’arresto impone all’Amministrazione anche la rinegoziazione delle nuove regole per il personale di nidi e scuole contenute nel verbale del 14/5/2015, e che oggi l’Amministrazione sembra pronta a voler portare in Giunta senza che vi sia un vero contratto a sostenerlo ”.

“E il terreno di scontro è ormai a tutto campo – conclude la rappresentante della USB – è con la Giunta Marino per il personale capitolino, con la Giunta Zingaretti per la nuova legge regionale sui nidi e con il Governo nazionale per la legge nazionale del sistema dei servizi per l’infanzia da 0 a 6 anni, ovvero contro quegli amministratori che vogliono far cassa sulla pelle dei bambini e dei lavoratori pubblici”.

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