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Milioni di persone senza cure, i privati gongolano

In due distinti rapporti usciti in questi giorni, la Corte dei Conti da un lato e il Censis dall’altro ci ricordano, che “il parziale successo delle misure di contenimento dei costi sanitari” cozza profondamente con “l’appropriatezza dell’offerta sanitaria” e che “la sanità è sempre più privata”, con una spesa direttamente sostenuta dalle tasche dei cittadini che cresce al ritmo di un miliardo l’anno: 33 miliardi di euro nel 2014 a fronte dei 110 di finanziamento del SSN. 

Ma il Consiglio dei Ministri si appresta a far diventare operativo il taglio di ulteriori 2,3 miliardi al Fondo sanitario trasferito alle Regioni per il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale, così come previsto nella legge di stabilità.

Per l’USB P.I. Sanità, questo Governo sta così cercando di assestare il colpo mortale ad un welfare già agonizzante, dalle pensioni alla scuola fino alla sanità. Nessuna età della vita è risparmiata da pesanti tagli, che ricadono sulle spalle delle fasce popolari e ormai sempre più anche del ceto medio. Cresce la spesa per il privato così come il ricorso agli appalti  per l’esternalizzazione di servizi e lavoratori; si vuole svincolare il project financing dall’obbligo di gara pubblica, nonostante sia  proprio la sanità a pagare il tributo maggiore alla corruzione. Un privato reso scientificamente competitivo da liste d’attesa impossibili da rispettare, dal continuo aumento dei ticket e da un generale ridimensionamento dell’offerta sanitaria pubblica.

Tutto ciò nonostante siano ormai 10 milioni le persone che non hanno accesso alle cure per problemi economici ed altri 3 milioni di cittadini a basso reddito siano costretti all’indebitamento per far fronte a problemi di salute.Il servizio sanitario pubblico è e rimane una delle più grandi conquiste sociali e come USB non intendiamo assistere in silenzio al suo smantellamento, ma metteremo in atto tutte le iniziative necessarie, nei posti di lavoro e nel Paese, per contrastare questo progetto scellerato.

 

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