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Napoli. La rossa notte dei diritti

Cari compagni accampati in cima a una gru, vi scrivo a sostegno delle vostre ragioni e del vostro metodo.

Ho conosciuto la fabbrica che si inceppava a oltranza contro il licenziamento di un compagno di lavoro. Ho conosciuto la fabbrica che si serrava a morsa intorno a lui e non se lo faceva scippare.

Oggi sono tempi di resistenze individuali. Bisogna salire su un cornicione, un traliccio, una gru per ottenere ascolto. Bisogna sporgersi sul vuoto, che non è solo accumulo di metri sotto i piedi, ma assenza di rete di protezione in basso.

Vi sporgete da lassù anche in nome di chi non se la sente di sfidare la vertigine del vuoto di tutela dei diritti.

Voi siete un avamposto, fate da sentinelle che scrutano lontano. Da sotto il vostro palco sospeso, pulpito, capsula spaziale, cella di clausura, collo di bottiglia vi ringrazio di farvi testimoni di giustizia.

Queste le parole di Erri De Luca che hanno risuonato come un tonfo in piazza Dante la sera del 7 luglio, durante La Notte rossa dei diritti: il riscatto del diritto calpestato, distorto, strumentalizzato. Per una notte la vertigine del vuoto è stata percorsa da migliaia di persone che hanno attraversato la piazza. Un messaggio lanciato da una gru, l’ostinazione e l’urlo non caduto nel vuoto. Quella resistenza da individuale si è fatta collettiva. A mesi di distanza l’uomo della gru che ha scoraggiato la venuta di Renzi a Napoli e infastidito Marchionne a oltranza, si è liberato in un flusso continuo di note e solidarietà. Accanto a Mimmo Mignano, Marco Cusano, Antonio Montella, Massimo Napolitano, Roberto Fabbricatore, grande timoniere è stato Daniele Sepe. Il maestro per l’occasione ha radunato i migliori musicisti del panorama artistico partenopeo e magistralmente ha diretto il palco in un costante rapporto dialettico col pubblico. Foja, Aldolà Chivalà, Gnut, Dolores Melodia, Massimo Mollo, Nello Niglio, sono soltanto alcuni dei nomi che hanno preso parte all’iniziativa per la cassa di resistenza in solidarietà ai licenziati FIAT. I momenti musicali si sono alternati alle testimonianze di Nunzia Mura, dipendente Alenia, Domenico De Stradis, dipendente FIAT, Teresa Sodano, dipendente del porto di Napoli e di un’esponente di area disoccupati Banchi Nuovi. Un’umanità vibrante, vicina e, soprattutto, per la maggior parte estranea alle realtà di movimento. Apice della serata, l’intervento di Oreste Scalzone, storico fondatore di Potere Operaio nel 1969, al fianco di Mimmo Mignano durante innumerevoli lotte. Intensa la conclusione. Operai, musicisti e il pubblico chiudono in coro plurale di lotta al suon di Bella Ciao. E che sia sempre la pluralità l’unico stendardo. 

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