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Sciopero: restringere il diritto non fermerà il conflitto

Renzi, Delrio, Sacconi e Ichino tutti insieme contro i lavoratori

“Qualcuno dice che siamo ormai alla stretta finale su una regolamentazione del diritto di sciopero in favore dell’utenza – afferma Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo nazionale USB – ma la verità è che il sistema di tutela degli interessi delle aziende, oltre alla libertà di licenziare, oltre alla forte riduzione delle tasse per le imprese, oltre al jobs act, che cancella 40 anni di diritto del lavoro e di diritti conquistati dai lavoratori, oggi vorrebbe impedire qualsiasi forma di conflitto sindacale”.

“Ma il conflitto non è una teoria, non è un gioco, non è il capriccio ideologico di qualcuno – continua il sindacalista – è la naturale e logica strada attraverso la quale si concretizza lo scontro/incontro tra capitale e lavoro, tra chi possiede i mezzi di produzione e chi offre la propria forza-lavoro. Un fenomeno sociale che, se compresso ulteriormente, esploderà e troverà altre vie per rendersi esplicito; come un fiume, il cui corso viene deviato e intubato in modo innaturale, che prima o poi riemerge con più forza e in modo incontrollabile”.

“E’ evidente quindi – prosegue Tomaselli – che Renzi, Delrio, Sacconi e Ichino fanno parte della stessa squadra, che intende offrire a Confindustria e a tutti i Marchionne d’Italia lo strumento legislativo attraverso il quale non si intende regolare il diritto di sciopero, perché questa è cosa già avvenuta da più di un ventennio. Ciò che di fatto vogliono ottenere, è impedire del tutto l’esercizio di un diritto costituzionalmente tutelato, cominciando nei settori come i trasporti, dove è possibile strumentalizzare e spostare l’attenzione sul diritto dell’utenza, per poi ampliare a qualsiasi attività produttiva la forte pressione e repressione autoritaria di cui sono portatori”.

Aggiunge il sindacalista USB: “Tirare troppo la corda in una fase economica e sociale delicata e difficile come l’attuale, con la gente che non riesce a curarsi o arrivare a metà mese, con una disoccupazione ormai insopportabile, con licenziamenti e chiusure di fabbriche e aziende, con contratti non rinnovati da anni e anni,  porterà forse nell’immediato qualche sciopero in meno, ma il conflitto sociale troverà tempi e modi per riemergere. Oggi è tempo di reagire, di abbandonare Cgil, Cisl e Uil, che ormai accettano supinamente tutto, e costruire una vera alternativa sindacale. È quello che sta facendo l’Unione Sindacale di Base, ed è questa la risposta giusta a chi tenta di impedire l’organizzazione degli interessi dei lavoratori, dei pensionati e dei disoccupati”, conclude Tomaselli.

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