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Un operaio muore a Torino. +9,5% le morti nel 2015

Si lavora e si muore. Si muore di più, molto più di quanto non si lavori. E’ una delle conseguenze della totale libertà di cui godono ora le imprese nel comandare il lavoro.

Stamattina un altro incidente mortale a Torino, alla Silea. Una sabbiatrice per metallo ha schiacciato un operaio di 37 anni, di Ciriè. Alfio Randazzo stava lavorando cil la macchina quando è rimasto bloccato nel movimento degli ingraggi.

Sembra che titolare della piccola impresa abbia tentato di liberarlo dalla presa, ma ormai troppo tardi per salvargli la vita. Gli atti dell’incidente saranno esaminati dal pm Raffaele

Incidente mortale questa mattina alla Silea di strada del Francese, a Torino, un’azienda di sabbiatura metallica dove un operaio è rimasto schiacciato da una sabbiatrice. L’infortunio è avvenuto intorno alle 10. L’uomo, Alfio Randazzo, 37 anni, di Ciriè, stava lavorando con il macchinario quando un ingranaggio lo ha preso e trascinato fino alla vita sotto il pesante attrezzo. L’operaio ha iniziato a urlare e il titolare della fabbrica ha cercato di aiutarlo. È salito sul muletto e ha cercato di sollevare la sabbiatrice. È riuscito a liberarlo ma le lesioni provocate dall’ingranaggio erano troppo gravi. L’uomo è morto dopo i prolungati tentativi di rianimazione messi in atto dai soccorritori del 118.  I tecnici dello Spresal dell’Asl To1 hanno eseguito un sopralluogo nel capannone insieme ai carabinieri. Tutti gli atti dell’incidente arriveranno sulla scrivania del pm Raffaele Guariniello.

Un numero in più alla lunghissima serie di caduti sul lavoro che quest’anno sono già vicini, ufficialmente, ai 650. Quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente, anche se il numero degli occupati è rimasto praticamente lo stesso. L’unica cosa che è cambiata, dunque, è l’attenzione alle norme di sicurezza, la possibilità per il singolo lavoratore di cautelarsi dalle richieste degli imprenditori e dei capi (senza art. 18 basta poco per rischiare il licenziamento). Bisogna “ringraziare” il Jobs Act anche per questo, dunque.

Dati elaborati pochi giorni fa nella ricerca dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, sulla base di dati Inail. “Numeri complessivi terrificanti che narrano una morte quotidiana con una media di oltre 90 vittime al mese. Incomprensibile come ancora non vengano consegnate risposte concrete a questa che è una piaga sociale ‘conclamata’, dove le morti, molto spesso, non sono dovute ad una tragica fatalità, ma sono piuttosto la conseguenza più tremenda e visibile della scarsa diffusione della cultura della sicurezza”.

 

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