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Fiat-Chrysler e Uaw. Al voto nei prossimi giorni

Il massiccio rifiuto della proposta di accordo da parte degli operai degli stabilimenti americani della Chrysler è stato un segnale che UAW e FCA anno dovuto prendere in seria considerazione. Il sindacato ieri sera ha fatto conoscere i termini della nuova proposta, che affronta solo ora, dopo che gli operai si sono collettivamente espressi, problemi da tempo sollevati e fino a ieri trattati burocraticamente con una subordinazione alla FCA che ora si rivela addirittura servile.

Il presidente dell’UAW Dennis Williams e il vicepresidente Norwood Iewell, che si occupa di Chrysler, con faccia di bronzo hanno scritto “Vi presentiamo un accordo che è tra i più ricchi mai negoziati”, come se poche settimane prima non fossero stati essi stessi a negoziare. Marchionne, di fronte all’esigenza di ristabilire l’ordine produttivo in un momento di domanda crescente, ha voluto con alcune concessioni sorprendere un sindacato burocratizzato che però gli serve per controllare la disciplina in fabbrica.

Prima di passare al voto, le assemblee dovranno valutare nei prossimi giorni le nuove proposte.

La principale novità riguarda i tempi di equiparazione dei livelli salariali tra vecchi (veterans) e nuovi assunti (in progress), che si accorciano tenendo conto degli anni già maturati in azienda. La pressione per l’equal pay for equal work è stata tale da obbligare UAW e FCA a presentare una qualche soluzione entro la durata del contratto. Riguarda solo i lavoratori in-progress con almeno 4 anni di anzianità, i quali raggiungeranno il livello salariale dei veterans entro quattro anni; per gli altri è prevista una accelerazione che porta all’equiparazione in anni successivi alla scadenza del contratto. Al di là di questo, resta disatteso in linea generale il principio di equiparazione tra lavoro e salario, restando quest’ultimo definito dall’anzianità di servizio.

L’UAW ha rinunciato al progetto di affrontare le prestazioni sanitarie con forme cooperative gestite dall’UAW tra Chrysler, Ford e General Motors, che avrebbero fatto realizzare alle imprese ingenti risparmi peraltro senza garanzie per il livello dei servizi. Le eventuali tasse che l’Affordable Care Act di Obama porrà dal 2018 a carico dei veterans per prestazioni sanitarie di livello alto saranno sostenute da Chrysler, salvo alcuni oneri per i lavoratori.

L’UAW ha ottenuto da FCA impegni di mantenimento dei livelli occupazionali, subordinati tuttavia all’andamento del mercato. Sono stati confermati investimenti per 5,3 miliardi, che innalzeranno ulteriormente i livelli di produttività del lavoro, dal momento che, facendo i conti stabilimento per stabilimento, genereranno un’occupazione aggiuntiva di appena 103 unità. FCA si è anche impegnato a non trasferire attività produttive in Messico.

L’UAW, infine, è stata costretta dai lavoratori a discutere con FCA dell’annoso problema dei sistemi di turnazione, oggetto di vivaci recriminazioni nelle assemblee di fabbrica. C’è stato, scrive il sindacato, un tentativo di trovare soluzioni ‘più accettabili’, senza che sia scaturito niente più dell’impegno per future riunioni congiunte a livello di impresa e di stabilimenti. Come si sa, la FCA versa all’UAW fino al 2017 una somma annua di 175 milioni che la vincola a collaborare per l’implementazione del WCM e delle attività di benchmarking necessarie al raggiungimento del piano industriale.

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