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Sanità, il Censis conferma il taglio alle cure. Sciopero generale il 20/11

“Dopo i dati del CENSIS questo Governo dovrebbe andare a casa per attentato alla salute pubblica”, è il lapidario giudizio di Licia Pera, dell’Esecutivo Nazionale USB P.I.  .”Oltre il 40% degli italiani rinuncia alle cure a causa di liste d’attesa e ticket – prosegue la sindacalista – mentre continua a salire la spesa pagata dai cittadini di tasca propria che raggiunge quota 33 miliardi, cioè 1 miliardo in più dell’anno precedente e più di 500 euro a testa per far fronte ad analisi, visite specialistiche e ricoveri. È oltre il doppio di quanto spendono i cittadini di altri paesi europei, come Francia e Inghilterra. Inoltre quasi il 10% della popolazione non ha acceso alle cure per problemi economici, mentre il 33% di quelli che ancora possono permetterselo, con punte del 41% al sud,  sono costretti a pagare le prestazioni in nero”.

“Un quadro desolante – incalza la dirigente USB –  da cui con pochi numeri vengono smentite tutte le bugie di un Governo che alla base del suo operato ha solo il pareggio di bilancio in ossequioso asservimento alle richieste della UE, in nome delle quali non esita a tagliare diritti e servizi essenziali per i cittadini”.

“La situazione è destinata a peggiorare ulteriormente – denuncia Licia Pera – sia con il taglio delle oltre 200 prestazioni, che porterà ancora più soldi al privato e getterà sempre più persone ai margini, sia con la legge di stabilità che, in base all’ultima bozza, oltre a prevedere il definanziamento di 2,5 miliardi del Fondo Sanitario Nazionale, tra le sue tante iniquità ed ingiustizie contiene anche un taglio di circa 17 miliardi alle Regioni tra il 2016 e il 2019, che finirà per gravare sulla sanità pubblica la cui spesa assorbe l’80% dei bilanci regionali”.

Aggiunge la rappresentante USB: “Persino la campagna vaccinale, che tanto sta facendo discutere a seguito dell’allarme lanciato dall’OMS, verrà rinviata per mancanza di risorse, a riprova di quanto cinismo e mancanza di scrupoli  siano la cifra di questo Governo”.

“Il 20 novembre andremo allo sciopero generale del lavoro pubblico, uno sciopero necessario per contrastare questa manovra vergognosa, che taglia i servizi pubblici e vorrebbe concedere l’elemosina di 5 euro lordi mensili, dopo 6 anni di blocco dei contratti nazionali, ai lavoratori e alle lavoratrici che quei servizi pubblici, nonostante tutto e tutti, continuano a garantire”, conclude Licia Pera.

 

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