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Livorno. Aamps: tutto rinviato. Ma il concordato rimane l’ipotesi più probabile

Dopo una maratona di 13 ore passa 17 voti a 16 la mozione della maggioranza che conferma le decisioni della Giunta ma si dà una settimana di tempo per la decisione definitiva. Oggi alle 18.30 l’assemblea dei soci di Aamps, poi i tavoli con parti sociali e fornitori.


13 ore di Consiglio Comunale sono tante. Specialmente se passate in un contesto di caos sia sui banchi che fuori. Non possiamo andare nel dettaglio perché servirebbero ore per raccontare tutto quello che è stato detto oggi. Intanto facciamo un breve report e domani andiamo sugli approfondimenti ipotizzando lo scenario futuro e lo scontro politico in gioco.

1. Tutti si sono presi una settimana in più. È questa l’unica novità rispetto alle ultime 72 ore che hanno visto la città sommersa di rifiuti per lo sciopero dei lavoratori Aamps e la Giunta virare improvvisamente sulla richiesta di concordato preventivo (cioè procedura in continuità aziendale per evitare il fallimento).

2. Per i 5 Stelle oggi è stata una vittoria risicata (17 a 16) ma non indolore. Oggi 3 consiglieri di maggioranza hanno votato contro il proprio movimento insieme alle opposizioni, un assessore si è dimesso (Gordiani, assessore ad ambiente e mobilità) e la presidente del consiglio Cepparello di Buongiorno Livorno ha annunciato le dimissioni dopo aver ricordato che mai aveva votato prima per imparzialità (fra l’altro scelta politica netta visto che il suo voto era inutile perchè avrebbero perso ugualmente 17-15 invece di 17-16). Uno strappo fatto in lacrime e lanciando dure accuse di scavalcamento del consiglio nelle decisioni al sindaco Nogarin.

3. I toni accesi, gli animi surriscaldati (due risse sfiorate e un malore nel computo totale) e la presenza di qualche consigliere “sprovveduto” hanno acceso spesso il dibattito e interrotto il consiglio. Sicuramente il fatto che le reti renziane unificate (Rai e Mediaset) e Grillo stesso abbiano messo Livorno al centro di una battaglia politica nazionale non ha favorito e non favorirà né il dialogo né una soluzione o un compromesso che possa trovare i favori di una larga maggioranza. Vedremo se a bocce ferme il clima cambierà.

4. Le opposizioni (Cannito, BL, Valiani, Pd, Forza Italia) più i 3 grillini “disertori” (Grillotti, Mazzacca e Pecoretti) hanno posto l’accento sul salto nel buio di una decisione come il concordato che mette tutto in mano al giudice. I fornitori oggi erano sul piede di guerra e il percorso ipotizzato dalla giunta, cioè “bonificare” l’azienda attraverso questa procedura, non è detto che vada in porto rischiando di causare problemi anche per le casse pubbliche. Nogarin da parte sua ha detto che Livorno non entrerà mai in Reti Ambiente Spa e che vogliono provare un percorso pubblico ma “bonificato”. Il compromesso su queste posizioni è molto lontano, anche perché è il sindacato il primo a porre l’accento su Reti Ambiente in ogni intervista. Se qualcuno vuole il compromesso e una exit strategy potrebbe iniziare a non rammentare continuamente le parole Reti Ambiente e inceneritore con le quali è difficile mettersi a sedere con i 5 Stelle. Anche se oggi Ruggeri (Pd) ha teso la mano con un intervento morigerato e accomodante proprio in quel senso.

5. L’utilizzo delle parola fascista e dittatura utilizzate oggi sugli spalti farebbero rabbrividire la salma del povero Matteotti. Prima di utilizzare queste parole è bene sapere che il concetto di fascismo e antifascismo non si può utilizzare a piacimento perché a qualcuno conveniva di più cosa votava una maggioranza in passato quando favoriva il proprio contesto lavorativo (penalizzando forse un altro pezzo di città). La democrazia non si misura con i vantaggi e gli svantaggi ma con la giustizia e la legittimità di un sistema. Se era democratico prima lo è anche ora. Sennò poi qualche cittadino a questi può rispondere: “Un po’ per uno in collo a mamma”. Ma non pensiamo sia un concetto spendibilie in queste ore drammatiche. I lavoratori possono rivendicare i propri legittimi diritti anche esprimendo altri concetti. Scusateci, ma già quando sentiamo Strazzullo (Cgil) utilizzare il termine “compagni” ci viene i brividi, sentire questi concetti utilizzati indistintamente e tutti insieme ci destabilizza.

Due brevi riflessioni su maggioranza ed opposizione e su possibili scenari o dietrologie.

Maggioranza 5 Stelle: è arrivata ad un bivio, a nostro avviso con colpevole ritardo e evidenti errori quantomeno nelle nomine: ricapitalizzazione o concordato. La scelta è dolorosa in ogni caso perché con la ricapitalizzazione e i tagli di bilancio conseguenti, ci sarebbero ugualmente altri lavoratori in appalto nei servizi e altre fasce di popolazione a piangere. L’unica cosa di cui vorremmo essere sicuri è che la scelta del concordato sia davvero, per loro, la scelta migliore per la città. Non vorremmo che fosse una scelta condizionata dal fatto che, ritenuta la situazione insanabile, si preferisce delegare la deriva o il possibile ingresso forzato in Reti Ambiente (dopo la sconfitta al Tar di pochi gfiorni fa) ad un soggetto terzo, cioè il Tribunale. Se così fosse, di politico ci sarebbe poco e sarebbe grave. A volte è meglio una sconfitta trattata con onore e che porta qualche vantaggio che una disfatta, oltretutto scappando.

Opposizione: Non ci pare che qualcuno sia nelle condizioni storiche, politiche e morali per fare banco regio e portare a casa una vittoria. Alla balaustra c’erano ad urlare alcuni personaggi che in passato sapevano benissimo come veniva utilizzata Aamps dalla politica (non solo a livello clientelare ma anche come banca del Comune in cui venivano mollati morosità e debiti). Però stavano tutti zitti e accompagnavano il morto sulla bara per non turbare babbo Pd. Le loro urla e la loro presenza sono più dannosi che altro alla lotta dei lavoratori che chiedono stabilità, futuro e un reddito. Ruggeri tuttavia ha fatto un intervento franco, gliene diamo atto. Ora attendiamo di vedere se ha una strategia del compromesso oppure era solo un tentativo di allungare il brodo come massimo risultato. Cannito invece ha cercato di fare da mediatore, proponendo una soluzione ponte fra tagli e concordato che però non è stata valutata praticabile dall’assessore Lemmetti e dalla maggioranza. Infine Buongiorno Livorno. Delle dimissioni della Cepparello abbiamo già raccontato. Gli interventi di queste ultime 72 ore da parte di Raspanti invece sono stati sicuramente ben ponderati (e si è visto che aveva approfondito l’argomento) ma abbastanza vuoti politicamente. Visto che in questi giorni tutte le parti in gioco hanno fatto anche politica lanciando messaggi e slogan al proprio elettorato e ai cittadini, sarebbe interessante capire se l’omissione della parola “Pd” nei suoi interventi sia una scelta politica ragionata da comunicare al proprio elettorato di riferimento o alla propria base militante, oppure è una semplice dimenticanza.

Da domani si apre una settimana di passione. Non ci sono soluzioni facili e scontate. A nostro avviso, nessuno oggi può permettersi di fare l’en plein. Ognuno deve cedere qualcosa perché in ogni caso c’è da pagare e in ballo ci sono classe dirigente, cittadini, lavoratori Aamps, fornitori e lavoratori di altri servizi che inevitabilmente verrebbero toccati dai tagli. C’è il rischio che per dare la serie A a qualcuno ci si ritrovi altri in serie D (a partire, va comunque detto, dai dipendenti dei fornitori-creditori di Aamps che al momento sono quelli più a rischio con il concordato). Perché quando poi vengono quelli di serie D in Consiglio Comunale cosa gli raccontano quelli che oggi facevano i capi popolo? Per qualche partito e per qualche sindacato probabilmente sarebbero altre frecce da utilizzare, ma per quei soggetti e per la città i problemi resterebbero. Quindi tutto va ponderato, e ripetiamo, non ci sono margini per la vittoria schiacciante di nessuno.

A proposito, in tutta questa confusione tra chi deve pagare c’è stata un’altra grossa dimenticanza: le banche. Perché noi questo articolo non lo dimentichiamo:

Aamps poteva recuperare 6 milioni ma nessuno ha agito contro le banche

Mentre invece oggi alla balaustra e sui banchi in parecchi si sono dimenticati di ricordarlo. Tutti di praticarlo.

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