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Regalo di Natale della Camera dei Deputati: 265 licenziamenti

18 lavoratori sino al 31 dicembre in forza a Progetto lavoro, dal 1 dicembre dovrebbero passare alle dipendenze della Cedat 85, la quale ha offerto ai lavoratori, prendere o lasciare, un taglio di oltre 8600 euro sulla retribuzione annua.
L’operazione verrebbe effettuata applicando, in barba alle leggi vigenti, un “contratto nazionale” firmato dalla sola UGL, e non riconoscendo i premi ad personam che i lavoratori hanno conquistato dopo anni di lavoro alla camera. La stessa Cedat 85 vuole usufruire degli sgravi contributivi del Jobs act, pretendendo l’anticipazione del licenziamento dall’attuale datore, assumendoli un giorno prima della scadenza degli sgravi stessi.
Come se non bastasse, 265 lavoratori impiegati nei palazzi Marini, sono stati licenziati, a motivo del recesso anticipato, deciso unilateralmente della Camera dei Deputati, dei contratti in essere con la società Milano 90. La Camera dei deputati ha preferito rischiare l’apertura di un contenzioso con la Milano 90, che costerebbe milioni di soldi dei contribuenti, e oltretutto ha provocato il licenziamento di 265 lavoratori.
In una gara di appalto di alcuni servizi per il solo Palazzo Valdina è stato inserita la clausola di assunzione di soli 108 dei dipendenti ex Milano 90, lasciando di fatto per strada i restanti 165 lavoratori.
Come se non bastasse la società che si è aggiudicata l’appalto dei servizi a Palazzo Valdina, la Tecnopul srl del Consorzio Gedis, sta offrendo contratti di 15 ore settimanali, mettendo così in condizione le persone di non riuscire neppure a portare a casa uno stipendio che sia sufficiente per la sopravvivenza!
A nulla sono valse le grida di disperazione di questi lavoratori, che si sono visti chiudere le porte anche da chi si pregia di rappresentare il popolo italiano. Sebbene il lavoro sia un diritto sancito dalla nostra Costituzione, è vergognoso che gli organi che meglio dovrebbero rappresentarla siano gli stessi che hanno causato la perdita di centinaia di posti di lavoro.
Per questi motivi USB domani sarà a Piazza Montecitorio dalle ore 9 per l’intera giornata, per protestare contro questo massacro a danno dei più deboli, contro il sistema degli appalti al ribasso e contro i licenziamenti di centinaia di lavoratori.
USB non smetterà di lottare fino a quando la Camera dei Deputati non si impegnerà concretamente per la salvaguardia di tutti i posti di lavoro.

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