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Ibm. No alla cessione del ramo d’azienda

L’IBM con il classico pelo sullo stomaco che caratterizza la classe padronale, ha scelto la fine dell’anno per avviare la procedura di trasferimento di ramo di azienda che coinvolge circa 300 lavoratori nelle diverse sedi italiane. Si tratta di tecnici e impiegati che hanno maturato esperienza nel settore, ma come  si sa in termini gestionali, questi sono valori relativi, per le imprese che invece sono orientate a gestire i bilanci con tagli occupazionali.

L’USB è entrata in IBM da poche decine di giorni, grazie ad un passaggio delle rsu ex Slai Cobas. Delegati di esperienza che si sono trovati subito a fronteggiare una situazione complessa, ma che in questi giorni sono stati parte attiva della mobilitazione contro i piani IBM, scontrandosi con la dirigenza di FIM, FIOM e UILM.

L’USB esprime tutta la sua contrarietà all’operazione di trasferimento di ramo d’azienda messo in atto dall’IBM Italia S.p.A. in accordo con la cessionaria Adecco Italia holding S.p.A., a tale riguardo denunciamo che seppure la scrivente organizzazione ha sostenuto, con lettera del 18 dicembre 2015,  il suo diritto a partecipare alle procedure di esame congiunto, ex. art.47/1990 n° 428, in maniera pretestuosa questa diritto le è stato negato.  A un primo esame, le condizioni di ramo di azienda, dei settori TSS e SDC non appaiono sostenute da una solida consistenza in termini di autonomia industriale e di perimetro di prodotto.

Ad avvalorare la nostra richiesta concorre il modus operandi con cui l’intera operazione è stata sin ora gestita.

Non siamo di fronte ad un trasferimento diretto di ramo di azienda da IBM Italia S.p.A. ad Adecco Italia holding S.p.A. , bensì a un  tortuoso passaggio, da IBM Italia S.p.A. a un’azienda transitoria costituita appositamente, l’IBM Technical service s.r.l.  e solo dopo avverrà il passaggio definitivo alla cessionaria. Al contrario di quanto dichiarato nelle comunicazioni, di IBM Italia S.p.A. e Adecco Italia holding S.p.A. del 4 dicembre scorso, poi confermate in sede Assolombarda del 10 dicembre ’15 non sarà l’Adecco holding Italia S.p.A,, la società che acquisirà il ramo d’azienda, bensì una sua controllata, la Modis Italia s.r.l.

 La figura dell’azienda transitoria l’IBM Technical Services srl, con soli 10.000 euro di capitale,  e la Modis Italia s.r.l. lasciano presupporre che si tratti d’involucri finalizzati alla sola collocazione fuori dal perimetro IBM di 306 dipendenti.

Con l’occasione ci preme stigmatizzare l’atteggiamento con cui la vostra multinazionale si è distinta in tutta la procedura, disconoscendo nei fatti le relazioni sindacali e istituzionali, preferendo alla trattativa le disposizioni in merito all’avvenuto trasferimento  impartite direttamente ai dipendenti  via posta elettronica.

A rimarcare che  l’atteggiamento dell’IBM Italia S.p.A. fosse volto a porre i dipendenti in stato di subalternità ci preme sottolineare che alla data del 29 dicembre ’15, i lavoratori coinvolti non erano ancora a conoscenza della propria sede di lavoro.

E’ nostra volontà tutelare la stabilità occupazionale e lo sviluppo professionale dei 306 tecnici e impiegati coinvolti in quest’operazione di alchimia industriale, per questa ragione v’invitiamo a recedere dal trasferimento del settore GTS, in caso contrario tuteleremo la nostra organizzazione e i lavoratori nei modi e nelle sedi opportune, ivi comprese quelle giudiziarie.

* esecutivo nazionale Usb (settore privato)

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