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Fiumicino. La relazione del Senato conferma gli allarmi dei lavoratori

USB e CUB, avevamo ragione e continueremo la battaglia per il diritto alla salute

Il 12 gennaio scorso è stata resa nota la relazione della Commissione infortuni sul lavoro del Senato, esposta dalla Presidente Fabbri ai membri della Commissione al termine delle indagini sull’incendio che ha devastato gran parte del Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino nella notte tra il 6 ed il 7 maggio 2015.

La Presidente Fabbri parla di pesanti responsabilità di tutti gli enti preposti al controllo e alla sicurezza di un sito che vede il passaggio di milioni di passeggeri ogni anno e in cui lavorano 40.000 dipendenti.

Purtroppo la stessa relazione non evidenzia e non lascia traccia degli enormi problemi causati ai lavoratori, che non potranno essere nascosti sotto al tappeto: la verità è che sono centinaia i lavoratori che hanno riscontrato malori sin dalle prime ore dello spegnimento dell’incendio e nei mesi successivi; la verità è che ancora oggi ci sono lavoratori sotto infortunio da mesi, che non riescono a guarire, che hanno i polmoni malati, tosse persistente da maggio, problemi endocrinologici, vertigini ed altro; la verità è che nell’aeroporto di Fiumicino è stato violato il principio fondamentale del diritto alla salute e alla sicurezza.

Dalle dichiarazioni rilasciate durante l’inchiesta, l’USB e la CUB riscontrano come il principale scopo di Enac e Aeroporti di Roma, con la complicità di Cgil Cisl e Uil, sia stato far bella figura e anteporre il profitto alla salute dei lavoratori. Nemmeno una parola sui numerosissimi infortuni dei lavoratori.

Altro aspetto vergognoso, il “balletto” sulla classificazione di Fiumicino come sito industriale, per avallare il fatto di aver lasciato esposti centinaia di lavoratori a respirare tossine che in alcuni momenti sono state anche 30 volte superiori alla norma. E’ evidente che l’aeroporto non è una fabbrica, e che pertanto i lavoratori non sono sottoposti a controlli specifici né sono dotati di dispositivi di protezione, come evidenziato dalle dichiarazioni della Dottoressa Musmeci dell’ Istituto Superiore di Sanità.

Imbarazzanti anche le dichiarazioni di ADR relative agli interventi attuati per la prevenzione della salute dei lavoratori nei giorni successivi all’incendio. Infatti, oltre ai numerosi filmati che certificano la totale assenza di misure di protezione per i lavoratori nella prima settimana, i documenti ufficiali prodotti certificano la tardività dell’intervento della Asl e delle prescrizioni con uso di mascherine.

L’USB e la CUB ritengono che tutta la gestione di questa vicenda sia davvero vergognosa e che i responsabili debbano pagare per aver esposto i lavoratori ad un grave rischio per la salute. In questi mesi abbiamo chiesto a gran voce le dimissioni del Ministro Delrio, del Presidente dell’Enac e di tutti i soggetti che avrebbero dovuto farsi garanti della sicurezza dei lavoratori impiegati nel Terminal 3. L’evolversi dei fatti conferma che avevamo ragione e continueremo a batterci fino in fondo perché centinaia di persone abbiano giustizia. Il profitto e gli interessi delle aziende non possono essere barattati con la salute.

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