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Maurizio “Plasmon” Franceschi se n’è andato.

È un grande dolore, ci conoscevamo da quarant’anni. 
Mi viene subito in mente una delle azioni più belle (fra le tante) a cui partecipammo:
Era il 29 settembre del 1997, il “sinistro” ministro della funzione pubblica Bassanini voleva togliere i diritti ai sindacati di base, le RdB decisero di occupare il ministero, quel Palazzo Vidoni che avevamo ribattezzato “Palazzo Bidoni”. Un gruppo si arrampicò sul tetto mentre il grosso saliva ad occupare l’ufficio del minisro (che si barricò nel cesso). Dopo una mezz’ora, lasciammo su un gruppo con una decina di noi e scendemmo per fare un blocco stradale su Corso Vittorio Emanuele, ma trovammo all’uscita gli usceri e la patuglia di P.S. d’istanza al ministero che ci bloccavano la strada approfittando della strettoia di una porta girevole, la bloccai ma mi pestavano sulle mani e non avrei resistito a lungo. A quel punto, vidi che dietro di me c’erano Maurizio e suo fratello Antonio, bastò un cenno e mi sostennero le spalle, permettendomi di avere le mani libere, cacciai un paio di urlacci e cominciai a sferrare pugni, il gruppo di “eroi” davanti a noi si aprì d’incanto e riuscimmo a scendere in strada, bloccando il traffico per tutta la giornata. 
Così era Plasmon, una garanzia, ti sentivi le spalle coperte accanto a lui, con la sua mole gigantesca, con la sua determinazione.
Sapeva anche prendersi cura degli anziani del “Giovanni XXII”, un lavoro utile quanto faticoso e misconosciuto, che raccontò in un libro a cui collaborò (http://www.libreriasensibiliallefoglie.com/dettagli.asp…).
Aveva già accumulato 41 anni di contributi ma grazie a quell’infame della Fornero non si è potuto godere neanche un giorno di pensione.
Addio Plasmon, non ci rivedremo più in manifestazione…

* Per un ultimo saluto a Maurizio l’appuntamento è venerdì 22, dalle 12.00 alle 13.00 alla camera mortuaria dell’ospedale Malpighi (accesso da via Pizzardi) e dalle 13.30 alle 15.30 al Pantheon della Certosa.

da Facebook

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1 Commento


  • Rita

    Collega di rsu abbiamo iniziato insieme questo percorso due sigle differenti io cgil lui usb sempre coretto e sempre in prima linea ci mancherai a tutti

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