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Reggia di Caserta. La realtà e la propaganda

Ma cos’è successo alla Reggia di Caserta? Secondo i media di regime tre sindacati (Usb, Uil, Ugl) avrebbero protestato perché il neo direttore lavora troppo. Se così fosse, in effetti, ci sarebbe da preoccuparsi. Nell’amministrazione pubblica, notoriamente, i dirigenti sono in genere super-assenteisti e i sindacati migliori non mancano mai di denunciare questa “libertà dall’orario” che affligge i “controllori”.

A Caserta, viceversa, c’è un nuovo direttore che si dà molto da fare, il che sarebbe certamente un bene assoluto se, oltre a essere presente, si preoccupasse anche di organizzare per il meglio il servizio, senza cercare scorciatoie come quelle che qui Usb indica, e che non tornano affatto a beneficio del funzionamento della strutttura.

Se i media italiani fossero un po’ più seri, sul piano deontologico, probabilmente avrebbero già fatto la fine di Zaman, chiuso dalla polizia di Erdogan. Ma a quanto pare non corrono questo rischio…

Se un appunto può esser fatto ai sindacalisti di Caserta, insomma, è quello di non aver calcolato in anticipo, con maggiore esattezza, il contesto di degrado e strumentalizzazione che caratterizza questo mondo. Dove non conta più il “cosa avviene”, ma solo il “come lo si racconta”.

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“Ci risiamo”, dichiara Domenico Blasi, dell’USB P.I. Beni Culturali, “Ogni occasione è buona per sparare, ad alzo zero, contro i lavoratori e i loro rappresentanti, organizzazioni sindacali e RSU, e contro i fatti e la verità,  ripetendo le scene surreali già avvenute non molto tempo fa a proposito dell’assemblea al Colosseo”.
Prosegue Blasi: “L’unico scopo delle vere e proprie sceneggiate sui Beni Culturali messe in piedi da Presidente del Consiglio, Ministro, alti vertici del Ministero, ora in armonia con i massimi rappresentati di un sindacato che blatera senza sapere di che cosa si sta parlando, è sempre e solo quello di fare una gran confusione in cui, grazie a una informazione prona e succube, che neppure fa la fatica di verificare e controllare le informazioni che poi strombazza con grande evidenza, si possa nascondere l’ennesimo e gratuito attacco alle rappresentanze sindacali, ai lavoratori, ai loro diritti ed alla gestione pubblica dei beni culturali in Italia”.
“Ma come al solito si parte dalla mistificazione e dalla confusione per confezionare un bersaglio pronto per essere esposto alla gogna mediatica – sottolinea il rappresentante USB  –  quei sindacalisti e lavoratori fannulloni, che si lamentano di un direttore della Reggia di Caserta che “lavorerebbe troppo”. Peccato che nessuno abbia esaminato realmente quanto i sindacalisti e i rappresentanti dei lavoratori della Reggia abbiano realmente scritto”.
“Il punto in questione è l’ultimo, e neppure il più importante, di una serie di segnalazioni che Renzi e compagnia cantante si guardano bene dal citare, e che vogliamo qui ricordare. Il direttore della Reggia di Caserta – spiega il sindacalista – disattende le norme vigenti in materia di tutela e sicurezza del sito culturale, che prescrivono l’apertura degli spazi museali in rapporto al personale in servizio; il direttore voleva spostare parte del personale di vigilanza, quello che assicura l’apertura del museo, negli uffici per fargli svolgere mansioni amministrative. E non interessa a nessuno che così facendo si sguarnisce ancora di più l’organico del personale impegnato nella vigilanza attiva delle sale, riducendo la sicurezza e la stessa fruizione del Museo? Inoltre l’organizzazione degli eventi negli spazi del Museo della Reggia di Caserta avviene disattendendo le procedure previste dalla legge e dagli accordi firmati in materia. Infine l’Amministrazione concede tali spazi a terzi a titolo gratuito, distraendo il personale dalle funzioni istituzionali, tutela e fruizione del Museo”.
“Non ci sembra un caso che tali indecenti e pretestuosi attacchi si siano concentrati su due luoghi, la Reggia e il Colosseo, che costituiscono un vero e proprio ‘oggetto del desiderio’ da parte degli operatori privati, perché si presterebbero a garantire incassi milionari ai chi dovesse assumerne la completa gestione”, conclude Blasi.

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