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Torino. Federico Altieri in sciopero della fame: neanche stavolta è un film

Uno straordinario racconto di Heinrich von Kleist, Michael Kohlhaas, racconta la vicenda di un uomo buono  e generoso “di cui il mondo avrebbe dovuto benedire la memoria”, se non fosse avvenuto che il senso di giustizia non gli avesse fatto perdere la testa. Nella Germania sconvolta dalla Riforma Luterana, Koolhaas, uomo mite, devoto alla famiglia, pacato nei modi, rispettoso di tutti, esasperato da una serie incessante di soprusi e ingiustizie tipici del mondo feudale, decide ad un certo punto di non subire più e di andare fino in fondo.

Il parallelo che qui si suggerisce è, appunto, solo un parallelo. Non siamo più al tempo dei Principi tedeschi e le estreme conseguenze cui giunge il personaggio, che arma una banda di briganti per farsi giustizia, non sono certo nelle intenzioni di Federico Altieri. Eppure la parte finale della sua lettera al sindaco di Torino Piero Fassino, a pochi giorni dalle elezioni comunali, allude ad un punto di rottura e ad una determinazione che non  possono lasciare indifferenti.

 La vicenda di Federico Altieri è nota ormai da diversi anni. Licenziato dalla Rear per avere protestato contro alcune decisioni aziendali, l’ex lavoratore del Museo del Cinema di Torino ha intrapreso insieme al sindacato USB una lotta per il reintegro lavorativo, il diritto ad una giusta retribuzione e soprattutto per la dignità e la giustizia.

Questa lotta ha conosciuto alcuni dei suoi momenti più alti con la partecipazione convinta – “da compagni a compagni”, come hanno detto ripetutamente i delegati dell’Unione Sindacale di Base – di registi celebri come Ken Loach ed Ettore Scola.

Riportiamo di seguito un comunicato di Usb Lavoro Privato Torino che racconta l’ultima paradossale tappa di questa vicenda, con una sentenza (non definitiva) che condanna Federico al pagamento delle spese processuali (più di 10.000 euro), a fronte di una richiesta di risarcimento per anni di lavoro sottopagato.

La situazione è piuttosto ingarbugliata, come emerge dal comunicato USB, i fronti sono tanti, seguiremo gli sviluppi dei prossimi giorni. Ciò che non possiamo fare a meno di notare è come la stampa mainstream (in particolare La Stampa e Repubblica Torino) abbia immediatamente sottolineato questo colpo duro inferto dalla magistratura torinese a Federico ed alla sua (e di noi tutti) battaglia.

Riportiamo anche la lucida lettera di cui sopra, che Federico ha inviato nei giorni scorsi agli organi di stampa e al sindaco di Torino Piero Fassino, a cui si deve una promessa di reintegro lavorativo che risale ormai a molto tempo fa e di cui potete immaginare l’esito.

Da fonti Usb sappiamo che il sindacato di Corso Tassoni sta già preparando un’iniziativa di risposta pubblica e sarà vicino ad Altieri in ogni momento di questa lotta, che vede Federico in sciopero della fame già da due giorni e che tutti i militanti e le organizzazioni conflittuali torinesi devono assumere come propria per mostrare solidarietà e aiuto concreto al coraggio e alla coerenza con cui questo lavoratore si batte da diversi anni.

Redazione Contropiano Torino

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Gentile Signor Sindaco

PIERO FASSINO

epc LaRepubblica

epc LaStampa

Sono talmente amareggiato e sconsolato nell’apprendere le notizie parziali relative al “caso”e inesatte di Ottavia Giustetti La Repubblica che ho deciso che inizio, adesso (14 ore fa), lo sciopero della fame sino a quando Fassino non manterrà la parola data a me ed a Ettore Scola. L’avevo già fatto e avevo desistito per via delle persone che mi vogliono bene. Ma come si fa ad accettare ciò che ho subito?? Visto che si parla di contratto, la Promessa di un sindaco é un Contratto.

http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/05/24/news/torino_il_giudice_condanna_l_operaio_di_ken_loach_la_paga_e_giusta_-140510131/

Intanto Ottavia Giustetti potrebbe provare a farsi delle domande (gliele fate avere, per cortesia, non ho la sua mail, grazie):

1) IV sezione penale, sentenza DEFINITIVA. Laus querelava un giornalista che aveva descritto fatti, contratti, licenziamenti, alla Mole. Sentenza definitiva, non appellata dal Laus…Vogliono nuovamente far passare Ken per un credulone? Un testone? Uno che ha preso una “cantonata”?

 “Ora, che alcuni lavoratori avessero ricevuto lettere di sospensione o licenziamento è un fatto storico difficilmente confutabile; parimenti innegabile è che i provvedimenti disciplinari fossero stati irrogati nei confronti di lavoratori vicino al sindacato USB (cui la Rear aveva precluso l’ingresso ufficiale tra le rappresentanze sindacali) o che avevano espresso il loro dissenso rispetto alla riduzione del già scarno stipendio; se poi si considera che tali sanzioni sono state dichiarate illegittime dal Giudice del Lavoro perché sproporzionate e lesive del diritto di manifestazione del pensiero costituzionalmente garantito (in ogni contesto ma tanto più in un ente mutualistico), risulta arduo contestare il significato RITORSIVO ed implicitamente INTIMIDATORIO delle sanzioni stesse; in particolare, per quanto qui interessa, il licenziamento dell’Altieri, per aver protestato contro la sospensione di una collega ben può essere considerato come un implicito AVVERTIMENTO nei confronti degli altri dipendenti della Rear, consapevoli del destino che sarebbe toccato loro in caso di ulteriori proteste”

2) Ottavia Giustetti.Se la paga fosse stata “giusta” come mai la Rear è stata CONDANNATA assieme al Museo Nazionale del Cinema di Alberto Barbera  e la condanna è stata poi confermata in Corte d’Appello?? (riguardo la “paga” differenziali salariali di una collega che come me lavorava al Museo, Vi allego sentenza di primo grado)

3) Ottavia Giustetti. Lei cita Loach. Da brava giornalista indagatrice: com’è finita la querela annunciate da Mauro Laus nel 2012 e ribadita dale pagine de La Stampa il 6 novembre 2013? –e per nulla al mondo tornerei sui miei passi- diceva Laus ad Emanuela Minucci. Ha vinto? Ha Perso? E’ tornato sui suoi passi, il Laus?

4) nella sentenza che lei commenta, Dott.ssa Giustetti, mai il Giudice afferma quale sia la giusta retribuzione

Non sono notizie giornalisticamente interessanti, da far conoscere all’opinione pubblica?

5) Fassino, quando vale la Sua Promessa, la Sua Parola? La mia vita è nelle Sue mani, anzi, è tutta in quella promessa. Stavolta vado sino in fondo.

Federico Altieri

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altierisciopero

La sentenza n. 1015/2016 (non definitiva) sulla richiesta da parte di Federico Altieri di vedersi riconosciuto il diritto all’applicazione di un contratto diverso dal contestatissimo, pluri-condannato e ormai desueto contratto Unci, applicato per molti anni dalla cooperativa REAR, sembra al momento un monito preoccupante ai lavoratori che nel loro percorso di lotta ed emancipazione si rivolgono alla magistratura per chiedere giustizia: il vento potrebbe essere cambiato, e molto in peggio per i lavoratori. Nel merito, staremo a vedere come andrà a concludersi una vicenda complessa dove Altieri, al pari di tanti altri lavoratori ex soci della REAR chiede il riconoscimento di una giusta paga, posto che quella applicata tramite il CCNL l’UNCI è stata dichiarata illegittima anche in secondo grado dalla Corte di Appello di Torino (sentenza questa definitiva) e posto che tanti colleghi di Federico, sulla stessa questione hanno avuto invece il riconoscimento dal Giudice a vedersi corrispondere le differenze salariali. L’USB censura inoltre i contenuti falsi dell’articolo di O. Giustetti uscito ieri a riguardo su Repubblica, perlomeno nella parte in cui si afferma che il giudice avrebbe riconosciuto la paga erogata da REAR come giusta: su questo nella sentenza non c’è alcun passaggio e non comprendiamo come possano essere date a riguardo informazioni false e tendenziose. Da due giorni Federico ha iniziato lo SCIOPERO DELLA FAME, in protesta da un lato verso questo preoccupante atteggiamento giudiziario ma dall’altro e se vogliamo soprattutto verso l’atteggiamento di una classe politica al governo, e in particolare verso il Sindaco di Torino, Piero Fassino, che personalmente si è impegnato, con la sua personale promessa data a Federico e al compianto Ettore Scola, di ristabilire dignità e rispetto, restituendo il lavoro ingiustamente tolto a Federico. Al di là di come finirà la questione dei differenziali salariali dobbiamo infatti ricordare che Altieri ha subito un licenziamento illegittimo da parte di REAR, già condannata per questo in Tribunale (sentenza definitiva) e che non è tornato nel posto di lavoro solo perché, essendo stato oltre che lavoratore anche socio di quella cooperativa, era necessario impugnare in Tribunale (con altro processo) anche la contestuale esclusione da socio che la REAR gli aveva comunicato. Atto che Federico era ben intenzionato ad effettuare ma che il legale dell’epoca, per cause ancora da accertare, non ha effettuato: su tale vicende è in pendenza un’ulteriore causa legale. Insomma, una serie di combinazioni oltraggiose e sfortunate che hanno visto il Sindaco Fassino (trovatosi nell’occhio del ciclone per via dei rapporti di partito interni al PD con Mauro Laus, presidente del consiglio Regionale ed ex presidente di REAR) promettere di riparare una serie di danni e di ingiustizie, ovvero di restituire un lavoro indegnamente tolto. E’ ovvio ora chiedersi, non solo in campagna elettorale, ma sempre, qual è il valore e il significato della parola di un Sindaco o di rappresentante dei cittadini in genere: noi crediamo che un sindaco non possa permettersi di prendersi gioco, con le sue parole, del lavoro e della vita delle persone.

USB LAVORO PRIVATO TORINO

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