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Belgio: seconda tappa della lotta contro la Loi Peeters, il Jobs Act in salsa belga

Pubblichiamo un report che ci è stato inviato da alcune compagne ed alcuni compagni che ormai da anni sono emigrati in Belgio, alla ricerca di un lavoro e di maggiori opportunità di quelle offerte dal Belpaese.

Il racconto della giornata dello sciopero generale del 24 giugno restituisce il quadro di una mobilitazione che ha toccato diversi settori ed è riuscita anche a strabordare dal solo sindacato che l’aveva convocato. A testimonianza che i lavoratori e le lavoratrici capiscono bene le riforme del mercato del lavoro che attraverso l’Europa tutta (Jobs Act in Italia, Loi El Komri in Francia e, per l’appunto, Loi Peeters in Belgio, solo per fare gli ultimi esempi) si impongono sulla loro pelle.
Importante, dal punto di vista simbolico, il viaggio di alcuni sindacalisti belgi a Lille, in Francia, per costruire un ponte ideale tra le due lotte. Ma non è sufficiente. I simboli sono davvero efficaci quando permettono di aprire strade o sono espressione di fortissimo impatto di un accumulo di forze magari occultate dai media ma comunque presenti. Se rimangono simboli buoni per la sola stampa per la durata di un giorno, non servono poi a molto.
Nei prossimi mesi in Belgio si lavorerà per una manifestazione a settembre contro il TTIP, il Trattato Transatlantico, che mina alle fondamenta le condizioni di vita e di lavoro nel vecchio continente e poi ad ottobre, per una nuova giornata di sciopero generale nazionale, stavolta indetta da tutti i sindacati. Appuntamenti di lotta insomma ci sono. Sta anche alle nostre capacità renderli davvero utili e non mere testimonianze…

Dopo la mobilitazione autunnale contro le politiche di austerità del governo e l’ultima manifestazione nazionale contro la legge Peeters del 24 Maggio, che ha visto un’imponente partecipazione, venerdi 24 giugno si è tenuto lo sciopero generale nazionale.
Qui ci soffermeremo sullo svolgimento dello sciopero a Bruxelles, che abbiamo seguito da vicino e che è stato quello più incisivo dato il ruolo centrale della capitale nell’economia belga.

La sciopero è stato convocato e organizzato dalla FGTB (Federation Général du Travail de Belgique) senza alcuna concertazione con gli altri principali sindacati che non hanno voluto correre il rischio di aderire ad uno sciopero in un periodo estivo. Tuttavia, diversi settori di categoria (impiegati pubblici, trasporti, scuola e personale penitenziario) della CSC (Conféderation Syndicale Chrétienne), sotto la pressione della base dei lavoratori, hanno aderito allo sciopero contro la volontà dei dirigenti.

Uno dei settori più coinvolti è stato quello del trasporto pubblico nelle due forme del servizio di trasporto metropolitano cittadino e della società nazionale ferroviaria che ha paralizzato interamente la città e la regione francofona (Vallonia), oltre che una buona parte delle Fiandre. Diversi picchetti sono stati organizzati nelle principali stazioni per informare e sensibilizzare la gente sulla causa dello sciopero. Sempre nel settore pubblico c’è stata una consistente partecipazione in scuole, poste, ospedali e amministrazioni pubbliche.

Il segnale più solidale della giornata è stata la partecipazione allo sciopero dei lavoratori della catena di supermercati Colruyt, mobilitatisi in seguito al licenziamento di un delegato sindacale dopo un volantinaggio sul luogo di lavoro.
Grande mobilitazione, malgrado il clima ancora teso per gli attentati dello scorso 22 Marzo, anche all’aeroporto di Zaventem dove nessuna valigia è stata né caricata né scaricata dagli aerei e tutto il settore della logistica commerciale di DHL si é fermato. Ugualmente al porto di Anversa le azioni sono state numerose.
Azioni simboliche davanti ai locali della confindustria belga (FEB), considerata dai sindacati come mandante delle politiche di attacco ai diritti dei lavoratori che il governo di destra sta cercando di imporre.

Nonostante i suoi limiti, la  giornata del 24 dimostra la grande potenzialità per il futuro delle lotte, tenendo conto anche della chiusura totale del governo e della campagna mediatica messa in piedi per sminuire il valore delle rivendicazioni.
Non ci sono dati precisi sulle perdite economiche causate dallo sciopero, ma è facile stimare che l’impatto sia stato considerevole vista la mobilitazione nei settori chiave della logistica al porto di Anversa, secondo per importanza a livello europeo, dell’hub logistico di Zaventem e delle ferrovie.

In questo contesto di lotta, i settori piu combattivi dei sindacati hanno inviato due delegazioni sindacali nella città francese di Lille, per sostenere i lavoratori francesi nella loro lotta contro la legge El Komri.

A settembre si terrà la manifestazione, organizzata da sindacati, ong e movimenti sociali, contro il Trattato transatlantico. Il piano d’azione sindacale proseguirà  il 7 ottobre, giornata di sciopero generale con il fronte sindacale unito.

La base c’è, il percorso é tutto da costruire. La lotta continua!

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