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Respinto il contratto Igiene Ambientale. Una sonora bocciatura per i sindacati complici

Genova. Che il clima tra i lavoratori AMIU fosse particolarmente bollente lo si era già capito a inizio settimana, quando improvvisamente la sala Chiamata del Porto si era svuotata e moltissimi lavoratori della partecipata pubblica avevano lasciato i dirigenti sindacali davanti a pochissimi colleghi che ascoltavano la loro propaganda per il sì al contratto nazionale. La votazione era stata rimandata ma, qualche giorno dopo, il risultato confermava che i lavoratori di Genova bocciano sonoramente il contratto nazionale. Il dato di Genova non è isolato: il contratto è stato bocciato all'AMSA di Milano, a Bologna, a Bari, a Livorno. Altri dati sono ancora incerti, ma i no sono già tantissimi ovunque. Su 1550 aventi diritto in AMIU, la partecipazione al voto è stata altissima (1245 votanti) con il no che arriva a 958 e il sì fermo a 275. Si tratta di una bocciatura clamorosa se consideriamo che i sindacati confederali e autonomi sono nettamente maggioritari in azienda e il loro impegno per il sì è stato fortissimo.

Dopo aver definito i contestatori come un gruppo esterno di sobillatori, i sindacati confederali continuano a far finta di non capire il messaggio. Per la Cgil si tratta di un errore di comprensione da parte dei lavoratori, per la Cisl è il momento di una autocritica da operetta. In realtà, come ammette il delegato Cisl, il voto è contro il sistema e anche contro i sindacati ma l'autocritica non spiega i motivi reali della crisi. A Genova il contratto è infatti legato a doppio filo alla crisi dell'azienda, che la giunta Doria sta privatizzando. Al bando è giunta solo la proposta di IREN, che dovrebbe essere accettata nei prossimi giorni. La privatizzazione è duramente contestata dai lavoratori, che pensavano di essere in sintonia con le dirigenze sindacali. In realtà non è mai stato così, nonostante gli scioperi e le manifestazioni convocate per mantenere pubblica l'azienda. I sindacati confederali hanno infatti (come da tradizione consolidata) preso in giro i lavoratori e si sono accordati con la Giunta per arrivare all'accordo con IREN, spacciata per un ente pubblico, quando in realtà non lo è. La propaganda dei sindacati stavolta è però fallita, anche grazie al lavoro di controinformazione svolto dal sindacato USB, dal comitato ULA (Unione Lavoratori AMIU) e da tutti i comitati cittadini contro le privatizzazioni.

La votazione di Genova è dunque un forte segnale di protesta generalizzato: contro i sindacati complici, contro la politica delle privatizzazioni e contro il centrosinistra che i sindacati continuano a sostenere. Questo segnale va colto da coloro che non si rassegnano a subire politiche di impoverimento che riguardano tutta la città, da coloro che si chiedono come sia possibile che AMIU sia passata da un bilancio in pareggio nel 2013 all'attuale dissesto dei conti, da coloro che continuano a chiedersi perché i sindacati confederali continuano a voler dividere le lotte dei lavoratori delle partecipate, che sono tutte a rischio di privatizzazione.

Nei mesi scorsi è stata privatizzata APT (azienda provinciale trasporti), la svendita di AMIU è in dirittura di arrivo, l'azienda di trasporti cittadina AMT continua a esternalizzare i servizi e a tagliare linee. I sindacati continuano a cogestire questo disastro e si apprestano a sostenere nelle elezioni del 2017 il centrosinistra, autore di queste politiche. Se i lavoratori prendono coscienza che questa politica va rispedita al mittente, che i sindacati complici vanno abbandonati, che le lotte devono essere unitarie tra tutti i lavoratori dei vari settori, allora è possibile riprendere a sperare in un futuro che potrebbe ancora essere tutto da scrivere.

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Ma non solo Genova respinge l'accordo. All'AMsa di Milano questi sono stati i risultati del referendum tra i lavoratori: NO 987, SI 525, moltissimi gli astenuti.

A Parma la stragrande maggioranza dei dipendenti si è espressa contro la bozza di accordo.

A Roma – Ama – 1850 NO contro 1050 Sì,

A seguire (il primo dato è quello dei NO:

Torino – – – – – – – – – – – – – – – – 400 — 800

Bari / Amiu – – – – – – – – – – – – 209 — 48

Bologna – – – – – – – – – – – – – – – 50 — 18

Trento – – – – – – – – – – – – – – – –42 — 18

Massa/Amia – – – – – – – – – – – – 26 —- 6

Empoli/Mattina – – – – – – – – – – 73 — 21

Pioppogatto (Lu) – – – – – – – – 7-23 —- 2

Pistoia/C.Monsummano – – – 14 —- 2

Cento-Fermo – – – – – – – – – – 67 — 14

R.Emilia/Iren – – – – – – – – – – – -47 — 25

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