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Dal terremoto deve ripartire lavoro e sviluppo, non speculazione e profitto

Oggi a Teramo a ridosso delle zone colpite dai terremoti in questi ultimi otto anni,  si tiene un incontro pubblico importante. "Basta morire di disastri ambientali" è il tema intorno a cui si confronteranno realtà sindacali, sociali, ambientali e territoriali. L'appuntamento è alle ore 10.00 alla sala Polifunzionale della biblioteca della Provincia. La proposta è quella di forti investimenti pubblici e posti di lavoro per prevenire i disastri, la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio dagli attacchi dei profitti e della speculazione.

Risanamento del territorio, rimboschimento, riassetto idrogeologico del paese, ricostruzione dei paesi distrutti, rifacimento antisismico e ricostruzione degli edifici in tutti i territori italiani a rischio, ridefinizione del sistema del soccorso e di prevenzione che non deve essete privatizzato o parcellizzato in mille rivoli ma deve tornare prioritariamente in mano al Corpo dei vigili del fuoco che deve essere fortemente potenziato: questo è ciò che serve e che USB propone.

Un piano di queste dimensioni produrrebbe un rilancio economico e uno sviluppo dell'occupazione importantissimo per tutto il paese e indispensabile per i territori colpiti dal terremoto.
Proponiamo che 20 miliardi all'anno per almeno 10 anni siano finalizzati alla realizzazione di un vero e proprio piano nazionale di riassetto del territorio del paese.
Proponiamo di invertire le modalità di investimento dei famosi 20 miliardi alle 4 banche in "difficoltà": i soldi alle banche facciamoli dare ai cittadini volontariamente con un bel SMS e i 20 miliardi stanziati per le banche cominciamo ad impiegarli, subito, per la gente del centro Italia.

Ne parleremo sabato 18 febbraio a Teramo in un confronto pubblico che vedrà la partecipazione di cittadini, di esperti del settore, di vigili del fuoco, di associazioni che operano sul territorio e per l'ambiente e al quale sono stati invitati anche amministratori e consiglieri locali.

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