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Le mobilitazioni dei vigili del fuoco. Intervista a S. Giordano

In occasione della mobilitazioni dei vigili del fuoco che il 30 giugno manifestano a Roma, abbiamo intervistato Stefano Giordano, dirigente sindacale USB di questa categoria e neo-eletto consigliere comunale a Genova tra le fila del Movimento Cinque Stelle.

Puoi farci una panoramica della situazione dei vigili del fuoco in Liguria e i motivi che vi hanno spinto allo sciopero?

La Liguria occupa i primi posti secondo i dati ISPRA per il rischio frane, alluvioni e indice di mortalità. Abbiamo un pompiere ogni 14000 Liguri e una caserma ogni 300 Kmq con una età media di 50 anni, un sovraccarico di lavoro dal 1 gennaio sugli incendi boschivi causato dalla soppressione del cfs. Questi dati stridono e obbligano i cittadini a una riflessione sulla decantata sicurezza che oggi si traduce in convenzioni che immettono risorse e tamponano un sistema precario senza risolvere nulla. Il lavoratore oggi è costretto a cucirsi la “divisa” addosso perché si ritrova un salario vergognoso e ripiega con lo straordinario sottopagato di circa 7€ ora. Attendiamo con ansia il documento che il governatore Toti ha promesso di portare alla conferenza Stato-Regioni dove si rappresenta una pianta organica dei pompieri insufficiente nella nostra terra. Il 30 Giugno per questi sopracitati motivi i pompieri Liguri hanno dichiarato uno SCIOPERO che si scontra con le norme “antisciopero”.

Stiamo assistendo all’ennesimo attacco al diritto di sciopero dovuto alle riuscite mobilitazioni dei sindacati di base che nonostante la loro consistenza numerica riescono a tradurre le istanze di uno strato di lavoratori ben più ampio dei loro semplici iscritti. Pensi che sia una opportuna una battaglia politica contro questo tentativo di restringere ulteriormente i margini di azione dei lavoratori?

Basta vedere questa considerazione che Renzi ha fatto: “non abbiamo regolamentato il diritto di sciopero, che è sacrosanto e va difeso, ma che va regolamentato in modo che non ci siano le piccole sigle che mettono in ginocchio il paese. Anche perché chissà com’è, lo sciopero è spesso il venerdì“. La politica cerca di strumentalizzare gli scioperi per rendere debole la loro azione mettendo masse di lavoratori e cittadini in contrapposizione, questo è un atto scellerato. Vorrei sapere cosa deve fare un pompiere con un salario di 1300 euro e un contratto bloccato da nove anni con una pensione da fame, costretto a lavorare sui camion rossi sino a 62 anni senza alcun riconoscimento di categoria usurante, se ha qualche consiglio lo accettiamo volentieri visto che le norme del dottor Azzeccagarbugli hanno il loro effetto eliminando una buona percentuale di richieste. Le regole dovrebbero essere in parlamento per i parlamentari che godono diritti che non gli dovrebbero appartenere più poiché hanno distrutto l’Italia.

I vigili del fuoco sono stati al centro di una battaglia per l’affermazione dei diritti civili partecipando al Pride a Roma, una scelta importante e coraggiosa che dimostra ancora una volta di come l’azione dei lavoratori sia fondamentale per il consolidamento delle garanzie di tutti, puoi parlarci un poco di questa iniziativa?

Ti rispondo personalmente in quanto il Roma-Pride è stata per me una esperienza unica. L’aver partecipato con i nostri DPI in difesa dei diritti universali ha segnato nella storia del nostro paese una piccola ma molto significativa azione che non ha precedenti. Sono orgoglioso di aver potuto manifestare sotto la bandiera di USB per la difesa di una propria LIBERTA’ che oggi viene continuamente violentata da una classe politica attenta alla repressione, lontana nella difesa dei diritti universali. Sono orgoglioso poiché mia figlia un domani potrà dire che suo padre è stato uno dei primi pompieri ad aver manifestato in “divisa” al gaypride, contrariamente alle varie circolari che il dipartimento si è affrettato a emanare alla vigilia della piazza, insieme a comunicati “omofobi” che varie forze sindacali hanno diramato con false ideologie corporativiste su una divisa che è infangata. Secondo il mio parere, solo quando siamo utilizzati come ariete negli sgomberi di persone disgraziate che prese nella morsa di una crisi economica si trovano ostaggio delle banche.

ll 30 giugno per Genova non è una data qualunque, men che meno quest’anno che ha visto l’affermazione della destra nelle recenti elezioni amministrative per la prima volta dal dopoguerra, cosa pensi sia ancora attuale di quelle mobilitazioni che nel giugno del 1960 impedirono lo svolgimento del congresso neo-fascista a Genova e come vivono i tuoi colleghi questa coincidenza di date?

La storia mai deve essere dimenticata soprattutto quella degli errori, della guerra, delle morti innocenti. Il 30 giugno 1960 Genova ha dimostrato di essere antifascista, unita dove le ferite ancora aperte provocavano una sofferenza tale da barricare una città allontanando chi rappresentava il male. Oggi queste ferite sono in parte dimenticate, in parte demonizzate come se fosse un sogno lontano e le politiche razziste sono solo nei film in bianco e nero. Ci sono responsabilità politiche che hanno portato il nostro paese a scontri sociali che non portano e non porteranno nulla di buono se non sofferenza per le fasce deboli e un rafforzamento di chi si erge cittadino DOC. Non posso esprimere un pensiero della mia categoria generalizzando un pensiero, ma posso solo consigliare di parlare con i nostri vecchi e di allontanare chi continua a utilizzare saluti romani con politiche estremiste anche nell’assoluto rispetto della legge del 20 giugno 1952 che sancisce il reato commesso da chiunque “faccia propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista oppure da chiunque esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”. Noi pompieri il 30 Giugno saremo in piazza a Roma e ricorderemo al nostro Paese l’antifascismo come categoria.

L’ultima domanda te la pongo in veste di neo-eletto come consigliere comunale tra le fila del M5S – che tra l’altro dopo il candidato sindaco ha ricevuto il maggior numero di preferenze – : sono in piedi più di una vertenza lavorativa importante a Genova, quale pensi possa essere il tuo ruolo di consigliere dell’opposizione su questo versante e come pensi si possa riconfigurare la battaglia per il lavoro nella Superba?

Il mio compito come del resto quello della squadra pentastellata comunale sarà quello di ascoltare le sofferenze dei cittadini e dei lavoratori e di combattere le ingiustizie all’interno delle istituzioni. Ho chiaramente una storia alle spalle fatta di piazze di lotte, la utilizzerò per unire i lavoratori poiché è l’unica soluzione possibile per rovesciare i tavoli che ogni giorno esprimono l’eliminazione dei diritti.

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