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Il diritto al lavoro non esiste e neanche quello alla vita

Cinquecentonovantuno decessi, trecentottantamila denunce d’infortunio solo nei primi sette mesi del 2017, questo il bollettino di una guerra, nemmeno tanto sotterranea, dichiarata dalle logiche del profitto e della competitività alla vita e alla sicurezza dei lavoratori.

Quello verificatosi stamattina nelle acciaierie Pittini di Verona è il terzo incidente consecutivo nella stessa azienda nell’arco di soli due mesi e ben rappresenta questa emergenza.

Verso le 4 del mattino un’esplosione nelle acciaierie di Verona in Lungadige Galtarossa ha travolto quattro lavoratori. Nello stabilimento era in corso la riparazione di un forno ad alta fusione. Lo scoppio ha investito quattro operai, due italiani e due di origine senegalese, scagliandoli a cinque metri di distanza. Uno dei quattro è attualmente ricoverato in terapia intensiva.

Quello descritto è il terzo incidente accaduto in due mesi all’interno dell’impianto industriale delle ex acciaierie Galtarossa, divenute poi Riva e, da ultimo, rilevate dal gruppo Pittini.

Il 4 luglio si era già verificato un incendio: alcune cisterne di olio esausto, allocate sul piazzale esterno, avevano preso fuoco, fortunatamente senza provocare feriti.

Il 16 agosto scorso due dipendenti di una ditta in subappalto erano finiti in terapia intensiva per ustioni riportate durante la manutenzione dell’impianto.

In risposta all’ennesimo incidente di oggi, ultima tappa di una vera e propria escalation, è stato indetto per domani uno sciopero di otto ore con presidio e assemblea di fronte allo stabilimento.

È solo di qualche giorno fa l’appello del presidente Mattarella a seguito degli incidenti mortali sul lavoro verificatisi a Lucca e a Bergamo: “Il nostro paese non può rassegnarsi a subire morti sul lavoro, è indispensabile che le norme sulla sicurezza del lavoro vengano rispettate con scrupolo”. Belle parole quelle del presidente, ma avulse dalla reale organizzazione del lavoro e, pertanto, del tutto astratte. In un sistema dominato dalla precarizzazione del lavoro, dalla competitività esasperata, dalla distorta logica dei subappalti al ribasso, dalla produzione frenetica e dalla turnazione continua e senza soste, siamo andati ben oltre l’aggressione ai diritti sociali. A giudicare dalle statistiche, è ormai in gioco l’insostenibilità delle condizioni del lavoro stesso e il diritto fondamentale alla vita è sempre più sacrificato in nome della produttività e del profitto.

Il comunicato dei sindacati: Comunicato_stampa_incidente_Acciaierie_di_Verona[1]

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