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Basta balletti sull’Ilva. Il governo dica un no definitivo a Arcelor-Mittal

E’ necessario dire basta con il teatrino indecoroso del governo respingendo al mittente l’irricevibile proposta della Arcelor-Mittal sul futuro dell’Ilva.

La richiesta del ministro Calenda ad Arcelor-Mittal di non toccare le retribuzioni dei lavoratori è condivisibile ma insufficiente. Il governo deve dire no ai licenziamenti, allo scorporo di lavoratori, al piano industriale presentato. Temiamo invece che il governo si appresti a foraggiare con

risorse pubbliche il colosso mondiale dell’acciaio.

Sarebbe un oltraggio sostenere economicamente un’operazione socialmente truffaldina che consegna il gruppo Ilva allo sciacallaggio di una multinazionale senza scrupoli il cui unico scopo è fare profitto sfruttando gli stabilimenti per poi liquidare la Siderurgia in questo paese e lasciare inalterati e aggravati i  problemi ambientali. Arcelor-Mittal non è la soluzione per Ilva.

Alcuni giorni fa, proprio mentre i lavoratori Ilva scioperavano contro Arcelor-Mittal e il suo piano di macelleria sociale, il governo aveva sorpreso tutti con una giravolta a 360 gradi, sospendendo la trattativa e chiedendo formalmente alla multinazionale di rivedere il piano presentato. Il problema è che era lo stesso piano che fino a poche ore prima per il ministro Calenda e i suoi colleghi rappresentava il non plus ultra. Improvvisamente il governo si è invece accorto che le condizioni poste da Arcelor-Mittal per rilevare il gruppo Ilva sono pesantissime. Il problema è che il governo – tramite il ministro Calenda – non dice nulla sugli inattendibili impegni di Arcelor-Mittal sul piano ambientale e produttivo, nulla sui 4000 esuberi e sulla divisione dei lavoratori in più imprese distinte, nulla sui lavoratori dell’indotto. Nulla dice il governo sulla arrogante determinazione di Arcelor-Mittal ad assumere i lavoratori nella New Company cancellando il loro diritto alle tutele previste dall’articolo 18 della legge 300 in materia di licenziamenti.

Per queste ragioni la posizione del governo risulta parziale e inadeguata a fronte di un piano industriale indecente. Siamo in presenza di un governo schizofrenico quindi. Prima giudica Arcelor-Mittal come unica possibilità elogiandone la solidità e la affidabilità poi, a distanza di poche settimane, ne denuncia il mancato rispetto degli impegni assunti all’atto della gara!

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