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Mari Rosaria, commessa Coop, schiacciata tra la malattia della figlia e la ferocia aziendale

USB: ecco cosa si cela all’ombra dello shopping natalizio

Maria Rosaria, commessa all’Ipercoop Euroma2 controllato da Unicoop Tirreno, non riesce a conciliare le cure della piccola Carolina a causa degli orari di lavoro imposti dall’azienda. Nonostante sia una mamma separata ed abbia la Legge 104, Unicoop non tiene in considerazione le sue esigenze con la ferocia di un’azienda che ormai non ha alcunché di cooperativo.

“Siamo sconcertati dal comportamento di Unicoop Tirreno. Carolina, 11 anni, ha la sindrome Branchio-Oto-Renale (BOR), malattia degenerativa, che la costringe a continue cure antibiote e frequenti ricoveri. Carolina lotta con coraggio contro i suoi problemi renali, il diabete, la sordità. Tutto questo l’ha portata a soffrire di attacchi di panico e ha bisogno della mamma accanto”. dichiara Francesco Iacovone, dell’USB Lavoro Privato.

Dopo un nostro intervento deciso – prosegue il rappresentante USB – l’azienda ha agevolato per qualche mese Maria Teresa nei turni, ma ora le è stato comunicato che quell’agevolazione era da considerarsi un ‘favore personale’. Altro che favore, Maria Teresa ha il sacrosanto diritto di prendersi cura della figlia, perché la malattia che è costretta a combattere è degenerativa e non è certo soggetta alla benevolenza o alle gentili concessioni di un’azienda senza scrupoli.”

Già da oggi abbiamo preso contatto con Unicoop, ma ci dicono che per i dirigenti è festa. Un ulteriore smacco per i lavoratori che ormai non conoscono festività e domeniche. Metteremo in campo tutte le iniziative sindacali e legali a nostra disposizione, fino a quando questa azienda non metterà nero su bianco dei turni che consentano a Maria Teresa di poter assolvere al ruolo di madre e di lavoratrice con dignità”, conclude Iacovone.

USB Lavoro Privato

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4 Commenti


  • Marco

    Non siamo piu in democrazia questo e uno stato a regime comunista, si stava megliob con mussolini


  • Marco

    I nostri politici che hanno permesso tutto questo ,dovrebbero lavorare sette giorni su sette con uno stipendio da 500 euro al mese e al lavoro fino alla morte , speriamo che alle prossime elezioni spariscon pre sempre


  • Luca

    È una vara vergogna. Non esiste più un minimo di cuore o di bontà umana. Ormai si pensa solo al profitto e basta. I dipendenti devono solo lavorare e stare zitti e se mai qualcuno ha il coraggio di far valere i proprio diritti viene licenziato. Sono allibito e lo stato fa schifo perché non c’è una legge a favore veramente dei lavoratori


  • Cristiana

    Che schifo..Non c ‘è cuore in niente..cattiveria pura..spero che si risolva al meglio…

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