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Il Consiglio di Stato boccia gli appalti della Sanità per il personale – USB: adesso internalizziamo tutti

Un’importante sentenza del Consiglio di Stato, la 01571/2018 del 12 marzo 2018, stabilisce che la stragrande maggioranza degli appalti di personale a ditte e cooperative per centinaia di milioni di euro all’anno non è legittima. In attesa dell’internalizzazione chiesta da anni dall’Unione Sindacale di Base, l’unica via lecita è costituita dal ricorso a personale in somministrazione.

Un messaggio chiaro e definitivo alle ASL e agli ospedali che per sopperire alle necessità di personale, (infermieri, OSS, ausiliari), accampando il pretesto del blocco delle assunzioni nel pubblico, finora hanno proceduto con il sistema dell’appalto per migliaia di figure professionali, a ditte soprattutto cooperative.

Un notevole aggravio di costi per il servizio pubblico, con il conseguente peggioramento della qualità del servizio e delle condizioni di lavoro e il contestuale esplodere della corruzione per le aggiudicazioni.

Di fronte all’ennesimo scempio e contrariamente a quanto auspicato dagli stessi dirigenti della Asl Rm 6, il commissario Zingaretti e la Regione Lazio nell’autunno scorso hanno indetto l’ennesima gara per la fornitura di “beni e servizi” così come del resto hanno fatto negli anni per decine di appalti e per centinaia di milioni di euro nelle Asl e ospedali di tutta la Regione.

Di fronte alle proteste espresse dalla USB, nel colpevole silenzio assenso di altri sindacati, Zingaretti, allora già in campagna elettorale, ha di fatto elargito l’ennesimo favore alle ditte e cooperative che da anni si arricchiscono con le risorse del Servizio Sanitario Regionale, garantendo loro un appalto che alla collettività sarebbe costato molto meno se fosse stato regolare e legale.
Quante risorse pubbliche sono andate ad arricchire ditte e cooperative negli anni di blocco delle assunzioni? Il calcolo è semplice: fatto cento il costo di un’ora di lavoro,  l’appalto per somministrazione costa 105, viceversa nell’appalto per beni e servizi la stessa ora costa 125, come ben sanno gli amministratori della Asl Rm 6.

Si consideri che una sola cooperativa ha presso il Policlinico Umberto I circa 600 infermieri in appalto. Ogni ora lavorata di questi infermieri costa alla Regione circa 26 euro, ma al lavoratore ne arrivano circa 10 lordi.
La sentenza del Consiglio di Stato, che riprende precedenti sentenze di Cassazione, pur non rappresentando immediatamente la soluzione definitiva al problema “Appalti”,  fonte di sperpero di risorse pubbliche, corruzione, lavoro precario e malpagato, conferma  tutte le ragioni di anni di battaglie dell’USB per la reinternalizzazione dei lavoratori di ditte e cooperative che da anni garantiscono il Servizio Sanitario Regionale.

L’USB proseguirà quindi la battaglia per l’internalizzazione dei lavoratori e dei servizi, tenendo contemporaneamente conto delle differenze retributive che agli stessi spettano.

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1 Commento


  • Laura

    Buongiorno, io lavoro in un ospedale della Asl Rm 2 come ausiliare per conto di una cooperativa.
    È da quando ho iniziato a lavorare che sento parlare di internalizzazione dai sindacati. Ma ad oggi, e sono passati la bellezza di 15 anni, io lavoro ancora per la cooperativa, ovviamente con tutte le differenze di trattamento che ci possono essere rispetto a uno strutturato (maggior sfruttamento e minore retribuzione economica).
    Se è vero che questi appalti non sono legali come mai che gli si consente ancora di esistere?!!

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