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Leroy Merlin, la lotta USB paga

Leroy Merlin, la lotta USB paga: reintegrati i 3 lavoratori licenziati a Castel San Giovanni

La lotta dei facchini di Leroy Merlin e dell’Unione Sindacale di Base ha dato mercoledì i primi frutti: i lavoratori licenziati come rappresaglia per aver contestato il caporalato diffuso nella galassia di appalti, subappalti e finte cooperative, hanno riottenuto il posto.

Altro risultato non meno importante: saranno ridiscusse tutte le sanzioni comminate a decine di lavoratori per le lotte delle ultime settimane alla Leroy Merlin di Castel San Giovanni e Rozzano e alla Ceva di Somaglia.

Proprio al Logistic Park di Castel San Giovanni, che approvvigiona Leroy Merlin, si è consumata ieri una giornata complicata e difficile ma infine vittoriosa per i lavoratori: il senso identitario di classe e di appartenenza hanno premiato la lotta e il conflitto con il reintegro dei tre lavoratori licenziati.

Tutto questo resistendo agli sgomberi violenti attuati dalle forze dell’ordine contro le decine di lavoratori che dalle 6,30 del mattino presidiavano l’ingresso del Logistic Park.

La tenacia dei facchini ha fatto sì che nel pomeriggio il prefetto di Piacenza convocasse USB e la subappaltatrice Premium Net e, documenti alla mano, prendesse decisamente le parti dei lavoratori avendo verificato di persona che le cooperative del caporalato facevano circolare liste taroccate. Nell’elenco dei 31 facchini da stabilizzare, come da precedenti accordi, mancavano infatti proprio i tre lavoratori puniti con il licenziamento, presenti invece nelle liste precedentemente concordate.

USB ha ottenuto nel confronto con i legali di Premium Net il reintegro dei tre con valore retroattivo e l’apertura di un confronto sulle sanzioni comminate ad altri lavoratori. Sanzioni che puniscono il diritto costituzionale di sciopero e che USB non è disposta ad accettare. #schiavimai

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