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In Italia esiste ancora il diritto di sciopero?

Giovedi 11 aprile (sala Inps di Piazza Colonna 336) si terrà a Roma un forum organizzato dalla Usb per denunciare come nel nostro paese si stia praticamente eliminando il diritto di sciopero.

Infatti la Commissione di Garanzia sugli scioperi, nella sua seduta del 28 febbraio scorso, cioè a ben 17 giorni di distanza dalla proclamazione dello sciopero generale convocato dalla Usb, aveva esteso alla fattispecie dello sciopero generale una regola fino ad oggi in vigore, secondo una interpretazione forzata della legge, per gli scioperi di categoria o aziendali.

La “norma”, inventata di sana pianta dalla Commissione antisciopero, infatti dice che non si può proclamare uno sciopero se non si è prima svolto quello precedentemente proclamato dalla stessa organizzazione. Quindi, essendo stata USB una delle organizzazioni promotrici dello sciopero generale dell’8 marzo, avrebbe dovuto attendere perlomeno il 9 marzo prima di proclamare il successivo.

A nulla è valso spiegare dettagliatamente, prima alla Commissione e poi alla prima sezione del Tar, che lo sciopero generale non ha come obbiettivo la risoluzione di una specifica vertenza e che quindi non ha senso aspettare gli esiti del primo sciopero prima di convocarne un altro, né è valso rilevare che un eventuale rispetto della prescrizione della Commissione da parte dell’USB non avrebbe in alcun modo modificato la data dello sciopero e pertanto non ci sarebbe stata nessuna ulteriore tutela dei diritti degli utenti, sempre strumentalmente utilizzati quando si devono inasprire le norme.

La USB ha responsabilmente deciso, perché la Commissione potrebbe a questo punto anche irrogare delle sanzioni pecuniarie ai lavoratori che decidessero di aderire comunque allo sciopero generale del 12 aprile, di revocarlo e di riproclamarlo in data da definire.

Ma la giornata del 12 aprile, i giorni prima e quelli successivi saranno comunque giornate nazionale di lotta, di mobilitazione e di denuncia di questo ennesimo attacco al diritto di sciopero.A cominciare dallo sciopero del pubblico impiego e della scuola del 10 maggio e quello dei trasporti il 17 maggio.

L’obbiettivo della Commissione è chiaro, forzare ulteriormente l’interpretazione della legge e introdurre pesanti limitazioni anche all’esercizio dello sciopero generale dopo aver fatto scempio di quelli aziendali e di categoria, soprattutto nel settore dei trasporti, da sempre nel mirino della Commissione.

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