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Napoli. Gli operai della Whirlpool bloccano di nuovo l’autostrada

Gli operai della Whirlpool di Napoli sono tornati a bloccare l’autostrada A3, Napoli-Salerno come immediata reazione dopo il responso negativo dell’ennesimo vertice svoltosi questa mattina a Roma nel quale la multinazionale americana ha confermato di voler cedere alla svizzera Psr la fabbrica che ha sede nell’area Est del capoluogo campano.

Al vertice avevano preso parte anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.

Gli operai sono usciti dallo stabilimento e si sono diretti verso l’autostrada, all’altezza di San Giovanni a Teduccio, dove hanno paralizzato la circolazione veicolare in entrambi i sensi di marcia. La polizia ha provato a bloccare l’intenzione degli operai con alcune camionette, ma senza alcun risultato. Alla Whirlpool appena appresa la notizia dell’esito negativo dell’incontro tra azienda e governo, “è stato dichiarato sciopero ad oltranza nel sito di Napoli e si sta pensando l’occupazione della fabbrica e uno sciopero oggi in tutto il gruppo di due ore.

La nazionalizzazione è la soluzione immediata. Nessuno deve rimanere in mezzo alla strada

Il comunicato di Potere al Popolo

La Whirlpool annuncia chiusura stabilimento Napoli. È il momento che lo Stato prenda in mano la fabbrica!
l tavolo a Roma tra il primo ministro Conte, Patuanelli e la Whirlpool è stato un nulla di fatto: l’azienda annuncia la chiusura e il Governo risponde con un ennesimo comunicato che non fa paura a nessuno.
Immediata la risposta dei lavoratori che scendono in piazza, occupano l’autostrada e annunciano nuove forti azioni di lotta.
La Whirlpool come continua a ripetere da mesi non ha cambiato idea: chiusura della fabbrica di via Argine e centinaia di lavoratori in mezzo a una strada (tra dipendenti diretti e appalti si sfiora il migliaio).
La ferocia della Whirlpool è stata evidente dai primi momenti di questa battaglia. Dall’inizio è stata chiara la sua brutale coerenza di non fare un passo indietro.
Di fronte a questo è incomprensibile e gravissimo che il Governo non sia arrivato a questo scontro decisivo senza alcuna proposta alternativa per garantire la produzione e i posti di lavoro.
Al contrario il Governo in questi mesi non ha fatto nulla se non convocare l’azienda, presentarsi disarmato e chiedere “Allora? Avete cambiato idea?”
Solo i lavoratori hanno tenuto alta la guardia, messo in campo la loro rabbia, respinto al mittente qualsiasi ipotesi di “riconversione-truffa” e spinto per salvare la fabbrica.
Adesso siamo allo scontro decisivo: la Whirlpool non può chiudere! È una emergenza e ci vuole un intervento straordinario e di emergenza.
Se l’azienda scappa deve essere lo Stato a prenderla in mano, deve rendere pubblico lo stabilimento, nazionalizzare la fabbrica e non lasciare nessuno in mezzo alla strada!

 

 

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