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Bologna. Venerdì giornata Nazionale: “Smascheriamo Ikea”

IKEA utilizza nei propri magazzini il maggior numero possibile di lavoratori precari dipendenti delle cooperative. Ciò avviene  perché così ottiene il duplice risultato di risparmiare sui costi e poter spadroneggiare col ricatto e la paura che la precarietà del sistema degli appalti porta con sé.

Quando un lavoratore alle dipendenze di un fornitore di servizi in IKEA si ammala o si infortuna non percepisce l’integrazione economica che il datore di lavoro dovrebbe pagare rispetto la quota che coprono INPS o INAIL.

Per il facchino di una cooperativa rinunciare ad una parte consistente di salario a causa di una malattia non pienamente retribuita significa andare a lavorare anche in non buone condizioni di salute per poter portare a casa uno straccio di stipendio appena sufficiente a sfamare i figli.

Nella logistica lavorare malati e malconci significa dover operare mettendo a rischio di incidenti la propria e l’altrui sicurezza “per un pugno di dollari”.

Quando ikea si serve di Coop che non pagano la malattia e l’infortunio al 100% si rende responsabile morale del triste fenomeno degli incidenti sul lavoro che vedono il nostro paese in vetta a questo primato europeo.

Quando compriamo un mobile ad un prezzo buono che la pubblicità ikea ci invoglia ad acquistare anche per le caratteristiche di sostenibilità ecologica

DOBBIAMO SAPERE CHE TALE CONVENIENZA LA PAGANO LA  SICUREZZA DEI LAVORATORI CHE MOVIMENTANO QUELLE MERCI.

CONSUMATORE PENSACI, DI AD IKEA DI SMETTERE DI FARE PROFITTO SULLA PELLE DEI SUOI LAVORATORI, DI AD IKEA DI  PAGARE LA MALATTIA DEI SUOI DIPENDENTI AL 100%.

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