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Italia: ogni anno 3000 morti di amianto

«Tenere conto negli altri procedimenti penali ancora in istruttoria, oltre che in quello concluso da pochi giorni, pure dei malati e dei deceduti a causa della lavorazione dell’amianto nell’Eternit siciliana con sede in contrada Targia, alle porte di Siracusa». A chiederlo è l’Osservatorio Nazionale Amianto Sicilia, coordinato da Calogero Vicario, che con l’assistenza legale dell’avvocato Ezio Bonanni ha deciso di appellarsi al procuratore Raffaele Guariniello che ha condotto l’indagine e sostenuto la pubblica accusa nel processo svoltosi a Torino contro la multinazionale killer. La sezione siciliana dell’Osservatorio Nazionale Amianto ritiene che la competenza sia ascrivibile al Tribunale Penale di Torino, sia perché ciò è stato confermato nella recente sentenza di condanna sia perché è da Casale Monferrato e Torino che partivano le disposizioni e le decisioni dei multimiliardari proprietari anche dell’Eternit Sicilia.

«La verità sulla nocività e cancerogenicità dell’amianto è stata confermata dalla chiarezza eclatante documentata in questo maxiprocesso e impone urgentemente la proibizione dell’amianto in tutto il mondo» chiedono invece le associazioni dei familiari e vittime dell’amianto di Italia, Francia, Belgio, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Brasile e Stati Uniti in un appello inviato al segretariato generale delle Nazioni Unite e alle Organizzazioni mondiali della Sanità, del Commercio e del Lavoro. «È dovere di ogni società civile – scrivono – impedire che le future generazioni subiscano tragedie di questo tipo. Per ottenere questo traguardo occorre adeguare le direttive degli organismi internazionali, le normative dei singoli paesi e gli strumenti giuridici». Secondo le associazioni «continuare ad esporre moltitudini di lavoratori e cittadini al rischio della vita, per l’unico motivo del dato economico e del profitto deve essere considerato un crimine sociale ed umanitario, e dunque sanzionato come tale, in tutti i paesi seguendo l’esempio dell’Italia». 

L’amianto continua, a decenni dalla sua messa in mora, a causare migliaia di vittime. Nel nostro paese sarebbero circa 3000 i morti provocati ogni anno da tumori e altre malattie provocate dal contatto con le pericolosissime fibre. Lo dice il quarto Rapporto biennale del Registro nazionale dei mesoteliomi (Renam) che sarà presentato nei prossimi mesi all’Inail. «Dal 1993, anno di avvio del Registro, sono oltre 15.000 i casi di registrati di mesotelioma», il tumore della pleura direttamente correlato all’esposizione ad amianto, precisa il responsabile del Renam Alessandro Marinaccio. Secondo gli studi finora condotti ogni anno si registrano circa 1.400 casi di mesotelioma a cui vanno aggiunti altrettanti casi di tumore ai polmoni indotti direttamente dall’esposizione all’amianto, e poi tumori alla laringe, alle ovaie e decessi per asbestosi (circa 200 ogni anno). «Un tragico trend che si ripeterà ancora per qualche anno – spiega Marinaccio – con un picco di vittime fino al 2015, quando la curva epidemiologica comincerà a ridursi. Malgrado l’amianto sia al bando in Italia da 20 anni, il problema è tragicamente attuale”. Non tanto per le industrie cemento-amianto, come l’Eternit, che fanno parte del passato, ma per le esposizioni inconsapevoli che ci sono ancora oggi tra i numerosi addetti all’edilizia, e in luoghi pubblici come teatri, piscine, strutture sanitarie, scuole. L’amianto è stato infatti utilizzato ovunque per combattere il fuoco, i rumori e l’umidità. La patologia ha una latenza molto lunga: 40 anni. Mediamente, secondo i dati registrati nell’archivio nazionale, la malattia insorge intorno ai 70 anni e l’evoluzione verso la morte è rapida: il decesso avviene dopo 9, massimo 12 mesi. In due casi su tre vittime dell’amianto sono uomini.
L’edilizia è il settore più a rischio, ma l’amianto è ovunque. Dalle vecchie assi e ferri da stiro ai freni delle auto, dalle tubature ai cassoni dell’acqua nei sottotetti. Sono varie, ed alcuni veramente insospettabili, le possibili fonti di ‘contaminazione’ da amianto, oltre all’esposizione diretta di tipo professionale. Si tratta naturalmente di prodotti fabbricati prima del 1992, data dalla quale l’utilizzo dell’amianto è completamente vietato in Italia. Ma molti dei quali ancora presenti nelle nostre case, nei luoghi di lavoro o di studio.

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2 Commenti


  • Tea Cernigoi

    Sembra non sia nemmeno necessaria una guerra per ridurre drasticamente la popolazione, basta la mala politica dei padroni: i morti sul lavoro sono un vero bollettino di guerra! Lottiamo per il cambiamento.


  • Carlo C.

    le vittime annuali delle motociclette sono circa tra 1500 e 1800

    la mortralità dell’amianto non è neanche il doppio della mortalità della motocicletta, per la quale gli interventi legislativi sono stati assolutamente NULLI

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