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Schmidheiny alla conferenza di Rio sullo sviluppo sostenibile? Rivolta delle vittime di Eternit

 

Voi ce lo mandereste un pedofilo a patrocinare una conferenza sui diritti dell’infanzia? Ovviamente no. E invece Stephan Schmidheiny, patron della multinazionale Eternit condannato a 16 anni di carcere dal tribunale di Torino per aver chiuso un occhio sulla morte di migliaia di suoi operai causa amianto, è stato incredibilmente invitato dalle Nazione Unite a presenziare alla Conferenza sullo sviluppo sostenibile in programma a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno prossimi.

«Ci rivolgiamo alle Nazioni Unite, alle autorità internazionali, ai capi di stato e di governo, alla presidente del Brasile Dilma Rousseff, affinché dichiarino Stephan Schmidheiny “persona non gradita” alla Conferenza di “Rio + 20”” scrivono in un appello quelli di Abrea, gli attivisti dell’associazione che in Brasile riunisce i lavoratori esposti all’amianto. Molti dei quali, neanche a farlo apposta, sono vittime proprio dell’Eternit locale, guidata fino al non troppo lontano 1998 proprio dall’esperto di sviluppo sostenibile in questione.
Una denuncia ripresa e amplificata in Italia da varie associazioni degli esposti all’amianto che si chiedono increduli come sia possibile che al Palazzo di Vetro qualcuno possa scambiare un capitalista assetato di profitto ad ogni costo come Schmidheiny per un benefattore.

«Schmidheiny è stato condannato per aver causato un disastro ambientale, e per questo dovrebbe essergli vietata la partecipazione a questa importante riunione che preparerà un piano e discuterà di come proteggere il futuro della Terra» scrivono quelli di Casale Monferrato.

Ma i sostenitori del sessantacinquenne ribattono che l’invito ci sta tutto visto che «Schmidheiny è uno dei fondatori del World Business Council for Sustainable Development. E’ pure un benefattore, il filantropo che ha creato la Fondazione Avina per sostenere progetti ambientali e sociali in America Latina».
Eppure la notizia della sua condanna il 13 febbraio scorso in un processo di importanza storica, addirittura epocale, ha fatto il giro del mondo. Così come in molti paesi i media hanno già raccontato negli ultimi giorni che il plurimiliardario capitalista ha detto che mai e poi mai risarcirà le vittime della sua condotta criminale come stabilito dalla Corte di Torino. Nonostante la sentenza inequivocabile – Schmidheiny e il suo socio De Cartier hanno causato, in nome dei risparmi sulle norme antinfortunistiche, la morte di centinaia, migliaia di operai nei loro stabilimenti in Italia e nel resto del globo – il miliardario gode ancora di ottima fama, tanto che la rivista statunitense Forbes l’ha addirittura definito il Bill Gates svizzero. Se non fosse stato per la tenacia dei parenti delle vittime e per l’abnegazione del procuratore di Torino Guariniello, la fama di benefattore del miliardario elvetico sarebbe rimasta intatta e anzi si sarebbe amplificata.
”Schmidheiny è stato condannato per aver causato un disastro ambientale, e per questo dovrebbe essergli vietata la partecipazione a questa importante riunione che preparerà un piano e discuterà di come proteggere il futuro della Terra” dichiara giustamente il comitato delle vittime e dei parenti delle vittime di Casale Monferrato, che continua a raccogliere firme da inviare all’Onu per evitare lo scempio di una partecipazione di Mr Amianto alla conferenza di Rio.
Come finirà? 

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1 Commento


  • antonella cazzaro

    e’ inconcepibile!!! firmiamo per evitare tale assurda ingiustizia e beffa!

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