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ThyssenKrupp. Ridotta in appello pena per il rogo di Torino

L’incendio alla ThyssenKrupp nel 2007 uccise sette operai. In primo grado l’amministratore delegato della Thyssenkrupp, Harald Espenhahn, era stato condannato a 16 anni e mezzo di carcere per omicidio volontario con la formula del dolo eventuale mentre gli altri cinque imputati erano stati condannati a pene comprese tra i 10 anni e 10 mesi e i 13 anni e mezzo di reclusione. Sono Marco Pucci e Gerald Priegnitz, entrambi esponenti del board aziendale, il responsabile tecnico Daniele Moroni, Raffaele Salerno, direttore dello stabilimento di Torino e Cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza dell’impianto di corso Regina Margherita.

Stavolta invece la Corte d’Appello non ha acclto l’accusa avanazata in primo grado da Raffaele Guariniello – omicidio volontario, perché la società conosceva perfettamente i rischi della produzione in quelle condizioni – ma lo ha “derubricato” a colposo. Automaticamente è sceso il massimale di pena, consentendo di abbasare la condanna e eliminare una serie di conseguenze accessorie.
«Maledetti, vergognatevi, e adesso arrestateci». I familiari delle vittime sono esplosi in un boato di indignazione. «Questa è la giustizia italiana, che schifo». I parenti hanno poi deciso di occupare la maxi aula del Palazzo di Giustizia. L’iniziativa è una protesta contro le riduzioni di pena decise dalla Corte. «Non lo accetto – dice una ragazza – mio fratello e altri sei ragazzi sono morti e queste pene sono troppo basse». Nell’aula sono entrati dei carabinieri.

Anche tra i magistrati, dunque, la “sudditanza verso gli imprenditori” contagia molte persone…

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2 Commenti


  • Alfonso De Amicis

    Se la merda fosse oro i proletari nascerebbero senza culo. Finalmente sancito che la vita è merce. Ricordate “Dolores – Valigia Senior” dobbiamo sempre ricordare di che razza son fatti i padroni. Per quanto bravo Guarniello per i padroni la vita di un operaio vale meno di niente.


  • Lello

    Non resta che sperare nella Cassazione, anche se oramai il danno sembra essere in gra parte compiuto. Giustizia di classe? E chi mai ne ha dubitato..ma forse pure a sinistra ogni tanto ci si innamora dei magistrati…per fortuna con
    ridicoli risultati…

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