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Lavoro mortale: operaio ucciso da un treno a Roma Tirburtina

La dinamica dell’episodio non è ancora chiara e si sta cercando di recuperare il corpo, ancora sotto una carrozza. L’operaio, intorno alle 7,50, stava attraversando i binari tra il 12 e il 13, quando è stato travolto da un treno dell’Alta velocità della linea Roma-Milano.
Aumentano dunque, invece di diminuire, gli incidenti mortali nelle Ferrovie dello Stato. La causa? I tagli mostruosi sia al personale che alla manutenzione, per concentrare tutte le risorse sull’alta velocità (alta redditività).

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Ancora una volta un lavoratore perde la vita sui binari; non importa per quale ditta o azienda lavorasse: per noi era e resta un “ferroviere”, perché sul “ferro” stava svolgendo il suo lavoro, il suo turno.

E perché un altro “ferroviere” era alla guida di quel treno che lo ha investito causandone la morte suo malgrado.

A ognuno di noi, “ferroviere”,  corre il ricordo per quella volta che ha sentito il treno troppo vicino e troppo pericolosamente a ridosso del lavoro che stava svolgendo; oppure a quando con la mano sulla frenatura rapida vedeva altri “ferrovieri” saltare o scansare di lato per evitare il treno che stava conducendo.

Forse qualcuno di noi “ferrovieri” ha dovuto anche assistere a scene pietose per dare l’allarme e chiedere soccorso per un investimento in linea causato da un treno che stava scortando come capotreno. Per poi accorgersi che anche l’investito indossava una divisa da “ferroviere”.

Ogni volta ci siamo ripetuti: “Che non accada mai più!”.A Roma lo abbiamo ripetuto, solo poco tempo fa, dopo la morte di Massimo e di Anthony.

In tutta Italia lo abbiamo ripetuto per troppe volte negli ultimi anni.

Eppure accade ancora.  Oggi e’ successo ancora.

Come e’ mai possibile che l”ambiente “ferrovia” sia cosi’ pieno di incidenti ancora oggi, nel Terzo Millennio, nella piena efficienza di sofisticati sistemi che spingono i treni a velocità da bolidi di formula 1 ma che non riescono a fare in modo che i binari siano un “luogo sicuro” per i lavoratori e a volte anche per chi ci viaggia? Quale circolo vizioso deve essere sciolto? Forse quello economico? Quello del “maggior ribasso”? Degli appalti o dei subappalti?

Della fretta con cui bisogna svolgere il proprio lavoro altrimenti “perdiamo l’appalto” oppure il nostro lavoro “lo danno a altri”? Della sicurezza che “non ci possiamo permettere” come ebbe a dire un ministro del nostro Stato non molto tempo fa?

L ‘Unione Sindacale di Base si associa al dolore dei familiari della vittima, dei suoi compagni di lavoro e conferma il suo impegno sui binari, come in ogni altro ambiente di lavoro, per la sicurezza di chi ci lavora e di chi ci viaggia.

COSTI QUEL CHE COSTI.

USB Lavoro Privato settore attività ferroviarie

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