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I corrotti dell'”antiterrorismo”. Arrestato Filippi

Quasi semidei, comunque”eroi”. Agli uomini dell’antiterrorismo italiano, dagli anni ’70 in poi, è stato riservato un trattamento mediatico di prima qualità. Solo pregi, nessun difetto. E se pure qualcuno cadeva in qualche disgrazia, era solo una “mela marcia”, casulmente finita nel cesto degli eroi senza macchia e tantomeno paura.

Così si è fatto finta di nulla davanti a colonnelli dei carabinieri che avevano trasformato intere caserme in raffinerie di cocaina, a questori col vizietto di seminare finte autobombe nei pressi del proprio palazzo mentre mettevano in piedi squadre di torturatori di mestiere; e persino davanti alle confessioni senili dei toruratori stessi (come dimostrato poi dal processo vinto da Enrico Triaca).

Ora tocca a un super-eroe, nientepopodimeno che il poliziotto che aveva arrestato Mario Moretti, leader storico delle Brigate Rosse per un decennio e l’unico ad essere ancora in carcere dopo 33 anni di prigionia).

L’ex vicesindaco di Pavia ed ex poliziotto Ettore Filippi, 71 anni, è stato arrestato e messo ai domiciliari per corruzione. Con lui anche l’imprenditore edile Ciro Manna. Gli arresti – si precisa in una nota della Procura – sono il risultato della prosecuzione dell’indagine “Punta est”, che già ha portato nel 2012 al sequestro di un cantiere di 9 mila metri quadrati del valore di circa 3 milioni di euro, e all’emissione di misure cautelari e interdittive nei confronti di un professore dell’Università di Pavia, un imprenditore pavese e un dirigente del settore Ambiente e territorio del Comune di Pavia.

Filippi, funzionario e dirigente della Polizia di Stato, con molti anni di servizio passati in questura a Milano, era in passato già uscito indenne da una serie di infamanti accuse che gli avevano lanciato contro uomini del clan Epaminonda. Evidentemente le “chiacchiere” sulla sua “disponibilità” risalivano a molto tempo fa (si parla infatti degli anni ’80, subito dopo il suo “trionfo” come super-eroe).

Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, Filippi, grazie al suo ruolo politico, avrebbe permesso ad amici imprenditori di sanare costruzioni irregolari ottenendo anche concessioni edilizie per utilità pubblica, quindi con l’abbattimento di gran parte degli oneri costruttivi. In cambio di questi favori, secondo le indagini di carabinieri e gdf, avrebbe ricevuto soldi che sarebbero stati versati sui conti di alcuni comitati elettorali a lui relativi e a una sua società che si occupava di pubblicità ed eventi. Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’autorità giudiziaria oltre a Filippi e a un imprenditore edile, posti agli arresti domiciliari, risultano indagati anche alcuni altri funzionari amministrativi e imprenditori.

Merdaccia amministrativa. dunque. Corruzione da passacarte, senza alcun odore di pericolo e polvere da sparo.

Dov’è la sorpresa? Per noi non c’è. Già ai tempi “eroici”, infatti, era noto – a chi riusciva a tenere aperti gli occhi, almeno – che i “poteri eccezionali” concessi agli uomini del generale Dalla Chiesa o quelli dei Nocs di Umberto Improta avevano numerose “controindicazioni”. Le torture, in primis, autorizzate direttamente dai governi d’allora e coperte tranquillamente anche dal Pci di Berlinguer. E poi una notevole “disinvoltura” nell’uso dei mezzi, anche economici, di cui avevano disponibilità o entravano in possesso. Facile, in quel clima, provare la vertigine dell'”uomo al di sopra dei comuni mortali”.

Poi, spenti i riflettori e venuti meno i peana di gloria, ogni omuncolo torna quel che è. Spesso soltanto uno che si vende un tanto al chilo, convinto d’essere ancora “al di sopra di ogni sospetto”.

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