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L’oro del sindacato di polizia

Il segretario provinciale del Sap di Ferrara si chiama Luca di nome e Caprini di cognome. Ieri si è fatto largo tra le cronache italiane per un gesto che voleva essere, nelle sue intenzioni, molto forte: la riconsegna della medaglia di bronzo al valore civile e del titolo di cavaliere della Repubblica a Giorgio Napolitano. La lettera con cui il sindacalista in divisa ha mandato indietro il tutto è eloquente: «Io sono tra quelli che hanno applaudito – riferito all’episodio che ha visto protagonisti gli assassini di Federico Aldrovandi, la settimana scorsa, durante l’assemblea del sindacato a Rimini–, l’applauso nulla aveva a che vedere con quanto a loro contestato e, se così fosse, sarei giustamente da considerare un essere dall’animo mostruoso e di nessun onore. A lei valutare se io sia ancora degno di appuntare queste onorificenze sul mio petto». In Italia, più o meno dall’alba dei tempi, funziona così: uno ci prova, se poi le cose si mettono male, esce fuori la storia dell’equivoco. Da notare che nessuno si è prodigato a fare tanti distinguo con Genny ‘a carogna e la sua maglietta «Speziale libero»: anche lì si parla di una sentenza, non del fatto in sé. E se qualcuno si fosse preso la briga di dare un’occhiata alle sentenze, si renderebbe conto che i dubbi sulla colpevolezza del ragazzo sono parecchi.

La differenza tra le due situazioni è tuttavia sostanziale: Speziale è in galera, chi è stato condannato per l’omicidio di Aldrovandi no. E qui viene fuori un altro punto centrale dell’italico costume: il mitico «due pesi e due misure». Nel paese in cui gli ex terroristi neri sono tutti vittime di errori giudiziari e gli ex brigatisti non possono parlare in pubblico anche se si sono fatti trent’anni dietro le sbarre, dove per gli amici si è garantisti a oltranza e per i nemici si insapona la corda, appare lecita una domanda: non è che i perseguitati sono i nostri ragazzi che prestano servizio in polizia o tra i carabinieri?  La risposta è un altro topos antropologico di questo paese: nel dubbio, “la si butta in caciara”.

Se la nostra richiesta al signor Caprini è di dare indietro la divisa e magari di tenersi il pezzo di latta in una bacheca dentro casa, non possiamo che fare anche una piccola notazione sul valore, di queste medaglie: ma se il bronzo va a chi accoglie dei colleghi assassini con un applauso, l’argento a chi spetterebbe? E l’oro?

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