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Spararono e uccisero a un posto di blocco. Due carabinieri a giudizio per omicidio volontario

Il caso è poco noto – misteri delle cronache nazionali –, ma il copione è di quelli tristemente consueti, in Italia.
Il 21 gennaio del 2011 il 36enne Sandrino Greco forzò un posto di blocco dei carabinieri lungo la statale 106, a Rossano (provincia di Cosenza): i militari spararono e l’uomo morì sul colpo. Adesso, a tre anni e mezzo di distanza, gli agenti Pasquale Greco e Luca Zingarelli sono stati rinviati a giudizio dalla Corte d’assise di Cosenza, con l’accusa di omicidio volontario.

A quanto si apprende, Greco era un personaggio noto alle forze dell’ordine: il fuoristrada Nissan Patrol con cui aveva forzato il posto di blocco l’aveva rubato qualche tempo prima, e i carabinieri lo cercavano: lo hanno inseguito fino in aperta campagna. Poi il 36enne imbocca una strada senza uscita, se ne accorge, inverte la marcia e cerca di fuggire. Qui la faccenda si fa controversa: per i carabinieri, Greco avrebbe cercato di travolgerli mentre loro avrebbero sparato dei colpi in aria. La parte civile, rappresentata dagli avvocati Francesca Straticò, Giuseppe De Marco, Giovanni Giannico e Antonio Bonifati, risponde che i colpi sparati sono stati più di venti, un po’ troppi per essere un avvertimento. Alla fine, una pallottola ha colpito Greco in testa, uccidendolo sul colpo.
Dopo una lunga indagine e una complessa udienza preliminare dello scorso maggio, adesso la Corte ha stabilito che ci sarà un processo che inizierà il 9 febbraio del prossimo anno. Per omicidio volontario e non più colposo come in un primo tempo ipotizzato.

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