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Caso Uva, Adriano Chiarelli a processo per diffamazione aggravata

Dopo le assoluzioni dell’inviato delle Iene Mauro Casciari e di Lucia Uva, ieri il documentarista e autore dei libri ‘Mala Polizia’ e ‘Ribelli della montagna’ – oltre che collaboratore di Contropiano – Adriano Chiarelli è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Velletri per “diffamazione aggravata” nei confronti dei due carabinieri e dei sei poliziotti che nel giugno del 2008 arrestarono Giuseppe Uva.

Il dibattimento si aprirà il prossimo 8 settembre. I fatti sono riferiti al documentario «Nei Secoli Fedele», nel quale si raccontavano i fatti riferiti alla morte di Giuseppe Uva e all’inizio delle indagini, fino al processo che nella primavera del 2012 portò all’assoluzione del medico dell’ospedale di Varese Carlo Fraticelli.

Già, perché l’inchiesta cominciò focalizzando l’attenzione non tanto su quello che accadde nella caserma dei carabinieri di via Saffi dove su portato Uva (che ne uscì per essere trasportato in un ospedale dal quale non uscì vivo) ma su quanto accaduto dopo il Tso ordinato nei suoi confronti. Da quel giorno, comunque, altri tre anni di indagini e un altro processo non hanno portato a nulla se non all’assoluzione di tutti gli uomini in divisa, che erano stati portate in aula a forza, dopo cioè che il gip ne aveva ordinato l’imputazione coatta.

Adriano Chiarelli adesso è chiamato a rispondere di diffamazione aggravata nei loro confronti. Per gli stessi fatti erano già stati assolti, ma da altri tribunali, l’inviato delle Iene Mauro Casciari e la sorella di Giuseppe Uva, Lucia. Quest’ultima sentenza è arrivata ad appena due giorni di distanza da quella che aveva assolto i due carabinieri e i sei poliziotti.

MDV

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