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La finanza globale orfana di Strauss-Kahn

 

 

Ascolta il commento di Maurizio Donato a Radio Città aperta:


Pubblichiamo qui di seguito alcuni articoli apparsi stamane sulla stampa anzionale per evidenziare tutto l’arco dei problemi relativi.

 

 

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Dominique Strauss-Kahn si dichiarerà non colpevole quando comparirà di fronte ai giudici di New York per rispondere delle accuse di tentato stupro e sequestro di persona. Si vanno delineando i contorni della vicenda che ha sconvolto la Francia e il mondo finanziario, mettendo la parola fine alle ambizioni del direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), che puntava a candidarsi come alle elezioni presidenziali francesi del 2012.   Oggi infatti le Borse hanno aperto tutte in negativo.
Il direttore generale del Fmi è stato bloccato e arrestato ieri all’aeroporto Jfk, già imbarcato, in prima classe, sul volo di linea 23 dell’Air France in partenza per Parigi, ed è stato portato presso il commissariato di Harlem e interrogato, in attesa dell’udienza preliminare. Strauss-Kahn rischierebbe da 15 a 20 anni per tentata violenza sessuale e stupro e altri 3-5 anni per il sequestro di persona. La denuncia è stata presentata da una giovane cameriera del lussuoso hotel di New York dove era ospitato il presidente del FMI. Il giudice oggi dovrà decidere se trattenerlo in stato d’arresto o rilasciarlo dietro cauzione. Nel corso dell’udienza verrà anche deciso se convocare o meno un gran giurì, composto da 16 a 23 cittadini, che dopo aver ascoltato l’accusa e la difesa, dovrà decidere se procedere o meno con l’incriminazione. A difenderlo, secondo il New York Times, saranno gli avvocati William Taylor e Benjamin Brafman, che tuttavia hanno fatto sapere di non aver avuto modo, finora, di incontrare il loro cliente. La notizia dell’arresto di Staruss Khan era stata anticipata su twitter da un giovane francese, Jonathan Pinet, studente di scienze politiche e simpatizzante del partito Ump di Nicolas Sarkozy, che sul suo profilo aveva riferito dell’arresto di Strauss-Kahn in un hotel di New York un paio d’ore prima che venisse reso pubblico dal New York Times.
Secondo il ministro francese, Henri de Raincourt, esponente dell’Ump, “non si può escludere che Dominique Strauss-Khan possa essere stato incastrato per bloccare la sua corsa all’Eliseo”. Ma il presidente dell’Fmi era già finito nell’occhio del ciclone nel 2008 per una relazione con una sua dipendente, l’economista ungherese Piroska Nagy. Allora, il direttore generale del Fmi aveva ammesso la sua ‘colpa’ e chiesto scusa pubblicamente alla moglie, restando al suo posto. Ancora prima, nel 1999, quando era ministro delle Finanze, era stato coinvolto in due casi di corruzione (lo scandalo Elf-Aquitaine e Mnef), venendo tuttavia poi dichiarato completamente estraneo ai fatti.

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Se la crisi economica perde il suo regista

Federico Rampini

UN IMMENSO vuoto si apre al vertice del Fondo monetario internazionale. Proprio in un momento cruciale per il salvataggio della Grecia e la stabilità dell’eurozona. Viene distrutto dallo scandalo un personaggio-chiave per le operazioni di “pronto intervento” sulle crisi di Stati sovrani che minacciano l’economia globale. Il ruolo del Fmi è stato ingigantito grazie a Dominique Strauss-Kahn detto Dsk.

E ora il Fmi deve affrontare un’emergenza interna mai vista. L’esito finale potrebbe essere l’arrivo di un cinese o un brasiliano. A sancire l’egemonia delle nuove potenze emergenti, la fine del “diritto europeo” a nominare il capo del Fmi. Sarebbe un prezzo altissimo pagato dall’intera Unione europea per la caduta ingloriosa di uno dei suoi leader più promettenti.

Lo shock è poderoso: cancellato ieri il vertice tra Dsk e Angela Merkel che doveva sciogliere dissensi pericolosi sulla crisi greca; convocato d’urgenza il board del Fondo a Washington; sancita la direzione ad interim del numero due americano John Lipsky. Oggi la delegazione del Fondo si presenta decapitata del suo ex-leader, alla riunione dell’Eurogruppo che deve decidere terapie urgenti sulla Grecia, oltre a dare il primo via libera per Mario Draghi alla Bce. In Germania è dovuto intervenire il ministro dell’Economia Wolfgang Schaeuble per rassicurare i mercati prima della riapertura: “La soluzione del problema greco non si ferma, l’arresto di Strauss-Kahn non peserà sui negoziati”. E’ presto per dirlo. La gravità della perdita, per l’economia globale, affiora dietro le reazioni più estreme dalla Francia. In piena paranoia da teoria del complotto, la dirigente socialista Michéle Sabban, non ha dubbi: “Hanno voluto colpire il Fmi alla vigilia del possibile crac greco e del G20, è una trama internazionale”. E giù a collegarla con “l’affaire ungherese”, la relazione extraconiugale tra Dsk e l’economista del Fondo Piroska Nagy. Una ungherese, guarda caso, proprio in un’epoca in cui erano i paesi dell’Europa centro-orientale i più colpiti dalla speculazione che annusava o pianificava bancarotte di Stato.

La ricerca di occulti registi dà semplicemente la misura di quale personaggio straordinario fosse divenuto Dsk, nella sua vita professionale, s’intende. Nel 2007 eredita la guida di un Fmi che sembra in via d’estinzione. Nella prima metà di quell’anno, quando i mercati ancora ignorano la catastrofica bolla dei mutui subprime, la Turchia rimborsa “l’ultimo prestito” erogato dal Fondo che così rimane disoccupato. Tutto va troppo bene. Nessun paese ha più bisogno di aiuti. Poi in pochi mesi arriva l’Apocalisse, il mondo precipita in una crisi finanziaria senza precedenti dalla Grande Depressione. Dsk diventa quasi un uomo della Provvidenza. Guida con energia il Fmi alla riscoperta di una vocazione interventista. Si precipita a tamponare una crisi dopo l’altra: Pakistan, Ucraina, Islanda. E’ indispensabile per spegnere incendi alla periferia dell’Ue, superando le gelosie di Bruxelles e di alcuni Stati membri. Irlanda, Portogallo, Grecia, diventano le tappe del pendolarismo di Dsk. Impone una svolta al pensiero unico neoliberista: vuole controlli sui movimenti dei capitali, nuove regole per il sistema bancario. Denuncia le diseguaglianze sociali. Sceglie un cinese come numero due. Potenza della grande crisi: perfino l’America ringrazia che ci sia un socialista francese al vertice del Fondo, con una visione delle riforme necessarie per curare gli eccessi del mercatismo. A maggior ragione devono benedirlo gli europei. Per 18 mesi i rapporti personali che lui ha da lunga data con Sarkozy, Trichet e Papandreou, la credibilità che si conquista con la Merkel e Obama, sono armi preziose per sanare le tensioni sulle terapie da adottare contro la disgregazione dell’eurozona. Non fosse per la sciagurata vicenda del Sofitel di Manhattan, oggi tutti aspettavano Dsk a Bruxelles come un mediatore tra Germania, Bce, Commissione europea. Per preparare altri 60 miliardi di aiuti alla Grecia e scongiurare una ristrutturazione del suo debito pubblico (pudico eufemismo che indica una bancarotta concordata coi creditori). I mercati sono di nuovo in allarme: dopo la Grecia si teme il Portogallo, ancora l’Irlanda, e poi, e poi…

E’ un copione già visto, per un anno e mezzo è stato evitato il peggio. Si è guadagnato tempo, anche se Dsk avvertiva il pericolo più grave: le terapie d’urto chieste ai governi dei Pigs li spingono verso la recessione, con la Grecia già avviata a perdere quattro punti di Pil. Non si riducono i debiti pubblici sulle macerie di una calamità sociale. Dsk lavorava per una soluzione socialmente sostenibile. Un vero “micro-manager”, lo definivano con ammirazione gli americani, per indicare la dedizione con cui si applicava a studiare ogni dettaglio dei dossier di crisi. “Micro-manager” esemplare di tutto, fuorché di se stesso. Ricordo, all’ultima intervista che mi ha dato un mese fa, la foto di sua moglie sulla scrivania. E l’incertezza sincera sulla candidatura all’Eliseo: come capo del Fmi forse aveva già più potere di un presidente. Ora quell’imbarazzo della scelta non lo assilla più. E il Fmi naviga verso un approdo molto diverso.

da Repubblica del 16 maggio 2011

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Eurogruppo sotto choc. Si teme per aiuti alla Grecia. Frattini: nessuna conseguenza sul salvataggio

di Vito Lops

 

«Questa storia è venuta fuori veramente in un brutto momento per l’euro, potrebbe ritardare tutti gli sforzi di mettere assieme un nuovo pacchetto di aiuti per la Grecia. È come spargere sale sulle ferite», così Tsutomu Soma, dealer della Okasan Securities, commenta del numero uno del Fmi Dominique Strauss-Kahn, coinvolto nello scandalo dell’hotel Sofitel di Manhattan.

Strauss-Kahn avrebbe dovuto incontrare ieri il cancelliere tedesco Angela Merkel e unirsi oggi all’Eurogruppo di Bruxelles per fare il punto sulla soluzione della crisi finanziaria europea, nell’ambito della quale il Fondo gioca un ruolo di primo piano a fianco dell’Ue. Nell’agenda dei lavori dell’Eurogruppo in programma oggi, oltre alla decisione sulla nomina del successore di Jean-Claude Trichet alla guida della Banca centrale europea (con il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in pole position) è in programma una discussione sul pacchetto di aiuti a Grecia e Portogallo. Ma la discussione è resa più difficile dallo scandalo che ha investito il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale.

Sulla Grecia i ministri economici dell’area euro inizieranno la discussione circa un possibile piano di sostegno di 60 miliardi, che si andrebbero ad aggiungere ai 100 miliardi già varati. Tuttavia il nuovo intervento dovrebbe essere condizionato all’attuazione da parte del governo di Atene di ulteriori aggiustamenti di bilancio con tagli di spesa. La decisione sugli aiuti sarà assunta dopo la missione in corso in Grecia da parte della Ue, della Bce e del Fondo.

Sul tema è intervenuto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che è stato ospite di Maurizio Belpietro nel corso di Mattino Cinque, secondo cui l’arresto di Dominique Strauss-Kahn non avrà alcuna ripercussione sul piano di salvataggio della Grecia «Il Fondo Monetario Internazionale è un’istituzione credibile importante, che continuerà a funzionare regolarmente» e l’arresto del suo direttore generale «non deve assolutamente allarmare Paesi come la Grecia che stiamo lealmente aiutando ad uscire dalla crisi».

Per il Portogallo si prospetta un piano di aiuti di 78 miliardi di euro di cui due terzi sarebbero stanziati dalla Ue e dal Fondo salva-stati e un terzo dall’Fmi

Decisioni Eurozona a rischio
Nel pieno della crisi europea del debito, alla vigilia del varo del piano-Portogallo, con la Grecia che ha bisogno di nuovi aiuti e con le nuove tranche del prestito all’Irlanda da versare, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) si ritrova coi vertici praticamente “azzoppati”.

L’arresto di Stauss-Kahn, anche se sulla carta non obbliga il Fondo a nessun provvedimento, lascia infatti intravedere un pericoloso vuoto nella governance dell’istituto di Washington, soprattutto in considerazione del fatto che il suo vice, il direttore generale aggiunto Lipsky, lascerà l’incarico il prossimo agosto.

Proprio Lipsky, in quanto reggente, presiederà questa parteciperà oggi alla riunione dell’Eurogruppo che si terrà a Bruxelles, al posto di Strauss-Kahn, il Fondo sarà rappresentato dal vice direttore generale Nemat Shafik.

«Il Fondo monetario internazionale resta pienamente funzionante ed operativo – si è affrettata a spiegare la responsabile delle relazioni esterne del Fmi, Caroline Atkinson – Il direttore generale Strauss-Kahn è stato arrestato a New York. Si è avvalso della consulenza di legali e l’Fmi non ha commenti sul caso. Tutte le richieste dovranno essere rivolte al suo avvocato personale e alle autorità locali».

Euro sull’ottovalente
Dopo la diffusione della notizia dell’arresto con l’accusa di molestie sessuali l’euro, nei primi scambi a Tokyo (questa notte in Italia) ha ceduto terreno, scivolando verso i minimi da sei settimane sul dollaro e da due mesi sullo yen. Poi in mattinata ha recuperato tornato sopra 1,41 dollari. In ogni caso l’arresto di Strauss-Kahn secondo alcuni operatori rischia di aggiungere incertezza in un momento assai delicato per il salvataggio della Grecia e delle altre economie indebitate della zona euro.

L’Fmi pensa al successore
Con Mario Draghi lanciato verso la presidenza della Bce infatti, fra i possibili successori di Strauss-Kahn al momento il più accreditato parrebbe essere lo statunitense Peter Mandelson. Il direttore generale del Fmi è stato finora scelto dell’Unione Europea mentre il leader della banca Mondiale è stato appannaggio degli Stati Uniti. Il Fmi negli ultimi anni ha più volte segnalato l’intenzione di cambiare la metodologia di scelta, anche per dare maggiore spazio ai paesi emergenti.

Nulla è scritto, ovviamente, anche perché nell’immediato l’Fmi non appare obbligato a prendere nessuna decisione e può adempiere ai suoi compiti in attesa che il caso Strauss-Kahn venga chiarito. Certo il Fondo impone un codice di condotta comportamentale ai suoi funzionari internazionali, che chiede loro di rispettare le leggi ma anche di «seguire le norme del più elevato comportamento etico, conformemente ai valori dell’integrità, dell’imparzialità e della discrezione».

 

Da IlSole24Ore del 16 maggio 2011

 

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Da IlSole24Ore del 15 maggio 2011

Fmi, un vuoto pericoloso nell’ora decisiva dei salvataggi

di Alessandro Merli

 

Le prime, pesanti ripercussioni dell’arresto di Dominique Strauss-Kahn a New York per molestie sessuali si faranno sentire sulla guida del Fondo monetario e sugli sforzi per tenere a galla diverse economie europee, oltre che che sulla scena politica francese, dove l’esponente socialista era considerato un possibile vincitore delle presidenziali del prossimo anno.

Strauss–Kahn doveva incontrare oggi il cancelliere tedesco Angela Merkel, la quale, a quanto si sa, aspettava un suo parere prima di decidere su nuovi aiuti alla Grecia e sul pacchetto di salvataggio per il Portogallo.

Entrambi i temi sono in discussione alla riunione dei ministri finanziari europei domani e martedì a Bruxelles, riunione cui Dsk doveva partecipare. Il Fondo monetario ha fornito finora un terzo dei finanziamenti per gli aiuti a Grecia e Irlanda e farà lo stesso con il Portogallo. Strauss-Kahn è stato in questi mesi un forte sostenitore della necessità dei salvataggi ed esercitava una notevole influenza sul dibattito europeo. Con la sua dipartita, gli euroscettici avranno un ostacolo di meno. E’ possibile che, alla riapertura di domani, i mercati finanziari reagiscano istintivamente con un rialzo del rischio-Paese per le economie coinvolte nei salvataggi dell’Unione europea e dell’Fmi, anche se poi molto dipenderà dall’esito della riunione di Bruxelles.

Il posto di Strauss-Kahn dovrebbe essere preso temporaneamente dal suo numero 2, l’americano John Lipsky, che però proprio giovedì scorso ha annunciato il suo ritiro a fine agosto, alla scadenza del proprio mandato. In un comunicato, la portavoce dell’Fmi, Caroline Atkinson, ha dichiarato che l’istituzione “continua a essere pienamente funzionante e operativa”.

Intanto, il consiglio direttivo del Fondo monetario si riunirà nelle prossime ore in seduta d’emergenza per affrontare il tema dell’eventuale successione di Strauss–Kahn. Era ampiamente previsto comunque che il direttore del Fondo lasciasse l’incarico nelle prossime settimane per correre alle primarie socialiste per le presidenziali francesi del 2012. La guida dell’Fmi va tradizionalmente a un europeo, ma l’uscita di scena in modo così drammatico di Strauss–Kahn rafforzerà la richieste dei Paesi emergenti per avere un loro rappresentante come numero uno dell’organizzazione, oltre alle loro rimostranze per le dimensioni e le condizioni degli aiuti ai Paesi europei in difficoltà. Il dirigente francese ha avuto il grande merito, dal suo insediamento nel 2007, di riportare il Fondo monetario al centro della scena economica internazionale. Sotto la sua guida, l’Fmi è stato decisivo nella gestione della crisi globale degli ultimi anni, un ruolo che aveva perso sotto le gestioni precedenti. Nel 2008, Strauss-Kahn era stato però coinvolto in un altro scandalo a sfondo sessuale per una relazione con una dipendente dell’Fmi, con accuse di abuso di potere dalle quali era stato successivamente scagionato.

Per la politica francese, l’arresto è una vera e propria bomba. Strauss–Kahn era il grande favorito dei sondaggi per sconfiggere il presidente Nicolas sarkozy. Era atteso che a fine giugno si dimettesse dall’Fmi per partecipare alle primarie del partito socialista: la nomina verrà ora disputata da François Hollande e Martine Aubry, che aveva detto di non volersi candidare in presenza di Dsk. Chi si avvantaggia di più è però il presidente Nicolas Sarkozy, che i sondaggi davano perdente contro Strauss-Kahn ma vincente contro tutti gli altri sfidanti socialisti.

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16 maggio 2011

Eurogruppo sotto choc. Si teme per aiuti alla Grecia. Frattini: nessuna conseguenza sul salvataggio

di Vito Lops

 

«Questa storia è venuta fuori veramente in un brutto momento per l’euro, potrebbe ritardare tutti gli sforzi di mettere assieme un nuovo pacchetto di aiuti per la Grecia. È come spargere sale sulle ferite», così Tsutomu Soma, dealer della Okasan Securities, commenta l’arresto del numero uno del Fmi Dominique Strauss-Kahn, coinvolto nello scandalo dell’hotel Sofitel di Manhattan.

Strauss-Kahn avrebbe dovuto incontrare ieri il cancelliere tedesco Angela Merkel e unirsi oggi all’Eurogruppo di Bruxelles per fare il punto sulla soluzione della crisi finanziaria europea, nell’ambito della quale il Fondo gioca un ruolo di primo piano a fianco dell’Ue. Nell’agenda dei lavori dell’Eurogruppo in programma oggi, oltre alla decisione sulla nomina del successore di Jean-Claude Trichet alla guida della Banca centrale europea (con il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in pole position) è in programma una discussione sul pacchetto di aiuti a Grecia e Portogallo. Ma la discussione è resa più difficile dallo scandalo che ha investito il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale.

Sulla Grecia i ministri economici dell’area euro inizieranno la discussione circa un possibile piano di sostegno di 60 miliardi, che si andrebbero ad aggiungere ai 100 miliardi già varati. Tuttavia il nuovo intervento dovrebbe essere condizionato all’attuazione da parte del governo di Atene di ulteriori aggiustamenti di bilancio con tagli di spesa. La decisione sugli aiuti sarà assunta dopo la missione in corso in Grecia da parte della Ue, della Bce e del Fondo.

Sul tema è intervenuto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che è stato ospite di Maurizio Belpietro nel corso di Mattino Cinque, secondo cui l’arresto di Dominique Strauss-Kahn non avrà alcuna ripercussione sul piano di salvataggio della Grecia «Il Fondo Monetario Internazionale è un’istituzione credibile importante, che continuerà a funzionare regolarmente» e l’arresto del suo direttore generale «non deve assolutamente allarmare Paesi come la Grecia che stiamo lealmente aiutando ad uscire dalla crisi».

Per il Portogallo si prospetta un piano di aiuti di 78 miliardi di euro di cui due terzi sarebbero stanziati dalla Ue e dal Fondo salva-stati e un terzo dall’Fmi

Decisioni Eurozona a rischio
Nel pieno della crisi europea del debito, alla vigilia del varo del piano-Portogallo, con la Grecia che ha bisogno di nuovi aiuti e con le nuove tranche del prestito all’Irlanda da versare, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) si ritrova coi vertici praticamente “azzoppati”.

L’arresto di Stauss-Kahn, anche se sulla carta non obbliga il Fondo a nessun provvedimento, lascia infatti intravedere un pericoloso vuoto nella governace dell’istituto di Washington, soprattutto in considerazione del fatto che il suo vice, il direttore generale aggiunto Lipsky lascerà l’incarico il prossimo agosto.

Proprio Lipsky, in quanto reggente, presiederà questa parteciperà oggi alla riunione dell’Eurogruppo che si terrà a Bruxelles, al posto di Strauss-Kahn, il Fondo sarà rappresentato dal vice direttore generale Nemat Shafik.

«Il Fondo monetario internazionale resta pienamente funzionante ed operativo – si è affrettata a spiegare la responsabile delle relazioni esterne del Fmi, Caroline Atkinson – Il direttore generale Strauss-Kahn è stato arrestato a New York. Si è avvalso della consulenza di legali e l’Fmi non ha commenti sul caso. Tutte le richieste dovranno essere rivolte al suo avvocato personale e alle autorità locali».

Euro sull’ottovalente
Dopo la diffusione della notizia dell’arresto con l’accusa di molestie sessuali l’euro, nei primi scambi a Tokyo (questa notte in Italia) ha ceduto terreno, scivolando verso i minimi da sei settimane sul dollaro e da due mesi sullo yen. Poi in mattinata ha recuperato tornato sopra 1,41 dollari. In ogni caso l’arresto di Strauss-Kahn secondo alcuni operatori rischia di aggiungere incertezza in un momento assai delicato per il salvataggio della Grecia e delle altre economie indebitate della zona euro.

L’Fmi pensa al successore
Con Mario Draghi lanciato verso la presidenza della Bce infatti, fra i possibili successori di Strauss-Kahn al momento il più accreditato parrebbe essere lo statunitense Peter Mandelson. Il direttore generale del Fmi è stato finora scelto dell’Unione Europea mentre il leader della banca Mondiale è stato appannaggio degli Stati Uniti. Il Fmi negli ultimi anni ha più volte segnalato l’intenzione di cambiare la metodologia di scelta, anche per dare maggiore spazio ai paesi emergenti.

Nulla è scritto, ovviamente, anche perché nell’immediato l’Fmi non appare obbligato a prendere nessuna decisione e può adempiere ai suoi compiti in attesa che il caso Strauss-Kahn venga chiarito. Certo il Fondo impone un codice di condotta comportamentale ai suoi funzionari internazionali, che chiede loro di rispettare le leggi ma anche di «seguire le norme del più elevato comportamento etico, conformemente ai valori dell’integrità, dell’imparzialità e della discrezione».

Da IlSole24Ore del 16 maggio 2011

 

 

Da IlSole24Ore del 16 maggio 2011

Effetto Strauss-Kahn sui mercati: a Milano cadono le banche sui timori di ritardi al pacchetto Grecia

 

Le Borse europee aprono negative in scia a Tokyo: il DAX 30 di Francoforte perde lo 0,75%, il CAC 40 di Parigi l’1,01% e il FT-SE 100 di Londra lo 0,37%. Anche a Piazza Affari indici negativi: FTSE IT All Share -1,01%, FTSE MIB -1,13 per cento.

Focus Piazza Affari
Anche sui timori di ritardi al piano di intervento internazionale in Grecia, dopo l’arresto del numero uno del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, sono le banche ad appesantire il listino milanese, con la Banca Pop Mi che cede il 2,07%, Unicredit l’1,74%, Intesa Sanpaolo l’1,07%. In controtendenza Mediolanum (+1,91%) mentre Ubi Banca, che ha registrato un utile trimestrale in forte crescita, resta molto volatile e cede il 2 per cento. In calo Enel (-1,22%) e Fiat (-0,98%), tiene Telecom Italia (-0,30%), mentre Fondiaria – Sai si muove in crescita dell’1,25% dopo un’apertura negativa. Tra i titoli a minore capitalizzazione, debole la As Roma (-4,01%) dopo la sconfitta in campionato.

Euro sull’ottovolante
L’euro risale sopra quota 1,41 dollari, dopo aver toccato un minimo da sette settimane a 1,4048 dollari, per effetto dell’arresto di Strauss-Kahn. La moneta europea passa di mano a 1,4111 dollari. Euro/yen a 114,17, dopo un minimo da due mesi di 113,35. Dollaro/yen a 80,91.

Focus Tokyo
La Borsa di Tokyo apre la seduta in calo alla riapertura degli scambi con pesanti accuse, come tentato stupro: il Nikkei frena dello 0,80%, a 9.571,13 punti. Sull’indice ha pesato anche il calo record della fiducia dei consumatori registrato nel mese di aprile.

Caduta record della fiducia dei consumatori giapponesi
L’indice della fiducia dei consumatori nel mese di aprile in Giappone è caduto ai minimi da due anni, secondo un’inchiesta effettuata dal Governo un mese dopo la catastrofe dell’11 marzo. L’indice ha registrato un’inedita caduta record di 5,5 punti in un mese per stabilirsi a 33,1 punti.

 

 

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Le tremende accuse di cui Dominique Strauss-Kahn deve rispondere sono un colpo mortale alla sua immagine di uomo e alle sue ambizioni politiche. Ma – fatto ancora più grave e devastante – l’imbarazzante arresto di un leader di statura e responsabilità mondiale incrina l’immagine della Francia che in qualche modo rappresenta, stravolge l’imminente corsa elettorale per l’Eliseo e provoca un momentaneo vuoto di potere al vertice del Fondo monetario. Né la Francia, né la sinistra francese, né l’euro avevano bisogno di fronteggiare una situazione così imbarazzante. Non è la credibilità dell’istituzione internazionale ad essere in discussione, ma è difficile non preoccuparsi quando chi è chiamato a decisioni importanti, che coinvolgono monete, economie, destini di

interi Paesi, risulterebbe – salvo doverosa presunzione di innocenza – persona incapace di controllare i propri istinti. È un fatto che ieri DSK, anziché stare in un carcere americano, avrebbe dovuto parlare con Angela Merkel dei debiti del Portogallo e della Grecia.

In Francia, risalgono le quotazioni del presidente Sarkozy che vede uscire di scena il suo sfidante più temibile. Le primarie della gauche saranno ancora più complicate dall’insorgere di nuove ambizioni e rivalità, anche se prende corpo la candidatura di un outsider, l’ex segretario socialista François Hollande, il quale ha dalla sua una certa presa sulla base del partito socialista. Al di là del tornaconto politico, nessuno in Francia, nemmeno avversari e rivali interni, potrebbe gioire di una vicenda che, come logicamente avviene nell’universo mediatico, può fare danni al Paese intero. Dominique Strauss-Kahn occupava una poltrona frutto di candidatura bipartisan, con la benedizione del presidente Sarkozy. È – sarebbe il caso di scrivere «era» – una delle personalità più apprezzate, in patria e all’estero, per la competenza economica, sorretta da raffinata cultura umanistica e lucida visione politica, messe al servizio di un moderno progetto riformista per tutta la sinistra. I suoi libri hanno suscitato riflessioni non solo in Francia.

 

Strauss-Kahn era anche riuscito a far dimenticare all’opinione pubblica di essere stato l’ideatore della legge sulla riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore, riforma storicamente attribuita a Martine Aubry. Gli restava da conquistare la sinistra più tradizionale, che non gli ha mai perdonato i lussi e qualche ostentazione di troppo, come l’ultima passeggiata per Parigi a bordo di una Porsche. Ma anche la sinistra ortodossa ne apprezzava intelligenza e competenza, sfoderate nella carriera universitaria e le capacità amministrative, sperimentate nella municipalità di Sarcelles, complicato centro multietnico alla periferia di Parigi. Quanto a scandali e pettegolezzi sulle presunte ossessioni sessuali, DSK era riuscito a convertirli in una simpatica fama di seduttore e marito infedele, con moglie aperta, informata e complice. E su questo capitolo erano già pronte le biografie, come quella, già in libreria, che gli riconosce il merito di «non dissimulare» gusti e comportamenti. Ma l’assalto di un potente a una cameriera evoca un diritto medievale o un bottino di guerre tribali più che capricci libertari. E spazza via la sostenibile separatezza fra pubblico e privato.

Massimo Nava

da Il Corriere della Sera del 16 maggio 2011

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