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Obama preme sul Congresso per evitare il “default” dello stato federale

I repubblicani e i democratici non possono restare sulle proprie posizioni e devono rinunciare alle loro «vacche sacre», quali fra le altre le spese di difesa e di sanità: «io sono pronto ad assumermi le mie responsabilità con i miei». Barack Obama preme per un accordo sul piano di riduzione del deficit e del debito che sia ambizioso ed esclude che considererà misure tampone a breve termine. Ma ammette: senza concessioni da parte dei repubblicani, non è possibile fare niente. La pressione per un accordo è aumentata da Moodys’ che, in giugno, ha messo in guardia su un’eventuale messa sotto osservazione del rating per un possibile downgrade senza un accordo sul debito. Obama è in una corsa contro il tempo per spuntare un accordo che consenta di aumentare il tetto del debito entro il 2 agosto, quando gli Stati Uniti potrebbero fare default, ma le parti sembrano ancora lontane. «La buona notizia è che tutti i leader del Congresso continuano, giustamente, a ritenere che è inaccettabile per noi non aumentare il tetto del debito»: «un default potrebbe tradursi in una nuova recessione e in un calo della fiducia». «C’è ancora molto lavoro da fare. Siamo d’accordo sull’usare questa opportunità per fare qualcosa di significativo sul deficit e sul debito, anche perchè se non ora, quando? È possibile mettere a punto un pacchetto che sia bilanciato e con sacrifici condivisi. Dobbiamo farlo ora, dobbiamo togliere il cerotto e ingoiare il rospo». «Il tetto del debito va aumentato. Gli Stati Uniti non possono fare default» afferma lo speaker della Camera, John Boehner, ribadendo l’opposizione dei repubblicani a un aumento delle tasse che distruggerebbe posti di lavoro. Lo stallo delle negoziazioni, che – assicura Obama – andranno avanti a oltranza fino a un accordo, è proprio sulle tasse, che il presidente vorrebbe alzare per i più ricchi e i repubblicani non vogliono toccare. Secondo il leader dei repubblicani alla Camera, Eric Cantor, il piano di Obama da 4.000 miliardi di dollari prevede un aumento delle tasse di 1.000 miliardi. «Nessuno ha parlato di un aumento delle tasse quest’anno o il prossimo. Abbiamo discusso di iniziare dal 2013» con l’abolizione degli sgravi per i proprietari di corporate jet, le compagnie petrolifere e i più ricchi. Le entrate fiscali – mette in evidenza Obama – vanno aumentate altrimenti dovranno esserci maggiori tagli alla spesa che graveranno sui più deboli. Le spese di difesa e quelle di sanità vanno ridimensionate, ribadisce Obama. Il budget del Pentagono va diminuito con gradualità per non compromettere la lotta al terrorismo e la coloro che sono impegnati in missione. Le spese del Medicare vanno riviste per assicurare che il programma continui per le generazioni future. Un accordo sul debito aiuterebbe l’economia ma da solo non basta. «La priorità è rilanciare l’economia e riportare gli americani al lavoro» osserva Obama. L’aumento del tetto del debito darebbe al governo maggior spazio di manovra e consentirebbe di concentrarsi su misure più precise a sostegno della ripresa e dell’occupazione.

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