Menu

Ormai siamo al “governo tecnico sovranazionale”

{slide=Slide Title 1}
Your text…
{slide=Slide Title 2}
Your text…
{/slides}CRISI: MONTI, DECISIONI PRESE DA UN GOVERNO TECNICO SOVRANAZIONALE = Roma, 7 ago. (Adnkronos) – «Il governo e la maggioranza, dopo aver rivendicato la propria autonoma capacità di risolvere i problemi del Paese, dopo aver rifiutato l’ipotesi di un impegno comune con altre forze politiche per cercare di risollevare un’Italia in crisi e sfiduciata, hanno accettato in questi ultimi giorni, nella sostanza, un ‘governo tecnico’. Le forme sono salve. I ministri restano in carica. La primazia della politica è intatta. Ma le decisioni principali sono state prese da un ‘governo tecnico sovranazionalè e, si potrebbe aggiungere, ‘mercatistà, con sedi sparse tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New York». Lo scrive sul ‘Corriere della Sera’, Mario Monti.

A rinforzo, arrivano le comuicazioni ufficiali.

La Bce promuove le misure aggiuntive decise dall’Italia e dalla Spagna e chiede che siano attuate subito. Al termine della riunione straordinaria del Consiglio direttivo, l’Eurotower annuncia: «interverremo attivamente sul programma sui titoli di stato (l’acquisto di titoli sul mercato secondario, ndr)». E gli acquisti, secondo il Wall Street Journal «saranno massicci».

Il consiglio direttivo della Bce «accoglie favorevolmente gli annunci fatti dai governi di Italia e Spagna rispetto alle nuove misure e – si legge in una nota – alle riforme nei settori del bilancio e delle politiche strutturali». Il Consiglio considera «una decisiva e veloce attuazione da parte dei due governi come essenziale per aumentare sostanzialmente la competitività e flessibilità delle loro economie e ridurre rapidamente i deficit pubblici». Apprezzando la posizione congiunta di Francia e Germania di portare avanti l’accordo Ue del 21 luglio scorso per il salvataggio della Grecia e il ruolo del fondo Efsf salva stati, la Bce dà luce verde al programma di acquisto di titoli di Stato senza citare i paesi interessati.

L’Eurotower ricorda che il programma di acquisto titoli è stato creato per aiutare a ristabilire una migliore trasmissione delle decisioni di politica monetaria e assicurare la stabilità dei prezzi nell’area euro. In una altrimenti sonnacchiosa domenica d’agosto, trasformata in una giornata di febbrili contatti fra governi e banche centrali, il Consiglio direttivo della Bce doveva decidere se varcare il Rubicone, muovendosi per calmare un mercato dei titoli di stato che rischia di avvitarsi in una spirale senza fine. Nella mattinata il presidente Jean Claude Trichet aveva ammonito di volere una decisione chiara e di tipo ‘politicò dal Consiglio direttivo.

Dopo la richiesta formale fatta al governo italiano e accolta in meno di 24 ore dall’esecutivo di Roma, di anticipare il pareggio di bilancio di un anno dal 2014 al 2013, il quadro era cambiato rispetto alle perplessità espresse da alcuni componenti del board nei giorni scorsi. Anche la Spagna ha annunciato misure aggiuntive da approvare entro un mese chiedendo in cambio alla Bce di fare il suo dovere per calmare i mercati. L’implicita smentita dell’acquisto di titoli di stato di Italia e Spagna fatta da Trichet giovedì scorso aveva causato un vero tracollo degli spread dei due paesi oltre quota 400 punti, arginato solo in parte dall’intervento individuale delle banche centrali di Roma e Madrid.

Per questo e anche per il taglio del rating Usa da parte di S&P, da più parti nell’Eurozona si era invocata la conference call della Bce, iniziata verso le 18, dopo quella del G20 e prima di quella del G7. In serata è arrivata poi la nota congiunta di Francia e Germania che apprezzava le misure varate dall’ Italia (e dalla Spagna) chiedendone però, con toni appena velati dalle forme diplomatiche, un’attuazione rapida e piena come condizione per ristabilire la fiducia dei mercati dando così un sostanziale via libera all’Eurotower.

Ma servirà almeno a qualcosa? Certamente no, risponde Nouriel Roubini, noto ormai come “Mr. Catastrofe” per esser stato l’unico accademico con cattedra e prestigio da spendere ad aver aticipato d qualche mese l’esplosione della crisi nel 2007 (a proposito: tra una settimana entriamo nel 5° anno; non se ne ricorda un’altra, ovviamente a partire dal 1029)

«Mission impossibile: evitare un nuova recessione». Lo afferma sul Financial Times l’economista Nouriel Roubini, sottolineando che la politica «non ha più conigli da tirare fuori dal cappello» per affrontare la crisi. Fino allo scorso anno la politica ha potuto «tirare fuori dal cappello sempre un coniglio nuovo»: la politica dei tassi, due round di allentamento monetario, stimoli all’economia e liquidità. «La decisione di Standard & Poor’s di tagliare il rating americano aumenta le chance di una nuova recessione. È possibile evitarla? È semplicemente una missione impossibile. la scommessa migliore è che i paesi che non hanno perso l’accesso al mercato introducano nuovi stimoli a breve termine e si impegnino al risanamento nel medio termine».

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *