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Bce. Si dimette il tedesco Stark per contrasti sui Btp

Il motivo del contendere – ovviamente non ammesso nella nota ufficiale – sarebbe l’acquisto di Btp italianie Bonos spagnoli per sostenerne il prezzo e impedire che i rendimenti dei due titoli si avvicino a quella soglia del 7% oltre cui diventerebbe impossibile per un paese far fronte ai pagamenti dgli interessi sul debito.

La reazione isterica dei mercati dimostra che proprio questa è l’interpretazione più attendibile.

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dal Sole 24 Ore

Bce: Juergen Stark di dimette, è rottura sull’acquisto di Bond. Jorge Asmussen il possibile successore

Il capo economista della Bce Juergen Stark si è dimesso dal comitato esecutivo e dal consiglio direttivo della Banca. Come informa un comunicato dell’Eurotower, «Juergen Stark, membro del Comitato esecutivo e del consiglio direttivo della Banca centrale europea, ha informato il presidente Jean-Claude Trichet che per ragioni personali lascerà l’incarico prima della scadenza del 31 maggio 2014».

Aveva espresso contrarietà all’acquisto di bond da parte della Bce
Va ricordato che nelle ultime settimane Stark, che occupava uno dei posti-chiave nella struttura della banca centrale europea, aveva espresso la sua contrarietà al programma di acquisti di titoli di stato da parte dell’istituto di Francoforte mirato a sostenere alcuni dei paesi investiti dalle ultime turbolenze di mercato sul debito, come la Spagna e l’Italia.

Stark resterà in carica fino alla nomina del successore
Il mandato di Stark, membro del consiglio esecutivo e del consiglio dei governatori sin dal 1 giugno 2006, sarebbe scaduto il 31 maggio 2014.
In una nota ufficiale il presidente della Bce Jean Claude Trichet ha ringraziato Stark per il suo contributo all’unità europea per molti anni e ha espresso la sua «personale gratitudine» al banchiere centrale tedesco ricordando il lavoro comune per quasi 20 anni.
Stark resterà nella sua attuale posizione finché non sarà nominato un successore, il che in base alla procedura prevista, avverrà entro la fine dell’anno. È il secondo rappresentante tedesco che lascia gli incarichi alla Bce quest’anno, dopo le dimissioni a sorpresa di Axel Weber dalla guida della Bundesbank, e quindi dalla Bce, alla fine dello scorso aprile.

Si fa il nome di Jorge Asmussen
Secondo il sito del quotidiano ‘Hamburger Abendblatt’, il successore di Stark nel board della Bce potrebbe essere Joerg Asmussen, l’attuale sottosegretario federale alle Finanze. Su queste indiscrezioni c’è da registrare il “No comment” del ministero delle Finanze tedesco.

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Le Borse accelerano al ribasso dopo le dimissioni di Stark. Euro crolla, Milano chiude a -4,93%

di Vito Lops, all’interno articolo di Beda Romano

 

Venerdì nero in Europa dopo le dimissioni di Juergen Stark dal Consiglio esecutivo della Bce. A Milano l’indice Ftse-Mib ha chiuso a -4,63%; pesanti ribassi anche a Madrid (-4,43%), Francoforte (-4,13%), Parigi (-3,63%). L’addio di Stark secondo gli analisti penalizzerebbe il mercato perché «viene letto come un segnale di tensioni all’interno della Bce».

In giornata i listini erano in calo in scia ai dati contrastanti sull’economia americana indicati dal presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke. Al momento i mercati sembrano non risentire favorevolmente del piano di rilancio dell’occupazione da 447 miliardi di dollari, annunciato dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Anche Wall Street viaggia in netto ribasso: il Dow Jones cede l’1,77%, l’S&P 500 l’1,2% e il Nasdaq l’1,5%.

Spread BTp-Bund risale a 370 punti, poi ripiega
Lo spread tra i Btp decennali italiani e i Bund tedeschi si attesta a 358 punti, sulla scia delle dimissioni Stark, dopo aver toccato un massimo di 371 punti. A frenare l’impennata dello spread sono stati gli acquisti da parte delle banche centrali europee. Il differenziale tra i titoli italiani e quello tedeschi resta sopra quello dei Bonos spagnoli, al momento a 336 punti.

Euro ai minimi da 6 mesi sul dollaro
L’euro è scivolato intorno a quota 1,36 quando la Bce ha confermato le dimissioni di Stark.

Si impennano i Cds, record dei contratti sul default della Grecia
Tornano decisamente a salire i contratti derivati credit-default swap (che coprono dal rischio di insolvenza) sui Paesi europei a maggior debito, con la Grecia all’ennesimo record che sfora i 3000 punti. In rialzo i “cds” sull’Italia, a 439 punti (poco al di sotto del record dei giorni scorsi), mentre la Spagna viaggia a 392 (+1 punto) e il Portogallo a 1.075 (+17 punti).

In tanto, sul mercato obbligazionario, a causa dello stallo sul salvataggio greco, bloccato dalle mancate riforme di Atene, il rendimento pagato dai titoli greci a due anni vola (+72 centesimi) al 55,84%, un livello mai raggiunto dall’adesione del Paese all’euro.

Oggi sarà resa nota la percentuale di investitori privati che hanno aderito al piano di swap di titoli di stato greci in scadenza al 2020 con titoli a scadenza più lunga, proposto da Atene nell’ambito del secondo piano di salvataggio.

Forte volatilità sull’oro, bruciati 50 dollari
Giornata di vendite sul metallo giallo (che ha guadagnato oltre il 10% nella tempesta finanziaria di agosto) sceso da 1.880 dollari a 1.830.

Goldman Sachs taglia le banche europee
Vendite sui bancari a Piazza Affari penalizzati anche da un taglio di target sulle banche europee annunciato in un report da Goldman Sachs. In controtendenza Banca Pop Mi (+1,4) all’indomani della finalizzazione della cessione di Bpm Vita a Covea.

Il Giappone si conferma in recessione, Tokyo ancora in calo
Chiusura in calo per la Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei ha perso lo 0,63% a 8.737,66 punti, 55,46 punti in meno rispetto alla chiusura di ieri. I mercati archiviano il dato sul prodotto interno lordo del Giappone, sceso del 2,1% nel secondo trimestre 2011, tasso annualizzato, molto più che il calo dell’1,3% inizialmente previsto. Lo ha comunicato il governo. Il Pil si è ridotto dello 0,5% tra aprile e giugno rispetto ai tre mesi precedenti (contro una stima iniziale dello 0,3%), ha detto il governo.

Questo è il terzo trimestre consecutivo di declino per il Giappone che è ufficialmente in recessione dal primo trimestre, dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo, un disastro naturale che ha inferto un duro colpo all’economia giapponese, distruggendo le infrastrutture, danneggiando gli impianti e compromettendo la catena distributiva delle imprese.

Cina, frena l’inflazione ad agosto
In Cina ad agosto l’inflazione ha rallentato la sua corsa, segnando un tasso di aumento annuo del 6,2%, in calo dal 6,5% di luglio (il massimo degli ultimi 37 mesi). La discesa dell’inflazione (giudicata una delle principali prioritá economiche dal governo di Pechino) è stata favorita dalla frenata dei prezzi del cibo, cresciuti il mese scorso su base annua del 13,4%, contro il 14,8% di luglio: l’aumento dei prezzi resta comunque notevolmente superiore al tetto del 4 per cento fissato per il 2011 dalle autoritá cinesi. Sempre oggi l’ufficio nazionale di Statistica di Pechino ha diffuso il dato delle vendite al dettaglio di agosto che sono cresciute del 17 per cento su base annua, a 1.470 miliardi di yuan (230 milardi di dollari).

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