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“Socialismo per ricchi”, fase 2

Davanti alla crisi del debito sovrano (quello degli stati, dissanguatisi per “salvare le banche”), e al rischio che ancora una volta le banche private (gonfie di titoli del debito pubblico, su cui guadagnano comodamente cedole di varia portata) saltassero per aria, le principali Banche Centrali del pianeta (Usa, Europa, Giappone, Gran Bretagna) hanno deciso un “intervento coordinato” per inondare di dollari il sistema finanziario. Poiché le banche centrali sono a tutti gli effetti “a garanzia pubblica”, ancorché indipendenti nella scelta di gestione, si tratta di una seconda ondata di finanziamenti pubblici a favore del sistema privato.

L’ironia della Storia vuole che questa decisione avvenga nello stesso giorno in cui un giovanissimo operatore di Ubs – banca svizzera dalla coscienza molto nera -(vedi l’articolo più avanti) è stato scoperto come autore di una serie di spericolate operazioni sui “derivati” che hanno portato a una perdita patrimoniale di 2 miliardi di dollari. La situazione risulta dunque chiara: centinaia di milioni di lavoratori, in tutto il mondo industrializzato, vengono “tosati” nei redditi e denudati delle conquiste della “stato sociale”, pur di permettere al sistema finanziario privato di continuare le sue puntate al casinò. Che questo avvenga per mano di espertissimi banchieri di luna corsa – come erano gli amministratori di Lehmann o di Enron – oppure oscuri giovincelli cresciuti a formule matematiche e ideologia rampante, non cambia. La sostanza è la stessa: rubare ai poveri per far divertire ancora i ricchi.

Ma con una differenza che ora rischia di diventare molto evidente, grazie alle parole “dal sen fuggite” di Jean-Claude Trichet, ieri, presidente della Bce: «È chiaro che non siamo al business as usual, come molti hanno pensato mesi fa, e abbiamo bisogno della forza e della risolutezza dei governi e della lucidità del settore privato».

Una frase brutale, nell’ansia dell’emergenza, che svela un dispositivo mentale e politico considerato indiscutibile: la “lucidità” è una prerogativa dei privati, devono essere i loro interessi a dettare la linea di marcia agli appartiene “la forza” di costringere tutti a obbedire. Viva la democrazia, mr. Trichet!

 

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Galapagos
BCE Accordo con 4 banche centrali per rifinanziare il sistema creditizio. Euforia delle borse
Un mare di soldi alle banche

Alle banche i soldi non si fanno mai mancare: la Bce ha annunciato un intervento congiunto di cinque banche centrali per reintrodurre le agevolazioni che garantiscano liquidità in dollari. La ripresa dei finanziamenti è stata decisa per aiutare le banche europee a finanziarsi in dollari visto che a causa della crisi dei debiti sovrani avevano enormi difficoltà a trovare credito. Nella sua opera di finanziamento, la Banca centrale europea ha trovato un accordo con la Federal reserve statunitense, con la Bank of Japan, la Banca centrale svizzera e quella inglese. Come avverrà l’operazione di finanziamento è spiegato in un comunicato emesso dalla Bce: nel quale si spiega che «ha deciso, in coordinamento con la Fed, La Boe, la Boj e la Snb di avviare tre diverse operazioni per fornire liquidità in dollari con prestiti a tre mesi fino alla fine dell’anno». Le operazioni saranno condotte a tassi fissi e sulla base di aste che si terranno il 12 ottobre, il 9 novembre e il 7 dicembre.
Le Borse europee che già prima dell’annuncio erano in territorio positivo, hanno accolto la notizia con forti rialzi, in particolare i titoli bancari. Piazzaffari ha chiuso con un rimbalzo del 3,55% dell’indice Mib. La decisione ha ridato vigore anche all’euro che è prima risalito sopra quota 1,39 sul dollaro per poi ripiegare in chiusura a 1,3845. Un po’ di respiro anche per i titoli del debito pubblico italiani: lo spread Btp-Bund si è ridotto a 356 (3,56%) punti base, in flessione di 14 centesimi rispetto a mercoledì. E, a proposito di titoli del debito pubblico, la bilancia dei pagamenti di luglio, diffusa ieri dalla Banca d’Italia, offre le prime evidenze dell’impatto della crisi del debito anche su Bot e Btp. In particolare sui titoli a medio e lungo termine i disinvestimenti di portafoglio degli investitori esteri hanno superato i 15 miliardi, mentre nei due mesi precedenti si erano registrati forti afflussi dall’estero sui titoli del debito. Colpito anche il breve termine con vendite per 5,7 miliardi. Luglio ha quindi anticipato il fenomeno che dovrebbe essersi accentuato ad agosto quando le tensioni sono aumentate e gli spread di rendimento dei titoli di stato italiani nei confronti dei bund hanno toccato i nuovi record dalla nascita dell’euro. Secodo molti esperti, il fenomeno del disinvestimento non è dovuto a speculatori, ma dietro le vendite ci sono fondi pensione europei e internazionali che hanno lasciano i titoli italiani perché non danno loro più sicurezza.
Ieri è stato anche pubblicato il numero di settembre del Bollettino mensile della Bce. Tra l’altro viene spiegato che la decisione del 7 agosto di riprendere l’acquisto (sospeso a fine marzo) di titoli di stato è stato motivato «dal rischio significativo che, in assenza di interventi, il funzionamento di alcuni mercati dei titoli di Stato venisse compromesso e le tensioni si propagassero ad altri mercati». Per l’Istituto centrale europeo, «ove si fosse concretizzato, tale rischio avrebbe avuto un pesante impatto sull’accesso ai finanziamenti nell’economia dell’area dell’euro».
Per il resto, la Bce manda a dire che la politica monetaria resta accomodante anche se «alcune condizioni di finanziamento si sono inasprite». In ogni caso la Banca centrale resterà concentrata sul proprio mandato di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio periodo, assicurando in tal modo che la recente evoluzione dei prezzi non produca pressioni inflazionistiche generalizzate. Quanto alla evoluzione del Pil, la Bce si attende una crescita moderata dell’economia dell’area, a fronte di un livello di incertezza particolarmente elevato e di rischi al ribasso intensificati. Questo significa che la crescita del Pil in termini reali dovrebbe aumentare a ritmo molto moderato nella seconda metà di quest’anno.
Non poteva, poi, mancare un appello ai paesi Ue di tenersi pronti a varare misure aggiuntive per l’aggiustamento dei conti pubblici. In particolare «è essenziale che i provvedimenti annunciati trovino piena applicazione». Altrimenti «i governi devono essere pronti ad attuare misure di risanamento aggiuntive, in particolare dal lato della spesa, qualora si concretizzino rischi relativi alla realizzazione degli attuali obiettivi di bilancio». Inoltre, il risanamento di bilancio e le riforme strutturali «devono procedere di pari passo per rafforzare la fiducia, le prospettive di crescita e la creazione di posti di lavoro».

 

Da “il manifesto”

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dal Sole 24 Ore

 

Intervento coordinato di 5 banche centrali per fornire liquidità alle banche Ue

La Bce annuncia un intervento congiunto con la Fed e le altre principali banche centrali mondiali per reintrodurre le agevolazioni che garantiscano liquidità in dollari. La mossa arriva dopo che da tempo le banche europee fanno fatica a finanziarsi in dollari, a causa della crisi del debito. A sostegno della Bce e della Fed ci sono anche la Boe, la Snb e la Boj.

«La Bce – si legge nel comunicato emesso dall’istituto di Francoforte – ha deciso, in coordinamento con la Fed, La Boe, la Boj e la Snb di avviare tre diverse operazioni per fornire liquidità in dollari con prestiti a tre mesi fino alla fine dell’anno».

L’annuncio avviene in conseguenza del fatto che per le banche dell’Eurzona è diventato sempre più problematica la provvista in dollari sul mercato interbancario dove la crisi del debito sovrano si ripercuote sul profilo di credito degli istituti di credito. Le avvisaglie c’erano state ieri quando due banche avevano ricevuto dalla Bce prestiti a una settimana per 575 milioni di dollari, tasso di interesse annuo 1,1%. Un livello di costo ben superiore al tasso offerto sul mercato interbancario in dollari (0,19%), ma dove ci sono difficoltà di accesso.

Così Francoforte ha rotto gli indugi e con una nota ha annunciato tre nuove operazioni di finanziamento in dollari a tre mesi, si terranno il 12 ottobre, il 9 novembre e il 7 dicembre, a tasso fisso e per ammontare illimitato.

Le Borse europee hanno accolto la notizia con forti rialzi, in particolare i titoli bancari. L’euro è balzato a 1,39 dollari. In flessione lo spread BTp-Bund: alle 15,30 il differenziale tra Italia e Germania oscilla sui 356 punti base, in flessione di 14 centesimi rispetto a ieri. In deciso calo il Bund future, che scende a quota 135,44. Vendite anche sul Bund, con il rendimento del decennale tedesco che sale di ben 11 centesimi o sfiora il 2 per cento.

Le altre reazioni
«È molto benvenuta l’azione coordinata delle banche centrali che hanno mostrato un intento collettivo» ha commentato Christine Lagarde, Dg del Fondo Monetario Internazionale. La stessa, nel corso dell’intervista televisiva alla rete Cnbc, è tornata a chiedere un rafforzamento patrimoniale delle banche «per sostenere la crescita economica».

Sotto i riflettori l’Ecofin di domani
Intanto i fari sono puntati sull’Econofin informale della presidenza polacca, che si terrà domani e sabato a Breslavia. L’agenda delle discussioni prevede un focus ulla crisi dei debiti sovrani, con particolare riferimento al caso della Grecia, un aggiornamento sulla situazione economica e le turbolenze dei mercati, la crscita che langue.

A discuterne i ministri delle finanze dell’Unione, i governatori delle banche centrali, i commissari europei Olli Rehn (affari economici) e Michel Barnier (mercato interno), il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. È atteso anche il segretario di Stato al Tesoro in Usa, Timothy Geithner, invitato dalla presidenza polacca. Il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, giungerà stasera a Breslavia per partecipare all’Eurogruppo convocato alle 8 di domani mattina.

Nell’agenda del vertice anche la preparazione di una posizione comune europea da rappresentare alla riunione del Fmi del 24-26 settembre e quella da portare al prossimo G20. All’attenzione dell’Ecofin anche il pacchetto di proposte per rafforzare la governance economica dell’Unione, dopo il compromesso raggiunto ieri tra la presidenza polacca, la Commissione e il Parlamento.

È stato il ministro delle finanze polacco, Jacek Rostowsky, ad annunciarlo in una nota in cui spiega che il pacchetto dovrà poi essere approvato dal Consiglio Ue. Sabato è prevista una sessione di lavoro sulla stabilità finanziaria e le banche in considerazione dei risultati degli stress test pubblicati a metà luglio. Un focus che sarà utile a valutare l’impatto della crisi del debito sui bilanci degli istituti e a discutere le strategie per far riacquistare al settore la fiducia dei mercati.

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dal Corriere della Sera

Crisi, ossigeno dalle banche centrali
Volano le Borse, le banche e l’euro

MILANO – Un intervento coordinato di cinque banche centrali per l’immissione di liquidità in dollari sul mercato interbancario ha messo le ali ai listini europei e in particolare a quello italiano e alle banche. Ma anche l’euro si rafforza sopra quota 1,39 e lo spread tra Bund e Btp scende di colpo sotto i 360 punti base.

I LISTINI – Milano dopo fiammate superiori al 4% dell’indice Ftse Mib ha chiuso in rialzo del 3,56%. Francoforte ha guadagnato il 3,15%, Parigi il 3,27%, Londra il 2,11%, Madrid il 3,63% . Wall Street ha anch’essa beneficiato della boccata d’ossigeno con una chiusura in rialzo dell’1,66%.
In gran spolvero le principali banche europee e sul listino milanese Intesa Sanpaolo ha guadagnato il 10,27% riportandosi sopra quota 1 euro a 1,052 dopo una breve sospensione al rialzo. Unicredit è risalita del 6,9% a 0,77 euro. Bene Mps (+4,8%) In tensione anche Fiat (+5,17%)

L’INTERVENTO COME NEL 2008 – La Bce ha annunciato intervento congiunto con la Fed e le banche centrali britannica, giapponese e svizzera di immettere liquidità in dollari dopo che proprio a causa delle tensioni sul debito sovrano la provvista in divisa americana era diventata assai problematica. Interventi di questo tipo erano stati effettuati nel 2008 subito dopo il crac di Lehman Brothers. «La Bce – si legge in una nota – ha deciso, in coordinamento con la Fed, La Boe, la Boj e la Snb di avviare tre di verse operazioni per fornire liquidità in dollari con prestiti a tre mesi fino alla fine dell’anno». Le operazioni saranno condotte a tassi fissi e sulla base di aste che si terranno il 12 ottobre, il 9 novembre e il 7 dicembre. In serata il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet ha spiegato come la decisione dimostri «l’unità di intenti dei banchieri centrali» e ha messo in guardia da nuovi choc sistemici che possono venire dal settore non bancario, ossia dalla finanza più speculativa.

LA GERMANIA E IL PIANO «B» PER LE BANCHE – Il governo tedesco starebbe studiando un piano per sostenere le banche nel caso in cui la Grecia dichiarasse bancarotta. È quanto scrive il «Financial Times Deuthschland». Il piano ‘B’ di Berlino, da applicare se la crisi di Eurolandia si dovesse aggravare, includerebbe misure per finanziare istituti di credito e assicurazioni e si avvarrebbe anche delle risorse del fondo Ue salva-stati e di quelle del fondo tedesco istituito nel 2008 a sostegno del sistema bancario nazionale.

LAGARDE (FMI): NUOVA FASE PERICOLOSA DELLA CRISI – -«Tre anni dopo il crollo di Lehman Brothers, siamo entrati in una nuova pericolsa fase della crisi» che richiede «una forte volontà politica a livello globale» ha detto il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, in un intervento a Washington ribadendo come «la ripresa sta rallentando» e «senza una forte azione collettiva esiste un rischio concreto che le principali economie arretrino anzichè avanzare». «Ci sono troppi debiti nel sistema – ha detto ancora – conti deboli e crescita debole si stanno alimentando negativamente in un circolo vizioso che si sta rafforzando e che è stato esasperato dalle disfunzioni e dalle indecisioni della politica».

Paola Pica

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«Mi serve un miracolo» scriveva Kweku su Facebook, ma il trader Ubs è finito in manette

dal nostro corrispondente Leonardo Maisano

LONDRA_ Un miracolo per salvarsi da Delta One. L’epitaffio sulla lapide della carriera finanziaria di Kweku Adoboli, trentunenne trader di Ubs che ha fulminato 2 miliardi di dollari – ovvero la stessa cifra che il colosso svizzero aveva programmato per ristrutturarsi dopo la crisi del credito – in operazioni non autorizzate, potrebbe essere più o meno così.

Delta One è una forma di trading che JP Morgan aveva già identificato lo scorso anno come una grande risorsa per le banche d’investimento e che prevede operazioni su derivati legati ad asset che possono essere azioni o materie prime e non solo.

Il meccanismo garantirebbe un delta molto vicino all’uno, ovvero un punto in percentuale di scostamento dell’asset provoca un analogo andamento sullo strumento finanziario. Kweku Adoboli, operava con Delta One associandoli ad Etf. Le fluttuazioni violente dei mercati di queste settimane hanno mandato il sistema fuori controllo tanto da indurre l’ex studente di e-economy dell’università di Nottingham a battere un ultimo laconico messaggio su Facebook. “Ho bisogno di un miracolo”. L’apparizione ha avuto invece la più prosaica forma di un paio di manette della City police. Ora Kweku collabora con la polizia e sta aiutando gli inquirenti a svolgere la matassa di un trading complesso.

Il caso anglo-elevetico scuote la City. C’è stupore perché chi gestisce il rischio negli istituti ha dimostrato una volta di più di non essere al corrente di quanto accade se è vero, come pare, che lo stesso Adoboli ha avvertito i suoi superiori di quanto aveva fatto, ma soprattutto c’è la percezione che la riforma che Londra si appresta a varare sia ormai un’emergenza. Ci riferiamo alla divisione delle attività bancarie, al ringfencing della banca commerciale rispetto a quella d’investimento. La Commissione indipendente voluta dal governo Cameron ha appena sollecitato urgenti misure del genere e l’esecutivo è deciso a metterle in campo. E probabilmente lo farà in tempi più rapidi dei sei anni previsti ( si muove con Basilea III) grazie a Kweku svelto trader a cui è mancato solo…un miracolo.

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