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Le Marche non sono più un paradiso…

IL MERCATO DEL LAVORO – Il 14,3% dei lavoratori opera con contratti a termine, valore leggermente superiore a quanto rilevato dall’Istat su base nazionale (12,7%). Gli occupati con contratto part-time sono invece un sesto del totale (15,2%), composti prevalentemente da donne. Rispetto alle scorse rilevazioni diminuisce l’incidenza percentuale del lavoro non standard (era pari a 18,8% nel 2009 e 18,2% nel 2008), mentre quella del part-time, seppure leggermente più bassa rispetto allo scorso anno, appare in crescita rispetto al 2008 (16,2% nel 2009 e 13% nel 2008). Con tutta probabilità, questa minore incidenza dipende dal fatto che il lavoro non standard è il polmone dell’occupazione flessibile; i primi a esserelicenziati (anche “grazie” all’inesistenza di protezione sociale legale) sono proprio questo tipo di lavoratori. Dedicano comunque in generale più ore al lavoro gli uomini con contratto di tipo subordinato, specialmente nel settore della meccanica e lavorazione di metalli (a conferma che l’occupazione femminile, per molte ragioni, resta numericamente minore).

REDDITI FAMILIARI – La diminuzione del reddito riguarda soprattutto le famiglie guidate da giovani, donne, parasubordinati e lavoratori autonomi, ovvero le famiglie del ceto medio e quelle più abbienti (dirigenti, lavoratori autonomi, artigiani, commercianti, libero professionisti, imprenditori). Al contrario, il reddito familiare appare in leggero aumento laddove il capofamiglia ha un titolo di studio poco elevato (massimo licenza di scuola media), è un impiegato o ha un’età superiore ai 64 anni (pensionati). Il dato appare paradossale solo se ci si attende una situazione ottimale astratta. Nella crisi, invece, saltano lavoratori di tutte le qualifiche, ma la riconversione – magari con il lavoro nero – appare più semplice per chi abbia manualità adeguata, piuttosto che per le qualifiche medio-alte. La crisi economica ha prodotto una compressione generalizzata dei livelli dei consumi ed un ridimensionamento del tenore di vita della popolazione, che ha coinvolto in misura più estesa alcune fasce sociali (giovani, donne). È possibile che la solidità del tessuto socio-economico della regione e il sistema di assistenza e supporto alle fasce sociali più deboli abbiano finora contenuto la diffusione dei fenomeni di marginalità e degrado sociale. Altrove stiamo sicuramente peggio.

REDDITI DA LAVORO – Dopo la leggera riduzione registrata nel 2009, il reddito medio da lavoro subisce una nuova corposa contrazione nel 2010 (e si attesta a 1.308 euro). In lieve flessione i redditi dei dipendenti (-3,2% rispetto al 2009, pari ad 1.268 euro). Anche in questo caso, i lavoratori con reddito più elevato (quelli più adulti e con titoli di studio più elevati) registrano una contrazione più accentuata rispetto al 2009. Diminuisce la disparità economica tra i lavoratori, ma l’effetto riequilibratore della crisi si traduce in sostanza in un livellamento verso il basso dei redditi. Il che appare il naturale effetto della diminuzione delle tutele, al contrario di quanto sostengono i tecnocrati (oggi lo ha ripetuto anche Mario Draghi) quando parlano di eccesso di tutele per i lavoratori più anziani e di troppo poche per i più giovani. Un riequilibrio, in queste condizioni, diventa un peggioramento generalizzato, non certo un “avvicinamento” al punto medio.

IL TEMPO DEL LAVORO – Il tempo medio di lavoro settimanale dei marchigiani occupati risulta pari a circa 38 ore (41 per gli uomini e 34 per le donne). Lavorano più tempo gli autonomi (45 ore) e meno i parasubordinati (28 ore). Il reddito medio orario risulta nel 2010 di poco superiore ai 9 euro, con poche oscillazione di genere. Sono i dipendenti quelli che guadagnano di più rispetto alle ore lavorate. La contrazione di reddito più accentuata riguarda gli occupati nel settore legno e mobili, noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese, costruzioni ed edilizia, attività professionali, scientifiche e tecniche. In aumento invece per gli occupati in attività finanziarie, bancarie ed assicurative, attività artistiche, sportive e di intrattenimento.

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