Menu

Trichet (Bce). “Crisi sistemica, la situazione è grave”

«Lo stress sovrano dalle piccole economie è passato a paesi Ue più importanti», ha detto Trichet, avvertendo che «la situazione è molto grave, lo sappiamo da tempo e per questo abbiamo attivato tutti i canali con i governi affinché prendano in fretta le decisioni per affrontare la crisi mondiale, di cui siamo noi l’epicentro». Il rischio di contagio della crisi dei debiti, ha poi aggiunto, si è «esteso anche a Usa e Giappone».

L’Europa è «l’epicentro» della crisi e «nelle ultime tre settimane la situazione è peggiorata», ricordando che «da tempo noi invochiamo una risposta appropriata».Quello che conta è che «vengano prese decisioni efficaci» dice Trichet. «Occorrono decisioni efficaci e risposte chiare sulla ricapitalizzazione delle banche e sulla crisi del debito sovrano». Riguardo alla situazione delle banche, il presidente della Bce ha detto che «sono aumentati i rischi di liquidità e di finanziamento delle banche e l’Efsf (fondo salva stati ndr) può essere utile per ricapitalizzare gli istituti».

Le decisioni prese da Francia, Belgio e Lussemburgo per il salvataggio della banca Dexia «devono essere attuate immediatamente» ha detto ancora Trichet sottolineando come «le decisioni siano giuste, ma è molto, molto importante che nei due o tre Paesi in questione siano applicate».

Da Hanoi la cancelliera tedesca Merkel ribadisce che nell’Eurozona c’è «la volontà politica» di superare la crisi del debito sovrano. I Paesi membri, ha sottolineato Merkel, «hanno la volontà politica di superare la crisi del debito pubblico».

Ma l’attacco pesante viene dal Wall Street Journal: L’Italia ha truccato i conti – come la Grecia – per entrare nell’euro?

*****

da Il Sole 24 Ore

La prima banca austriaca annuncia perdite record

di Andrea Franceschi

Non c’è solo Dexia a pagare pesantemente la crisi dei debiti sovrani. Erste Group, prima banca austriaca e, come Dexia, destinataria di consistenti aiuti pubblici durante la crisi del 2008, ha annunciato che il 2011 si chiuderà con una pesante perdita tra 700 e 800 milioni di euro. Un rosso considerevole riconducibile – precisa la società – soprattutto alle difficoltà nell’Europa dell’est e alla crisi dei debiti sovrani, senza la quale avrebbe chiuso con un utile compreso tra 850 e 950 milioni.

Questa situazione l’ha spinta a decidere di non versare alcun dividendo per l’esercizio del 2011 e a rinviare di un anno il rimborso dell’aiuto versato dallo Stato (1,22 miliardi) in occasione della crisi finanziaria del 2008. La notizia ha affossato le azioni della banca arrivate a perdere fino al 17 per cento a 17,16 dollari nela prima ora di contrattazioni a Vienna.

I paesi in cui la società ha più problemi sono Romania e Ungheria. Nel primo caso pesa la crescita peggiore del previsto e le conseguenti difficoltà sul mercato del credito. La controllata locale Bcr dovrebbe registrare una svalutazione pari a 700 milioni di euro quest’anno.

Un caso a parte rappresenta poi quello ungherese. Le banche che operano nel paese dovranno fare i conti con la nuova legislazione sui mutui, recentemente approvata dal parlamento, per venire in aiuto dei tanti correntisti che hanno sottoscritto prestiti in euro o franchi svizzeri.

Con l’aggravarsi della crisi dei debiti sovrani infatti, la valuta elvetica è diventata un bene rifugio (al pari dell’oro). L’apprezzamento ha avuto l’effetto di appesantire le rate. Per aiutare i mutuatari in difficoltà il governo ha fatto aprovare una legge che permette di restituire il prestito in fiorini secondo un tasso di cambio fisso, inferiore di circa il 25% alle quotazioni di mercato. Chi ci rimette sono così le banche. Questa situazione, combinata con la bassa crescita economica del paese, comporterà una svalutazione di circa 500 milioni nei conti di Erste Group.

La situazione critica in Est Europa potrebbe creare qualche problema anche per Unicredit, che negli ultimi anni ha avuto una forte espansione nell’area. Il dg Roberto Nicastro tuttavia ha dichiarato di non vedere problemi nella Cee (Europa centrale e dell’Est, ndr). «Non siamo quelli a cui dovete chiedere dell’Ungheria, in Ungheria noi siamo piccini» ha detto.

 ****

da diariodelweb

Pesanti insinuazioni del Wall Street Journal sullo stato delle finanze pubbliche dell’Italia. «I mercati stanno probabilmente sottovalutando il livello di difficoltà con cui l’economia italiana dovrà confrontarsi, e che l’attuale stato dei conti pubblici è peggiore di quanto riferito», afferma il quotidiano finanziario americano nell’edizione online. E con un chiaro riferimento alla Grecia, che aveva gravemente truccato i suoi conti, «ci sono molto motivi – dice il Wsj – per ritenere che il governo italiano sia stato almeno altrettanto aggressivo di altri paesi dell’area euro nel mascherare lo stato delle sue finanze pubbliche per guadagnare l’ingresso nella valuta unica».
Il quotidiano incalza avvertendo che «se il debito pubblico di fondo dell’Italia, o se il suo deficit di bilancio dovessero rivelarsi superiori a quanto indicato dai numeri», allora il quadro di tensioni che circondano i suoi titoli di Stato rischia di degenerare rapidamente. Una crisi di liquidità si trasformerebbe in un una crisi di solvibilità. «Ricordiamoci lo shock degli investitori quando la Grecia ammise di aver truccato i suoi conti».
Il tutto in un articolo di commento che parte con rilievi aspri sulla battuta, non esplicitamente citata, del premier Silvio Berlusconi la scorsa settimana sul possibile nuovo nome del Pdl (Forza gnocca). «Ha suggerito qualcosa di osceno», la battuta «ha mostrato perché gli investitori internazionali fanno bene a spaventarsi».
Il Wsj riconosce che l’Italia può contare su diversi punti di forza nella sua economia. Il deficit di bilancio strutturale «non è male», e al netto delle spese per interessi sul bilancio è atteso un avanzo primario da 4 punti in termini di Pil. Inoltre, la struttura del mercato dei risparmi in Italia significa che in ampia misura i titoli di Stato sono sottoscritti nel paese. Il tutto però regge solo fino a quando l’economia può crescere, mettendo così il paese in condizione di sostenere gli interessi sul debito. E, seconda condizione, il tutto si tiene «se lo stato delle finanze pubbliche – dice il Wsj – è attendibile».

Constancio (BCE): «Essenziale il sostegno Efsf ai bond di Italia e Spagna» – «È assolutamente cruciale che l’Efsf sia in grado di agire in un modo cruciale per la stabilità finanziaria». È quanto ha affermato il vicepresidente della Banca centrale europea, Vitor Constancio, intervenendo alla Bocconi ad un incontro sulla competitività delle banche nel mondo post-crisi. «La ricapitalizzazione delle banche – ha messo in rilievo – è importante, ma ora è più importante che l’Efsf supporti nuove emissioni di bond di Italia e Spagna». L’azione della Banca centrale europea è stata «veloce, mirata e decisa». È quanto ha detto il vicepresidente Vitor Constancio durante il suo intervento ad un incontro sulla competitività delle banche nel mondo post-crisi in corso all’università Bocconi. Tutte le azioni intraprese dalla Bce, ha aggiunto, «hanno avuto, a mio avviso, un impatto positivo».

«La nostra azione non è sufficiente» – La sola azione della Banca centrale europea nella crisi attuale «non è sufficiente. Tutte le parti – ha aggiunto – devono assumersi le loro responsabilità. È di estrema importanza che gli accordi dei capi di Stato e di governo dell’area euro del 21 luglio siano onorati e implementati rigorosamente. Questo – ha specificato – riguarda particolarmente la ratificazione delle riforme dell’Efsf da parte degli Stati membri che non lo hanno ancora fatto. In aggiunta, tutti i paesi devo centrare i loro obiettivi fiscali e introdurre riforme strutturali che favoriscano la competitività e la crescita potenziale, se queste sono andate perse nell’ultima decade. Se tutte le parti rispetteranno i loro impegni – ha concluso – sono sicuro che l’Europa supererà con successo questi tempi difficili».

«Rischio contagio area euro ancora presente» – Anche se la raccolta di dati sull’argomento non è semplice, la maggior parte di questi evidenzia «l’esistenza, nell’area euro, nella congiuntura attuale, di un rischio di contagio finanziario e da debito sovrano molto importante. Il contenimento del contagio – ha aggiunto – è di grandissima importanza. Ci saranno enormi danni sociali ed economici se la Bce e le altre autorità competenti non risponderanno in modo appropriato e deciso nell’ambito dei loro rispettivi mandati».

«Ricapitalizzino con soci e privati» – Le banche europee devono ricapitalizzarsi rivolgendosi ai propri soci ed ai privati e, solo in un secondo tempo, agli Stati. È quanto ha messo in rilievo il vicepresidente della Banca centrale europea, Vitor Constancio, a margine di un incontro in Bocconi dedicato alla competitività del settore bancario nel mondo post-crisi. «Si dovrebbe iniziare – ha affermato rispondendo a una domanda – chiedendo al settore privato e ai soci di ricapitalizzare le banche. Solo in un secondo tempo ci si può rivolgere ai governi. Ritengo che sia più importante che il Fondo salva-Stati Efsf sostenga in questo momento i debiti sovrani».

«Il programma di acquisto dei bond sta procedendo» – Il programma di acquisto di bond di paesi in difficoltà da parte della Banca centrale europea «sta andando avanti. Non faremo – ha aggiunto – annunci, né diamo dettagli sulla composizione degli acquisti che facciamo. Rendiamo noto il lunedì – ha ricordato – solo l’ammontare complessivo».
Tecnicamente il programma si chiama Smp, Securities markets programme.

*

******

Il messaggio di un nostro lettore

In una audizione al Parlamento Europeo, il presidente della BCE, Jean Claude Trichet, ha spronato i governi europei ad affrontare con fare più vigoroso, la attuale crisi economica dell’economia capitalistica.
Crisi, che a suo dire, nelle ultime tre settimane, si è acuita al punto da toccare non solo i piccoli paesi europei, ma l’intera Europa.
E soprattutto crisi, che oggi investe anche economie forti come USA e Giappone.
L’invito è a salvare le banche il prima possibile.
Cosa significhi il “salvare le banche” è cosa facilmente intuibile: far pagare a chi non ha contratto il debito, il debito stesso.
Ancora più guai in vista, per le classi popolari, per chi già a fatica, riesce a vivacchiare in un mare di problemi.
Disoccupazione, precarietà, privatizzazioni, lavoro senza diritti, sono evidentemente poca cosa, per chi nel lusso ci sguazza ogni dì.
E vien facile cosa, immaginare, che anche questa volta, l’allarme lanciato da Trichet, verrà preso al volo dai vari Governi europei, per imporre misure alla “lacrime e sangue”indirizzate solo verso le fascie deboli della popolazione.
Fin qui, tutto bene, madama la marchesa, il gioco delle parti si ripete, ed ognuno dal proprio posto di comando, eseguirà gli ordini impartiti.
Centrodestra e centrosinistra, faranno a gara a chi è più realista del re in persona, e finanziarie e manovre antipopolari si sprecheranno, o almeno, queste sono le loro chiarissime intenzioni.
Il nostro Paese, non farà eccezione, e tempi durissimi si profilano all’orizzonte, per salvare banchieri strozzini, sciacalli giocatori di borse economiche, e classi ricche.
E allora, mi si potrebbe chiedere, cosa c’è di nuovo?
Del già visto di anni e anni?
Il nuovo è che il suggeritore Trichet ammette che la crisi ha potenzialità strutturali, che è il capitalismo stesso ad essere “in pericolo”, se non si agirà con i giusti tempi, tempi di rapina, naturalmente vien da pensare.
E dire che fino a questo momento, solo da ben pochi settori della sinistra di classe avevano osato parlare di crisi strutturale dell’economia capitalistica.
E che ancora in questo momento, le stampelle sinistre del centrosinistra, son tutte proiettate a non rompere le uova nel paniere, incapaci di arrivare a quello che il signor Trichet indica come pericolo gravissimo, la crisi di sistema economico.
Rimanendo ingabbiate, in logiche di alleanza, più o meno sfumata, con chi, delle lettere della BCE, ne fa il proprio programma politico per il futuro.
E di che futuro stiano parlando, ne sanno bene chi scende in piazza negli Stati Uniti, in Europa, addirittura in Cina.
E per una volta tanto, la situazione suggerisce di prendere veramente sul serio le parole del Trichet, e portarle in piazza il 15 ottobre, e nelle mille e più iniziative che si oppongono al pagare debiti contratti da altri.
La crisi è di struttura economica, e non solo ci suggerisce di far sapere che no, il debito noi non lo paghiamo, ma che si profila il tracollo dell’economia capitalista, e che questo tema, oggi diventa più importante che mai.
I nuovi tempi ce lo suggeriscono, e non tenerne conto, depotenzierebbe l’importanza delle proteste di massa , che saranno il nuovo dei tempi ormai vicini a noi tutti/e.
Con buona pace dei sinistri pompieri dell’oggi e del domani.
Dovranno farsene una ragione, mica vorranno esser secondi al signor Trichet?
LA CRISI é STRUTTURALE, e non saremo di certo noi, a non farlo sapere, l’indicibile ormai lo si può urlare.

Enrico Biso

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *