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Merkel: “10 anni di crisi, aiutiamo le banche”

I cittadini tedeschi hanno mosrato negli anni una singolare paciosità, anche se non sono davvero mancati picchi di conflitto molto radicale. Ma un messaggio così non l’avevano probabilmente mai ricevuto. Riportiamo qui di seguito la rapida nora del Corriere della Sera on line, sopreso e preoccupato dal precipitare del pessimismo e quindi degli eventi.

I tedeschi possono essere calmi ancora per un po’ perché hanno una bassa disoccupazione, anche giovanile; buone e durature protezioni sociali (asili nido, assegni di disoccupazione, ecc), basso costo della casa (sia per l’affitto che per l’acquisto), ottimi salari (in media circa 2.000 euro). Ma se ai piani alti della costruzione europea si parla così, la situazione generale deve esser così grave da lascare senza paroel quelli che stanno peggio (a parte il delirante che dice “non c’è crisi, i ristoranti sono pieni..”, almeno quelli che riempie lui con tutta la scorta al seguito).

Ma c’è un aspetto tutto ideologico del ragionamento-Merkel che ci sembra opportuno sottolineare: «aiutando «le banche si aiutano anche le singole persone». Un delitto contro la logica, oltre che contro tutte le “singole persone”. Non solo gli italiani, dunque, vivono in un mondo rovesciato…

Vediamo come stanno le cose.

Se il ruolo delle banche fosse quello puramente commerciale (raccolta del risparmio privato e credito a imprese e cittadini), la Merkel direbbe una bugia grossolana, ma supportata almeno da uuna parvenza di verità. Perché in questo caso le banche costituirebbero un “servizio socialmente utile” (convogliare il capitale là dove viene richiesto, redistribuendo un rendimento), anche se il loro obiettivo fondamentale – in un’economia capitalistica – è fare profitti in proprio.

Ma le banche attuali non hanno più nessuna separazione tra semplice “attività commerciale” e “attività di trading”; ovvero di investimento in prima persona per garantirsi guadagni privati utilizzando sia i fondi depositati dai clienti che la creazione di prodoti finanziari “derivati”, sia l’acquisto di titoli del debito pubblico che lo shadow banking. “Aiutare una banca” significa soprattutto aiutare la speculazione finanziaria, visto che la percentuale di profitti deriva soprattutto da questa seconda attività (quella “solo commerciale” è poco rischiosa, ma anche poco profittevole, aconfronto)

Oltretutto, parlare genericamente di “banche” è già di per sé un imbroglio intellettuale, quindi immediatamente politico. La European banking authority, pochi giorni fa, ha decretato che i “titoli di stato a rischio” vanno considerati “titoli tossici”, mentre quelli “derivati privati” no. Ora tutti sanno, dalla crisi dei mutui subprime in poi (dal 2007, dunque), che sono proprio questi ultimi il veleno puro custodito nelle casseforti (in realtà: nei computer) del sistema bancario privato. Titoli inesigibili, invendibili, addirittura “non dichiarabili” per non compromettere la credibilità di una banca. Mentre bene o male uno Stato è per sua natura più “solvibile”; rappresenta una popolaione, un territorio, attività reali, manifatturiere o non, agricole o di servizio.

Ma le banche che hanno “titoli tossici privati” in pancia sono quelle tedesche e francesi, in primo luogo. Mentre quelle imbottite di “titoli pubblici” sono fondamentalmente italiane, spagnole, e in parte anche francesi. Quindi frau Merkel dice molte menzogne in una sola frase trasudante ideologia d’accatto: vuol salvare le banche tedesche, e per farlo è disposta a ridurre anche la propria popolazione sul lastrico per la durata di dieci anni. Minimo, perché si sa come una crisi inizia (dopo che è inziata), mai come finisce e quando (se non dopo che è finita). Una retorica sporca affidata a una iena con l’aria di brava massaia…

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Merkel: «Dieci anni per uscire dalla crisi»

 

«Ci vorrà un decennio per stare meglio, la crisi non potrà finire da un giorno all’altro». È la previsione di Angela Merkel, espressa nel suo messaggio video settimanale sul sito del governo tedesco. «È una strada molto faticosa che si deve affrontare passo dopo passo», ha detto la cancelliera, che ha aggiunto: «È un grande impegno che dobbiamo completare per affrontare il futuro e per prepararlo alle future generazioni». «Gli Stati hanno sostenuto spese maggiori delle entrate per molti anni. La Germania ha inserito un freno all’indebitamento e abbiamo deciso che così facciano anche tutti i Paesi dell’Eurozona».

BANCHE – «La crisi del debito non si risolverà in un colpo solo», ha affermato il capo del governo tedesco e «sicuramente ci vorrà un decennio per ritrovarci in una situazione migliore. Ciascuno in Europa si impegni e faccia il suo dovere» per limitare l’indebitamento. Secondo Merkel aiutando «le banche si aiutano anche le singole persone».

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