Menu

Natale “in bianco”

Due italiani su tre, più o meno il 64%, spenderanno quest’anno meno per le feste di Natale. È quanto prevede contenuta nell’indagine Confesercenti-Swg, secondo cui la paura della crisi e i timori per il futuro spingono ad una prudenza ancora maggiore di quella degli ultimi anni. La tredicesima, prevede l’associazione, sarà utilizzata per il 36% per le spese di casa e famiglia. Quasi un quarto verrà destinata al risparmio, mentre il 20% servirà a saldare i conti in sospeso e il 7% al pagare il mutuo.

Più di un italiano su cinque (il 22%), rileva ancora la Confesercenti, pensa addirittura di tagliare le spese del 50%, mentre solo il 4% prevede di aumentare il bugdet destinato agli acquisti natalizi. Ma nel paese che confida in maniera desolante nella “divina provvidenza” l’incertezza si accompagna alla speranza: un italiano su due infatti vuole credere in un Natale di speranza, mentre un altro 32% si divide fra festività «difficili» e «austere». La pattuglia dei «gaudenti» (cosìli definissce l’indagine) è limitata al 7% del totale. Solo la metà dei 41 miliardi delle tredicesime di quest’anno, sarà utilizzata per acquisti, per una cifra pari a 19 miliardi e 805 milioni, 1 miliardo e 234 milioni in meno del 2010. Secondo l’indagine la crisi rilancia la propensione al risparmio, ma sarebbe meglio dire “mettere a riserva” per i tempi bui che si prospettano: oltre un miliardo di euro sarà accantonato, ma oltre 8 miliardi saranno usati per pagare i conti pregressi (prestiti, bollette inevase, affitti e rate dei mutui in sospeso).

Ai regali, invece, verranno destinati solo 5 miliardi, soprattutto per l’acquisto di beni alimentari (83%). Anche se i tablet del marchio Apple saranno tra i regali più gettonati quest’anno (+5% sul 2010), veri e propri oggetti del desiderio di questo Natale. Ma – secondo l’indagine – come regalo i giovani vorrebbero trovare soprattutto un lavoro. Infine dall’indagine Confesercenti-Swg, gli italiani chiedono anche la riduzione dei costi della politica, meno tasse ed un rinnovamento della classe dirigente. Sono il 7% quelli che non vedrebbero male l’uscita dell’Italia dall’euro. In un Natale triste e magro come questo del 2011 a fare le spese della crisi sono anche i comportamenti rivolti alla solidarietà, vistosamente in calo.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *