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Banca d’Italia. La crisi colpisce duramente le famiglie italiane

La crisi economica sta colpendo duramente i settori popolari e “il numero di famiglie in condizione di povertà è aumentato”. A lanciare l’allarme è stato il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Anna Maria Tarantola, in occasione del convegno “La famiglia un pilastro per l’economia del Paese”.

La caduta dei redditi familiari nel 2008-09, ha ormai raggiunto quoya -4%. “Tra il 2008 e il 2010 la quota di famiglie povere in base al reddito e alla ricchezza è cresciuta di circa un punto percentuale” nel complesso e di circa 5 punti per le famiglie dei giovani. Nella tarda primavera del 2009, nel momento di massimo impatto della crisi sul mercato del lavoro italiano, circa 480 mila famiglie hanno “sostenuto almeno un figlio convivente che aveva perso il lavoro nei dodici mesi precedenti”. Le risorse impiegate in questa forma di sostegno familiare “sono venute non solo dai redditi da lavoro dei genitori, ma spesso anche da quelli da pensione”, ha spiegato la dirigente della Banca d’Italia. Ma la ricchezza dei genitori che “ha svolto un ruolo importante nel sostenere anche i figli, sta iniziando a ridursi”, ha avvertito. Una situazione preoccupante visto che “i giovani risparmiano poco, meno dei loro genitori: essi dovrebbero invece accumulare di più, visto che il livello della loro pensione sarà presumibilmente più contenuto”.

Nel 2009 “circa il 17% delle famiglie italiane ha ricevuto un aiuto informale da parte della rete familiare. Questa quota sale al 38% nel caso delle famiglie con figli piccoli in cui la madre lavora, dove tipicamente la rete di supporto è costituita dai nonni impegnati nella cura dei nipoti”, ha poi spiegato il vicedirettore della Banca d’Italia. E “questo ruolo, storico, di protezione sociale della famiglia italiana si è intensificato – ha sottolineato – durante gli anni recenti di crisi economica”.

Secondo la dott.ssa Tarantola, “in assenza di un sistema di ammortizzatori sociali estesi anche a chi ha storie lavorative discontinue, il ruolo della famiglia è divenuto essenziale. Il reddito dei genitori è stato in molti casi l’unico sostegno per i componenti più giovani”. Ma oggi “bisogna interrogarsi circa la sostenibilità di un modello di welfare in cui alle famiglie è demandato il compito di ammortizzare gli shock negativi che colpiscono i redditi dei singoli componenti”, ha avvertito. Le condizioni economiche delle famiglie, “specialmente di quelle più giovani e con figli, dipendono oggi in modo determinante dal numero dei percettori di reddito da lavoro. Parallelamente, l’allungamento della vita lavorativa dei genitori più anziani rende più difficile un loro coinvolgimento nella cura dei nipoti. In prospettiva anche il ricorso alla rete familiare – ha spiegato il vicedirettore della Banca d’Italia – è destinato a cambiare”.

La crisi ha reso “ancora più forte la dipendenza dei membri più deboli dalla famiglia d’origine, riducendo ulteriormente la propensione dei giovani di intraprendere percorsi autonomi, a passare dalla condizione di figlio a quella di genitore, a partecipare attivamente non solo alla vita economica, ma anche a quella sociale”. Dunque è “essenziale affrontare questi nodi, perché il futuro del Paese dipende in modo cruciale dal sostegno che la nostra società è e sarà in grado di dare ai progetti di vita delle giovani famiglie”, ha concluso Tarantola.

Sul piano macro-economico, la ricchezza privata delle famiglie italiane reggerebbe bene il confronto internazionale: la loro ricchezza netta nel 2010 era pari a quasi 9mila miliardi (su un Pil di 1.300), un rapporto in linea con quelli della Francia e del Regno Unito, e significativamente superiore a quelli della Germania e degli Stati Uniti. Ma la crisi e la mancata redistribuzione della ricchezza (sempre più concentrata), hanno però ampliato il divario tra la condizione economica e finanziaria dei giovani e quella del resto della popolazione: tra il 2008 e il 2010 la quota di famiglie povere in base al reddito e alla ricchezza è cresciuta di circa 1 punto percentuale per il campione nel suo complesso e di circa 5 punti per le famiglie dei giovani.

 

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