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Equitalia si può combattere

Dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione è arrivata un”altra mazzata contro le vessazioni di Equitalia.

I giudici con la sentenza n. 5771/2012, hanno respinto un ricorso di Equitalia su una vicenda avente come oggetto un’iscrizione ipotecaria su due terreni di una Srl calabrese. Quest’ultima risultava debitrice nei confronti dell’erario di circa 2000 euro, a causa del mancato versamento di alcuni contributi dovuti allo Stato ed era stata iscritta nei registri immobiliari dell’ipoteca, da parte di Equitalia.

Ancora una volta si era dunque posto il problema se fosse possibile ipotecare un bene per un credito inferiore alla soglia minima prevista dalla legge per procedere all’esecuzione forzata.

Equitalia sosteneva che l’ipoteca “assolvendo anche ad una autonoma funzione anticipatoria e cautelativa, poteva essere iscritta pure per crediti che non avrebbero autorizzato il concessionario a procedere ad espropriazione forzata”, dunque anche sotto gli 8mila euro, come in questo caso. E a conferma di ciò, sosteneva Equitalia, ci sarebbero state due circolari dell’Agenzia delle Entrate, una interrogazione parlamentare, e infine il decreto 40/2010 (poi convertito in legge 73/2010) che esplicitamente aveva vietato di iscrivere ipoteca sotto gli ottomila euro ma solo a decorre dall’entrata in vigore della legge di conversione.

La Cassazione si però detta di altro avviso, ed ha escluso che l’iscrizione potesse essere fatta per importi inferiori alla soglia minima per la quale l’agente della riscossione è autorizzato ad espropriare l’immobile. Secondo la Corte, così come il fermo anche l’ipoteca costituisce “un atto preordinato all’espropriazione, per cui doveva necessariamente soggiacere agli stessi limiti per questa stabiliti” dall’articolo 76 del Dl 602/1973. La Cassazione sottolinea come il sistema delineato dagli artt. 76 e 77 del DPR n. 602/1973 è stato da taluni inteso nel senso che assolvendo anche ad un’autonoma funzione anticipatoria e cautelativa, l’ipoteca poteva essere iscritta pure per crediti che non avrebbero autorizzato il concessionario a procedere ad espropriazione forzata. Tuttavia a fronte di tale (pur plausibile) interpretazione, vi sono stati altri che hanno attribuito al combinato disposto delle predette norme il significato d’impedire l’iscrizione dell’ipoteca per importi inferiori agli ottomila euro che, com’è noto, rappresentavano per l’agente della riscossione la soglia minima della espropriazione immobiliare. Ed è questa seconda lettura che le Sezione Unite della Cassazione privilegiano per risolvere la controversia.

Rispetto al decreto n. 40/2010 citato dalla ricorrente, i giudici della Cassazione sottolineano come il testo della disposizione non autorizza a ritenere che per il periodo pregresso non esistesse alcun limite. Per valere come smentita della predetta interpretazione, il comma 2 ter dell’art. 3 del DL n. 40/2010 avrebbe dovuto stabilire il contrario e, cioè, che a partire dal momento della emanazione della legge di conversione non sarebbe più stato possibile iscrivere ipoteca per crediti non realizzabili a mezzo di espropriazione immobiliare.

Secondo i giudici della Cassazione, ciò che conta “non è l’intenzione del legislatore (cassazione 2454/1983) o la lettura fattene da ministeri o altri enti, ma la volontà oggettiva della legge (Cass. 3550/1988) quale risultante dal suo dato letterale”, e questo nel caso di specie depone “nel senso della non iscrivibilità dell’ipoteca per crediti non realizzabili a mezzo di espropriazione immobiliare”.

Pertanto la Cassazione conferma la sentenza di appello e afferma che bene ha fatto il giudice di merito a confermare l’annullamento dell’ipoteca perché iscritta per un credito di appena 2.028, 66 euro.

Si apre intanto una opportunità da parte della amministrazioni locali di sbarazzarsi di Equitalia. E’ sufficente fare ricorso alla legge 166/2011, che stabilisce che i Comuni possano non servirsi della società creata dalla Agenzia delle Entrate e dall’Inps per la riscossione dei tributi. Il Sindaco di Calalzo di Cadore è passato dalla parole dai fatti e ha messo alla porta gli esattori di Equitalia.

Luca De Carlo, il sindaco di Calalzo di Cadore, sulle montagne di Belluno, dalla fine del 2011 ha deciso di affidare la raccolta coattiva dei crediti insoluti alla Comunità montana Valbelluna e non più ad Equitalia. “In un momento di crisi e difficoltà per le famiglie”, dice il Sindaco “abbiamo cercato di umanizzare il servizio disumano da sceriffo di Nottingham adottato da Equitalia, risparmiando per di più ben 13 mila euro all’anno”.

Alla fine del 2010, in base al decreto legislativo 446 del 1997 e alla legge 338 del 2000, il sindaco di Calalzo aveva affidato al servizio tributi della Comunità montana la riscossione delle tasse ordinarie, come l’imposta comunale sui rifiuti. Dal marzo scorso, approfittando dell’entrata in vigore della legge 166/2011, Equitalia è stata estromessa anche dalla riscossione coattiva dei crediti insoluti, una misura che può portare al pignoramento dello stipendio, del conto corrente, dei beni mobili e immobili dei cittadini. Anche questo servizio è stato affidato alla Comunità montana Valbelluna, attrezzata per la riscossione delle tasse grazie ai contributi della Regione Veneto. Tra l’altro togliendo l’affidamento delle esazioni a Equitalia, si risparmia pure. Ogni Comune paga a Equitalia quasi 6 euro a cittadino, il ricavo complessivo per Calalzo di Cadore (2250 abitanti) è di 13 mila euro che il Sindaco di Calalzo ha potuto mettere nel bilancio comunale, reinvestendo i risparmi da “de-equitalizzazione” in servizi per i cittadini: bonus bebè da 300 euro, bonus libri da 150 euro e un contributo al trasporto locale, che fa risparmiare 240 euro all’anno a ogni studente. Anche altri comuni si stanno “de-equitalizzando”. Si tratta di Santo Stefano di Cadore e di sei altri municipi della destra e della sinistra del Piave. E sembra che anche Perarolo, Domegge e tutti i Comuni della Comunità montana Feltrina e Agordina siano intenzionati ad abbandonare Equitalia. «Auspico che altri Comuni italiani», dice De Carlo, “facciano lo stesso, anche perché con la crisi i casi di disagio dei cittadini potrebbero aumentare e il metodo di riscossione dei tributi adottato da Equitalia potrebbe colpire sempre più persone”.

Il governo di centro-destra della Sardegna sono anni che annuncia di voler mettere fuori gioco gli sceriffi di Equitalia-Nottingham ma ancora non ha fatto niente di concreto. E invece, come dimostrato, si può fare.

Fonti:

http://www.reset-italia.net/2012/04/21/i-comuni-si-liberano-di-equitalia/

http://www.leggioggi.it/2012/04/13/cassazione-no-ipoteche-equitalia-per-debiti-irrisori/

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