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Le banche centrali Ue preparano la diga per il voto greco

E potrebbero farlo già domenica, quando il risultato del voto, considerato un referendum sull’euro, sarà noto. Sempre domenica sera – riporta la Reuters – sarebbe in programma una conference call dei ministri delle finanze dell’area euro.

Il Tesoro inglese e la Banca d’Inghilterra non aspettano e annunciano l’intenzione di un’azione per proteggere il Regno Unito dalla crisi in Europa: «Il governo, con l’aiuto della banca centrale, non starà nelle retrovie senza fare niente con la tempesta che si avvicina», afferma il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne. Il piano – riporta la stampa – prevede l’iniezione di almeno 5 miliardi di sterline al mese nel sistema finanziario, mentre i creditori potranno effettuare swap dei loro asset con la Banca d’Inghilterra per ottenere liquidità da concedere a aziende e famiglie. Il Tesoro coprirà le eventuali perdite della Banca Centrale.

Il prossimo week-end sarà ad alta tensione: oltre al voto in Grecia, ci saranno le elezioni in Egitto e le legislative in Francia. Anche il paese transalpino non sembra al riparo dalla crisi: l’agenzia Egan-Jones ha tagliato il rating di Parigi a ‘BBB+’ da ‘A-‘.

«Le banche centrali si stanno preparando a un’azione coordinata per offrire liquidità» afferma con la Reuters un rappresentante del G20. Il vertice di Los Cabos, in Messico, si prospetta come un vertice teso, con due scuole di pensiero – austerity contro crescita – allo scontro e le elezioni in Grecia alla vigilia. Non è escluso, se le tensioni sui mercati saranno forti, una riunione straordinaria dei ministri della finanze del G7 lunedì o martedì sempre nella città della Baja California. Il vertice del G20 sarà seguita, il 19 e il 20 giugno, dalla riunione della Fed che, secondo indiscrezioni, potrebbe decidere per nuovi aiuti all’economia.

Come si vede, l’unica soluzione immaginata dalla governance globale si riduce allofferta di di liquidità per il sistema finanziario. Nessuno si interessa delle condizioni dell’economia reale e tutti sono pronti ad usare le proprie popolazioni come bancomat per soccorrere le banche.

Le elezioni greche, per quanto importantissime per quel paese, riguardano una nazione che produce a malapena il 2% del Pil europeo. Una gestione meno “sperimentale” e dogmatica della crisi di Atene, fin dall’inizio – due anni fa – avrebbe permesso di risolvere il problema con molti meno soldi e molta più tranquillità. Ora è stato “doffuso il contagio”, e persino i Bund (i titoli di stato tedeschi, i più sicuri del continente), pagano ora un interesse doppio rispetto a un mese fa. A rischio di crollo è infatti ora il sistema euro, la permanenza stessa della moneta unica.

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