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Bollettino di guerra della Bce

La previsione della Bce sul Pil dell’anno in corso nell’Eurozona, è scesa da -0,2% a -0,3%, per il 2013 scende da +1% a +0,6%. Per il 2014 attesa una ripresa piu’ robusta a +1,4%. Per quanto riguarda le stime sull’inflazione, queste sono ferme al 2,3% per il 2012, scendono da +1,8% a +1,7% quelle per il 2013, per il 2014 un leggero aumento all’1,9%. Insomma, nonostante i “timori” della Bundesbank, l’inflazione rimane un nemico ampiamente sconfitto. Pesanti le previsioni sul mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione sarà all’11,2% quest’anno (precedente stima 11%), e salirà all’11,4% nel 2013 (la precedente stima era 10,9%), ma dovrebbe scendere nel 2014 al 10,8%.

Sono queste le previsioni economiche pubblicate nel Bollettino di agosto della Bce, sulla base dei dati ottenuti interpellando il panel di economisti degli uffici studi e degli enti di ricerca economica dei paesi aderenti all’Eurozona. Nel bollettino di agosto la Bce avverte che ”i rischi che circondano le prospettive economiche per l’area dell’euro continuano a essere orientati verso il basso e riguardano, in particolare, le tensioni in diversi mercati finanziari dell’area e la loro potenziale propagazione all’economia reale di quest’ultima. I rischi al ribasso sono inoltre connessi alla possibilità di nuovi rincari dell’energia nel medio periodo. Per questo la Bce avverte i Governi della necessita’ di “essere pronti ad attivare l’EFSF/MES (fondi salva stati, ndr) nel mercato obbligazionario in caso di circostanze eccezionali nei mercati finanziari e di rischi per la stabilità finanziaria, nel rispetto di condizioni rigorose ed efficaci in conformità con le linee guida stabilite”. ”Al complessivo aumento dell’incertezza – scrive ancora la Bce – ha fatto riscontro un netto deterioramento della valutazione del rischio di credito delle imprese da parte degli operatori misurato ad esempio dai tassi attesi di insolvenza. Tra i paesi piu’ grandi dell’area dell’euro, l’incremento e’ stato particolarmente pronunciato per le imprese italiane e piuttosto moderato per quelle olandesi e tedesche”. Inoltre le imprese che ricorrono al mercato dei capitali e appartenenti ai paesi colpiti dalla crisi del debito sovrano hanno visto nei fatti aumentare il costo del finanziamento. L’aumento dei costi e’ stato particolarmente pronunciato per le imprese di questi segmenti ubicate in Spagna e in Italia”, sottolinea la Bce.

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