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Iberia in crisi: fuori 4.500 persone

Il piano punta a «salvare Iberia dopo le perdite record» del terzo trimestre (262 milioni a livello operativo), e permetterà di «salvaguardare altri 15.500 posti di lavoro» nella compagnia spagnola.

Linguaggio curioso, tipico delle decisioni “lacrime e sangue”. Si usa sempre il verbo “salvare”, o “salvaguardare”, per indicare ciò che resta, senza soffermarsi affatto su ciò che va via (i posti di lavoro). Un modo di descriversi e presentarsi come “buoni” mentre si stanno mettendo in mezzo alla strada competenze, persone, vite.

Iag ha dato tempo ai sindacati fino al 31 gennaio prossimo per trovare un accordo. «Il tempo non è a nostro fianco» ha detto l’a.d di Iberia Rafael Sanchez-Lozano ricordando che la compagnia iberica «brucia 1,7 milioni di euro ogni giorno. »Se non troveremo un accordo – ha avvertito – dovremo adottare azioni più radicali che condurranno a una più grande riduzione di posti di lavoro«. Il ricatto è sempre la conclusione dei discorsi “buonisti”.

Iberia, ha spiegato Sanchez-Lozano, »sta combattendo per la sua sopravvivenza«. La società »è in perdita su tutti i suoi mercati« e occorre adottare »decisioni difficili per salvare la compagnia«. Iberia »deve modernizzarsi« e ridurre una base di costi che »è significativamente più alta di quella dei suoi competitor in Spagna e America Latina«.

Willie Walsh, Ad di Iag, ha ammonito che il gruppo »non esiterà a prendere i passi necessari per difendere gli interessi dei suoi azionisti, clienti e impiegati«. Il problema è la menzogna: con questa decisione Walsh e Iag difendono l’interesse degli azionisti colpendo pesantemente quello degli impiegat e , in misura certo minore, quello dei “clienti”.

La ‘cura’ di Iag per Iberia prevede di arrestare le perdite di cassa a metà 2013 e di migliorare entro il 2015 di almeno 600 milioni la redditività della compagnia rispetto ai livelli del 2012. Oltre al taglio di quasi un quarto dei dipendenti, il raggiungimento degli obiettivi passerà da una riduzione del 15% della capacità della rete così da concentrare la compagnia sulle tratte redditizie. Prevista inoltre una riduzione della flotta di 25 aerei. I profitti operativi di Iag, la società nata dal matrimonio tra Iberia e British Airways, sono scesi nel terzo trimestre a 263 milioni di euro rispetto ai 351 milioni di un anno fa. Nel primi nove mesi dell’anno Iberia ha perso 262 milioni di euro contro un utile della compagnia inglese di 286 milioni.

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