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Il rigore tedesco non riguardava Deutsche Bank

Per una volta ci sembra sufficiente lasciare la parola al giornale di Confindustria, basito per la notizia. Che effettivamente fa cadere molti miti piuttosto interessati.

Deutsche Bank, dopo lo scandalo Libor anche l’evasione fiscale. Maxi operazione di polizia, 5 arresti


Evasione fiscale, esplode lo scandalo che vede al centro i vertici di Deutsche Bank. Perquisizioni sono scattate questa mattina nelle diverse sedi di Francoforte, Düsseldorf e Berlino, oltre che nelle residenze private dei dirigenti coinvolti. Tra i venticinque manager della banca tedesca indagati spiccano, secondo quanto riportato dallo Spiegel e da Reuters, i nomi del co-ceo Jürgen Fischen e del chief financial officer, Stefan Krause.

I fatti risalgono al 2009, quando Fischen era il numero uno in Germania e Krause occupava lo stesso incarico di cfo. Entrambi risultano responsabili della dichiarazione fiscale 2009, ritenuta fraudolenta dalle autorità, da cui ha preso le mosse l’inchiesta. Deutsche Bank si difende affermando di aver successivamente corretto i dati entro la scadenza prevista. Il fisco tedesco sostiene però il contrario.

Il procuratore generale di Hessen indaga dal 2010 sulle attività della banca, sospettata di evasione di imposte in particolare relativamente al commercio di diritti sulle emissioni di CO2. Deutsche Bank ha confermato l’operazione e ha detto di lavorare a stretto contatto con le autorità. Nel dicembre dello scorso anno, il tribunale distrettuale di Francoforte aveva già condannato sei persone che avevano ammesso l’evasione di almeno 230 milioni di euro frutto di commercio di diritti sulle emissioni.

Ben 500 gli agenti impegnati nella massiccia operazione di oggi, durante la quale sono stati anche tratti in arresto cinque alti funzionari della banca (sospettati di riciclaggio di denaro e occultamento di prove). L’operazione è stata molto spettacolare: almeno una ventina i van e due i bus della polizia parcheggiati fuori dalla sede principale dell’istituto, che nelle ultime settimane era impegnata in un’operazione di make-up comunicativo per fare fronte all’impatto del coinvolgimento nell’inchiesta sulla manipolazione del tasso Libor e sulla vendita di titoli tossici nella fase calda dell’emergenza subprime (anni 2007-9).


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